Sia
A
⊆
R
3
{\displaystyle A\subseteq \mathbb {R} ^{3}}
un aperto connesso; si dice campo di forze un'applicazione
F
:
x
∈
A
→
F
(
x
)
=
(
F
1
(
x
)
,
F
2
(
x
)
,
F
3
(
x
)
)
∈
R
3
{\displaystyle \mathbf {F} :\mathbf {x} \in A\rightarrow \mathbf {F} (\mathbf {x} )=\left(F_{1}(\mathbf {x} ),F_{2}(\mathbf {x} ),F_{3}(\mathbf {x} )\right)\in \mathbb {R} ^{3}}
, che ad ogni punto
x
∈
A
{\displaystyle \mathbf {x} \in A}
associa un vettore
F
(
x
)
{\displaystyle \mathbf {F} (\mathbf {x} )}
, che rappresenta la forza agente su di una particella puntiforme posta in
x
∈
A
{\displaystyle \mathbf {x} \in A}
.
Data una curva regolare a tratti
γ
{\displaystyle \gamma }
di estremi
P
1
{\displaystyle P_{1}}
e
P
2
{\displaystyle P_{2}}
, tale che il suo sostegno
Γ
=
Im
γ
{\displaystyle \Gamma ={\mbox{Im}}\gamma }
sia contenuto in
A
{\displaystyle A}
, si definisce il lavoro compiuto su di una particella per spostarla, lungo la curva, da
P
1
{\displaystyle P_{1}}
a
P
2
{\displaystyle P_{2}}
come:
W
=
∫
γ
F
(
x
)
⋅
T
(
x
)
d
s
{\displaystyle W=\int _{\gamma }\mathbf {F} (\mathbf {x} )\cdot \mathbf {T} (\mathbf {x} )\,ds}
,
dove
T
(
x
)
{\displaystyle \mathbf {T} (\mathbf {x} )}
indica il versore tangente alla curva nel punto
x
{\displaystyle \mathbf {x} }
.
Un campo di forze
F
:
A
→
R
3
{\displaystyle \mathbf {F} :A\rightarrow \mathbb {R} ^{3}}
si dice conservativo se il lavoro
W
{\displaystyle W}
compiuto dal campo di forze per spostare una particella da un generico punto
P
1
{\displaystyle P_{1}}
ad un punto
P
2
{\displaystyle P_{2}}
non dipende dalla curva
γ
{\displaystyle \gamma }
lungo cui ci si sposta, ma solo dai due estremi e dal verso di percorrenza.
Consideriamo il campo di forze generato da una particella puntiforme, di massa
M
{\displaystyle M}
, posta nell'origine del sistema di riferimento assegnato.
Il campo di forze agente su di una qualsiasi altra particella di massa
m
{\displaystyle m}
è, come è noto dalla Fisica :
F
:
(
x
,
y
,
z
)
∈
R
3
−
{
0
}
→
F
(
x
,
y
,
z
)
=
−
G
m
M
r
2
(
x
r
,
y
r
,
z
r
)
∈
R
3
{\displaystyle \mathbf {F} :(x,y,z)\in \mathbb {R} ^{3}-\{0\}\rightarrow \mathbf {F} (x,y,z)=-{\frac {GmM}{r^{2}}}\left({\frac {x}{r}},{\frac {y}{r}},{\frac {z}{r}}\right)\in \mathbb {R} ^{3}}
,
dove
G
{\displaystyle G}
è la costante di gravitazione universale , ed
r
=
x
2
+
y
2
+
z
2
{\displaystyle r={\sqrt {x^{2}+y^{2}+z^{2}}}}
è la distanza della particella di massa
m
{\displaystyle m}
dall'origine.
