Per suolo si intende lo strato superficiale che ricopre la crosta terrestre, derivante dall'alterazione di un substrato roccioso, chiamato roccia madre, per azione chimica, fisica e biologica esercitata da tutti gli agenti superficiali e dagli organismi presenti in o su di esso. Il suolo può comprendere sia sedimenti sia regolite.

lezione
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Suolo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Geopedologia
Profilo di suolo (Alfisol)

Il suolo è composto da una parte solida (componente organica e componente minerale), una parte liquida e da una parte gassosa.

Durante la sua evoluzione, il suolo differenzia lungo il suo profilo una serie di orizzonti. I più comuni orizzonti identificabili, ad esempio, sono un orizzonte superficiale organico (sovrastato talvolta da uno strato di lettiera indecomposta), in cui il contenuto di sostanza organica insieme alle particelle minerali raggiunge una percentuale notevole (es: 5%-10%), un sottostante orizzonte di eluviazione, in cui il processo di percolazione delle acque meteoriche ha eluviato una parte delle particelle minerali fini lasciando prevalente componente limosa o sabbiosa, e il sottostante orizzonte di illuviazione corrispondente, dove le suddette particelle fini (argillose) si sono accumulate.

I processi che originano un suolo sono comunque disparati, ed è possibile una caratterizzazione dei suoli in stretta correlazione ai regimi climatici. Questa non è comunque l'unico tipo di classificazione operabile.

La pedologia è la scienza che studia la composizione, la genesi e le modificazioni del suolo dovute sia ai fattori biotici che abiotici. La chimica del suolo è invece la disciplina che si occupa dello studio e caratterizzazione chimica e chimico-fisica del suolo.

Formazione ed evoluzione di un suolo

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Un suolo si origina dall'alterazione, per via fisica, chimica e biologica (detta, in inglese, weathering) di un substrato pedogenetico, vale a dire un accumulo di materiale disgregato e inconsolidato derivante da alterazione di qualche tipo di roccia; solo raramente un suolo si sviluppa direttamente da roccia in posto (come è il caso, ad esempio di alcuni suoli sviluppatisi direttamente su marne). Ad un certo punto del cammino di formazione di un suolo compare anche la frazione organica, originata dal lento accumularsi di resti organici (animali, piante, funghi, batteri), una parte dei quali viene complessata (attraverso l'attività dei microrganismi) fino ad essere trasformata in composti resistenti alla degradazione (humus).

Il percorso di formazione di un suolo varia moltissimo in dipendenza dell'ambiente in cui si trova a svilupparsi, le cui caratteristiche dipendono dall'intensità di alcuni, ben definiti, fattori pedogenetici:

Il livello di espressione di questi fattori di pedogenesi determina varie successioni di eventi aventi luogo in un suolo o che hanno effetti su di esso; queste successioni di eventi vengono chiamati processi pedogenetici.

Proprietà fisiche

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L'insieme delle caratteristiche di un suolo, derivanti sia dal suo stato fisico che dalla sua natura chimica ne determina le proprietà fisico-meccaniche e chimiche.

Proprietà fisiche e chimiche

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Le principali proprietà fisico-meccaniche di un suolo sono:

  • composizione: in un suolo sono normalmente presenti costituenti in tutte e tre le fasi:solidi (componenti minerali e organiche), liquidi (soluzione circolante), gas (i medesimi componenti dell'atmosfera terrestre, con qualche variazione nelle proporzioni relative), con l'eccezione di suoli di ambienti stagionalmente molto aridi in cui si osserva un disseccamento del profilo;
  • tessitura: è data dalla proporzione esistente fra le classi diametriche in cui possono essere divise le particelle di suolo, dopo la rottura degli aggregati naturali (cioè della struttura stabile). La parola tessitura si applica solo agli elementi della cosiddetta terra fine, cioè dell'insieme di tutte le particelle di diametro inferiore ai 2 millimetri; oltre questa misura, si parla di scheletro;
  • struttura: indica le modalità con cui le singole particelle si uniscono a formare aggregati (chiamati ped) mantenuti insieme da sostanze dette cementi e separati fra loro da superfici di rottura; tali aggregati devono essere di origine naturale (si escludono così certe forme di pseudostruttura come le grosse zolle prodotte dalle arature) e costituiscono l'unità minima di suolo. La presenza di una struttura assicura generalmente una maggiore qualità del suolo;
  • densità: esprime la massa del terreno riferita all'unità di volume. Si distingue fra la densità reale, che prende in considerazione solo il volume della frazione solida, e la densità apparente, che prende in considerazione il volume totale del terreno, compresi quindi gli spazi vuoti;
  • porosità: esprime il volume degli spazi vuoti del terreno come rapporto percentuale sul volume totale. Questa proprietà fisica influenza direttamente la dinamica della fase liquida e di quella aeriforme nel terreno e, indirettamente, la fertilità chimica. Ha una correlazione stretta con la struttura e con le lavorazioni;
  • adesione: la forza con cui le particelle terrose sono legate da corpi estranei che vengono a contatto con il suolo (es. gli organi lavoranti degli attrezzi agricoli);
  • coesione: la forza con cui le particelle terrose sono legate fra loro e si oppongono al distacco. Dipende dalla tessitura, dalla struttura e dall'umidità del terreno;
  • temperatura;
  • colore.

Proprietà chimiche

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Con il termine di degradazione dei suoli si intendono dei processi degenerativi che si traducono nella scomparsa di un suolo o nella sua perdita di capacità di fungere da substrato per le comunità biologiche che normalmente vi si sviluppano. La degradazione dei suoli è generalmente accostata a errati utilizzi da parte dell'uomo; tuttavia, esistono dei casi di degradazione del suolo anche in condizioni perfettamente naturali.

Le modalità di degradazione dei suoli possono ricondursi a tre tipologie:


Bibliografia

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