Fotogrammetria povera
Fotogrammetria povera
modificaLa Fotogrammetria povera non fa altro che sostituire l'immagine fotografica al disegno tracciato manualmente sulle lastre, nel metodo Cappeler. Si tratta di un termine coniato negli anni '80, nel corso di fotogrammetrica architettonica di Bari, a causa del ricorso al foro stenopeico in sostituzione della camera metrica, inaccessibile per il costo elevato. L'uso del foro stenopeico in fotogrammetria architettonica crea scandalo solo tra i fotogrammetri poco esperti in fotografia, infatti la camera metrica con foro stenopeico:
- particolarmente a livello didattico, consente di controllare fino in fondo il processo fotogrammetrico;
- essendo priva di obiettivo, è esente da distorsioni;
- dato il basso costo, può essere progettata e realizzata in funzione della ripresa;
- il formato immagine può essere sufficientemente grande, in modo da rendere inutile il ricorso al micrometro. Infatti già con fotografie 30 x 40 cm. gli studenti usavano la riga centimetrata per rilevare le coordinate dai fotogrammi;
- particolarmente nel rilievo di prospetti sufficientemente piani, è possibile ottenere il fotopiano direttamente nella scala desiderata costruendo camere con distanza principale uguale alla distanza di ripresa ridotta alla scala desiderata;
- il problema del decentramento, praticamente, non esiste, considerato il grande angolo di ripresa e la profondità di campo che il foro stenopeico consente;
- i fotogrammi possono essere usati direttamente nella restituzione grafica, non avendo bisogno di ingrandimenti e, quindi, evitando ancora una volta le eventuali distorsioni dovute all'obiettivo;
- considerata la staticità degli elementi architettonici, non creano problemi i lunghi tempi di esposizione richiesti (dell'ordine di decine di minuti) per avere fotografie nitide con diametri del foro molto piccoli.
Certo non bisogna pensare al foro stenopeico ottenuto forando con un ago la parete di una scatola di cartone, ma occorre tener presente le esigenze della camera metrica. Gli studenti realizzavano la camera in legno ed il foro, dovendo essere a spigolo vivo, era realizzato con due lamette da barba spezzate in due e disposte in modo da formare, con il lato tagliente, un quadrado di lato inferiore al millimetro.
Camera metrica
modificaPer prendere coscienza delle possibilità offerte dalla fotografia, ci conviene far ricorso al foro stenopeico e realizzare una camera metrica su misura per un rilievo. Immaginiamo, ad esempio, di essere interessati al fotopiano del prospetto (riportato nella foto) della chiesa del Purgatorio, situata nel centro storico di Bitritto (BA). In questo caso, un corpo di fabbrica, indicato con t nella planimetria, impedisce la ripresa frontale ad una distanza tale da rendere trascurabili le sporgenze esistenti sulla facciata. Supponiamo che sia sufficiente una distanza d e a questa distanza scegliamo un punto P , dal quale sia visibile l'intera facciata. In planimetria, proiettiamo dal punto P i punti estremi della facciata A e B su un segmento A' e B' , parallelo alla facciata stessa e con una distanza da P uguale alla distanza d ridotta nella scala desiderata. Dalla semplice similitudine dei triangoli ottenuti, non è difficile dedurre che il segmento A'B' è riprodotto nella stessa scala di c', che sarà la distanza principale della camera progettata. Analoga verifica va fatta per ottenere il decentramento verticale del foro. Ciò premesso i problemi da risolvere sono:
- avere un'immagine nitida ed esente da deformazioni. Nel caso del foro stenopeico, per fortuna i raggi non attraversano alcun materiale trasparente, ma dovremo fare attenzione nel realizzare un foro sufficientemente piccolo e con bordo a spigolo vivo. Nel caso di camera con obiettivo, questo dovrebbe essere esente da distorsioni;
- realizzare una cassa (preferibilmente in legno) con pareti piani ed ortogonali tra di loro. Nelle camere metriche la perfetta ortogonalità tra asse ottico e piano sensibile è praticamente impossibile;
- procurarci un piano di appoggio perfettamente orizzontale. Nella camera metrica, grazie ad un treppiedi ed una basetta dotata di vite calanti e livella è possibile raggiungere una buona messa in stazione dello strumento, che deve ruotare intorno ad un asse verticale ed avere, in un caso simile al nostro, il piano della superficie sensibile perfettamente verticale;
- verificare l'inquadratura. Nella camera metrica si inserisce un vetro smerigliato al posto della lastra;
Se tutto è stato rispettato, il fotogramma che si ottiene è un fotopiano più che soddisfacente e migliorabile.
Camera con distanza principale variabile
modificaParlare in fotogrammetria di Zoom è come bestemmiare. Tanto per farsi un'dea, basti pensare all'ottica intercambiabile della Wild P31: cambiare l'ottica (45mm, 100mm e 200mm) significava cambiare tutto il corpo macchina e ciò per evitare possibili conseguenze sull'alterazione dell'orientamento interno.
In barba a tutto, gli studenti del corso di fotogrammetria architettonica della facoltà d'Ingegneria di Bari, costretti a far ricorso alla fotogrammetria povera ( di necessità virtù) hanno realizzato una camera con foro stenopeico, in cui era possibile posizionare il materiale sensibile a diverse distanze dal foro, anche se prestabilite. Nella fotografia posta a lato, è possibile osservare il fotopiano della facciata di una chiesa in scala 1:50, 1:100 ed 1:500, ottenuti dallo stesso punto di ripresa. Nella terza fotografia non è difficile notare che l'angolo di ripresa è talmente grande da fotografare anche il panno nero posto sulla camera per evitare eventuali infiltrazioni di luce. Altro particolare, tutt'altro che trascurabile, è la qualità dell'immagine, che ha poco o niente da invidiare alle colleghe "altolocate".