Consideriamo ora una curva regolare a tratti
γ
:
[
a
,
b
]
→
R
3
{\displaystyle \gamma :[a,b]\rightarrow \mathbb {R} ^{3}}
, di equazioni parametriche
γ
(
t
)
=
(
x
(
t
)
,
y
(
t
)
,
z
(
t
)
)
{\displaystyle \gamma (t)=(x(t),y(t),z(t))\,\!}
;
il lavoro compiuto per spostare la particella di massa
m
{\displaystyle m}
lungo
γ
{\displaystyle \gamma }
, dal punto
γ
(
a
)
{\displaystyle \gamma (a)}
al punto
γ
(
b
)
{\displaystyle \gamma (b)}
, è:
W
=
∫
a
b
F
(
γ
(
t
)
)
⋅
(
x
′
(
t
)
|
γ
′
(
t
)
|
,
y
′
(
t
)
|
γ
′
(
t
)
|
,
z
′
(
t
)
|
γ
′
(
t
)
|
)
|
γ
′
(
t
)
|
d
t
=
=
−
G
m
M
∫
a
b
x
(
t
)
x
′
(
t
)
+
y
(
t
)
y
′
(
t
)
+
z
(
t
)
z
′
(
t
)
(
x
2
(
t
)
+
y
2
(
t
)
+
z
2
(
t
)
)
3
/
2
d
t
=
=
−
G
m
M
∫
a
b
d
d
t
(
−
(
x
2
(
t
)
+
y
2
(
t
)
+
z
2
(
t
)
)
−
1
/
2
)
d
t
=
=
G
m
M
(
1
|
γ
(
b
)
|
−
1
|
γ
(
a
)
|
)
{\displaystyle {\begin{array}{rcl}W&=&\int _{a}^{b}\mathbf {F} (\gamma (t))\cdot \left({\frac {x'(t)}{\left|\gamma '(t)\right|}},{\frac {y'(t)}{\left|\gamma '(t)\right|}},{\frac {z'(t)}{\left|\gamma '(t)\right|}}\right)\left|\gamma '(t)\right|dt=\\\\&=&-GmM\int _{a}^{b}{\frac {x(t)x'(t)+y(t)y'(t)+z(t)z'(t)}{\left(x^{2}(t)+y^{2}(t)+z^{2}(t)\right)^{3/2}}}\,dt=\\\\&=&-GmM\int _{a}^{b}{\frac {d}{dt}}\left(-\left(x^{2}(t)+y^{2}(t)+z^{2}(t)\right)^{-1/2}\right)dt=\\\\&=&GmM\left({\frac {1}{\left|\gamma (b)\right|}}-{\frac {1}{\left|\gamma (a)\right|}}\right)\end{array}}}
Dal risultato si evince che il lavoro
W
{\displaystyle W}
non dipende dalla particolare curva scelta, ma solo dalla posizione iniziale e finale da essa assunte, ovvero il campo di forze da noi considerato è conservativo .
Questa proprietà sarà approfondita nella trattazione delle forme differenziali esatte .
Formalizziamo ora un concetto di cui quanto visto nel paragrafo precedente è un caso particolare; prima di procedere, abbiamo bisogno di alcune nozioni preliminari di Algebra lineare .
Nota:
inserire collegamento alla lezione di algebra lineare sui funzionali lineari, al momento non esistente
Un generico elemento dello spazio duale
(
R
n
)
∗
{\displaystyle \left(\mathbb {R} ^{n}\right)^{*}}
di
R
n
{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}}
, ovvero un generico funzionale lineare su
R
n
{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}}
, può sempre essere scritto nella forma
L
=
∑
i
=
1
n
a
i
e
i
=
∑
i
=
1
n
a
i
d
x
i
{\displaystyle L=\sum _{i=1}^{n}a_{i}e^{i}=\sum _{i=1}^{n}a_{i}dx_{i}}
,
dove gli
a
i
{\displaystyle a_{i}}
sono numeri reali, e
e
i
=
d
x
i
{\displaystyle e^{i}=dx_{i}}
,
i
=
1
,
2
,
…
,
n
{\displaystyle i=1,2,\ldots ,n}
, è il funzionale lineare che ad ogni vettore
h
∈
R
n
{\displaystyle h\in \mathbb {R} ^{n}}
associa la sua componente i-esima
h
i
{\displaystyle h_{i}}
.
Il funzionale
L
:
R
n
→
R
{\displaystyle L:\mathbb {R} ^{n}\rightarrow \mathbb {R} }
vale quindi
L
(
h
)
=
∑
i
=
1
n
a
i
e
i
(
h
)
=
∑
i
=
1
n
a
i
d
x
i
(
h
)
=
∑
i
=
1
n
a
i
h
i
,
∀
h
∈
R
n
{\displaystyle L(\mathbf {h} )=\sum _{i=1}^{n}a_{i}e^{i}(\mathbf {h} )=\sum _{i=1}^{n}a_{i}dx_{i}(\mathbf {h} )=\sum _{i=1}^{n}a_{i}h_{i},\quad \forall \mathbf {h} \in \mathbb {R} ^{n}}
.
Poiché i funzionali
{
e
1
,
e
2
,
…
,
e
n
}
{\displaystyle \left\{e^{1},e^{2},\ldots ,e^{n}\right\}}
costituiscono una base per
(
R
n
)
∗
{\displaystyle \left(\mathbb {R} ^{n}\right)^{*}}
, la rappresentazione utilizzata per un generico funzionale lineare su
R
n
{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}}
è unica.
Sia
A
⊆
R
n
{\displaystyle A\subseteq \mathbb {R} ^{n}}
un aperto. Si dice forma differenziale lineare un'applicazione
ω
:
A
→
(
R
n
)
∗
{\displaystyle \omega :A\rightarrow \left(\mathbb {R} ^{n}\right)^{*}}
che ad ogni
x
∈
A
{\displaystyle \mathbf {x} \in A}
associa il funzionale lineare su
R
n
{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}}
ω
(
x
)
(
h
)
=
∑
i
=
1
n
a
i
(
x
)
d
x
i
(
h
)
=
∑
i
=
1
n
a
i
(
x
)
h
i
,
∀
h
∈
R
n
{\displaystyle \omega (\mathbf {x} )(\mathbf {h} )=\sum _{i=1}^{n}a_{i}(\mathbf {x} )dx_{i}(\mathbf {h} )=\sum _{i=1}^{n}a_{i}(\mathbf {x} )h_{i},\quad \forall \mathbf {h} \in \mathbb {R} ^{n}}
.
Le funzioni
a
1
(
x
)
,
a
2
(
x
)
,
…
,
a
n
(
x
)
{\displaystyle a_{1}(\mathbf {x} ),a_{2}(\mathbf {x} ),\ldots ,a_{n}(\mathbf {x} )}
sono i coefficienti della forma differenziale; se tutti i coefficienti sono di classe
C
k
{\displaystyle C^{k}}
, con
k
≥
0
{\displaystyle k\geq 0}
, la forma differenziale si dice di classe
C
k
{\displaystyle C^{k}}
.
Sia
A
⊆
R
3
{\displaystyle A\subseteq \mathbb {R} ^{3}}
un aperto. Una generica forma differenziale lineare
ω
:
A
→
(
R
3
)
∗
{\displaystyle \omega :A\rightarrow \left(\mathbb {R} ^{3}\right)^{*}}
si può rappresentare nella forma
ω
(
x
,
y
,
z
)
=
a
(
x
,
y
,
z
)
d
x
+
b
(
x
,
y
,
z
)
d
y
+
c
(
x
,
y
,
z
)
d
z
{\displaystyle \omega (x,y,z)=a(x,y,z)dx+b(x,y,z)dy+c(x,y,z)dz\,\!}
.
Possiamo sempre associare ad essa il campo di forze
F
:
A
→
R
3
{\displaystyle \mathbf {F} :A\rightarrow \mathbb {R} ^{3}}
definito come:
F
(
x
,
y
,
z
)
=
(
a
(
x
,
y
,
z
)
,
b
(
x
,
y
,
z
)
,
c
(
x
,
y
,
z
)
)
{\displaystyle \mathbf {F} (x,y,z)=\left(a(x,y,z),b(x,y,z),c(x,y,z)\right)}
,
le cui componenti sono i coefficienti della forma differenziale.
Sia
A
⊂
R
n
{\displaystyle A\subset \mathbb {R} ^{n}}
un aperto. Date una forma differenziale lineare continua
ω
:
A
→
(
R
n
)
∗
{\displaystyle \omega :A\rightarrow \left(R^{n}\right)^{*}}
ed una curva regolare a tratti
γ
:
[
a
,
b
]
→
A
{\displaystyle \gamma :[a,b]\rightarrow A}
, di equazioni parametriche
x
i
=
x
i
(
t
)
,
i
=
1
,
2
,
…
,
n
{\displaystyle x_{i}=x_{i}(t),\;i=1,2,\ldots ,n}
, si definisce integrale della forma differenziale esteso alla curva
γ
{\displaystyle \gamma }
l'integrale:
∫
γ
ω
≡
∫
γ
ω
(
x
)
(
T
(
x
)
)
d
s
=
∑
i
=
1
n
∫
a
b
a
i
(
x
1
(
t
)
,
x
2
(
t
)
,
…
,
x
n
(
t
)
)
x
i
′
(
t
)
d
t
,
{\displaystyle \int _{\gamma }\omega \equiv \int _{\gamma }\omega (\mathbf {x} )\left(\mathbf {T} (\mathbf {x} )\right)\,ds=\sum _{i=1}^{n}\int _{a}^{b}a_{i}\left(x_{1}(t),x_{2}(t),\ldots ,x_{n}(t)\right)x_{i}'(t)\,dt,}
[ 1]
dove
T
(
x
)
{\displaystyle \mathbf {T} (\mathbf {x} )}
è il versore tangente alla curva in
x
{\displaystyle \mathbf {x} }
.
Elenchiamo ora alcune proprietà che derivano immediatamente dalla definizione:
Se indichiamo con
−
γ
{\displaystyle -\gamma }
la curva equivalente a
γ
{\displaystyle \gamma }
, ma con orientazione opposta, risulta:
∫
−
γ
ω
=
−
∫
γ
ω
{\displaystyle \int _{-\gamma }^{\,\!}\omega =-\int _{\gamma }\omega }
Se spezziamo
γ
{\displaystyle \gamma }
in
k
{\displaystyle k}
curve regolari a tratti
γ
i
:
[
t
i
−
1
,
t
i
]
→
A
,
{\displaystyle \gamma _{i}:[t_{i-1},t_{i}]\rightarrow A,}
con
a
=
t
0
<
t
1
<
…
<
t
k
=
b
,
{\displaystyle a=t_{0}<t_{1}<\ldots <t_{k}=b,}
e
γ
i
=
γ
↾
[
t
i
−
1
,
t
i
]
,
{\displaystyle \gamma _{i}=\gamma \upharpoonright _{[t_{i-1},t_{i}]},}
risulta:
∫
γ
ω
=
∑
i
=
1
k
∫
γ
i
ω
{\displaystyle \int _{\gamma }\omega =\sum _{i=1}^{k}\int _{\gamma _{i}}\omega }
Se
ω
{\displaystyle \omega }
e
ζ
{\displaystyle \zeta }
sono forme differenziali lineari continue in
A
⊆
R
n
{\displaystyle A\subseteq \mathbb {R} ^{n}}
e
α
,
β
{\displaystyle \alpha ,\beta }
sono numeri reali, risulta:
∫
γ
(
α
ω
+
β
ζ
)
=
α
∫
γ
ω
+
β
∫
γ
ζ
{\displaystyle \int _{\gamma }\left(\alpha \omega +\beta \zeta \right)=\alpha \int _{\gamma }\omega +\beta \int _{\gamma }\zeta }
Sia
ω
(
x
,
y
,
z
)
=
a
(
x
,
y
,
z
)
d
x
+
b
(
x
,
y
,
z
)
d
y
+
c
(
x
,
y
,
z
)
d
z
{\displaystyle \omega (x,y,z)=a(x,y,z)dx+b(x,y,z)dy+c(x,y,z)dz\,\!}
una forma differenziale lineare continua, definita in un aperto
A
⊆
R
3
{\displaystyle A\subseteq \mathbb {R} ^{3}}
, e
γ
(
t
)
=
(
x
(
t
)
,
y
(
t
)
,
z
(
t
)
)
{\displaystyle \gamma (t)=\left(x(t),y(t),z(t)\right)}
, con
t
∈
[
a
,
b
]
{\displaystyle t\in [a,b]}
, una curva regolare a tratti con sostegno in
A
{\displaystyle A}
. Risulta:
∫
γ
ω
=
∫
γ
ω
(
x
,
y
,
z
)
(
T
(
x
,
y
,
z
)
)
d
s
=
{\displaystyle \int _{\gamma }\omega =\int _{\gamma }\omega (x,y,z)\left(\mathbf {T} (x,y,z)\right)\,ds=}
=
∫
a
b
{
a
(
x
(
t
)
,
y
(
t
)
,
z
(
t
)
)
x
′
(
t
)
+
b
(
x
(
t
)
,
y
(
t
)
,
z
(
t
)
)
y
′
(
t
)
+
c
(
x
(
t
)
,
y
(
t
)
,
z
(
t
)
)
z
′
(
t
)
}
d
t
.
{\displaystyle =\int _{a}^{b}\left\{a(x(t),y(t),z(t))x'(t)+b(x(t),y(t),z(t))y'(t)+c(x(t),y(t),z(t))z'(t)\right\}\,dt.}
Tale integrale coincide con il lavoro
W
{\displaystyle W}
compiuto per spostare una particella da
γ
(
a
)
{\displaystyle \gamma (a)}
a
γ
(
b
)
{\displaystyle \gamma (b)}
lungo la curva dal campo di forze
F
(
x
,
y
,
z
)
=
(
a
(
x
,
y
,
z
)
,
b
(
x
,
y
,
z
)
,
c
(
x
,
y
,
z
)
)
.
{\displaystyle \mathbf {F} (x,y,z)=\left(a(x,y,z),b(x,y,z),c(x,y,z)\right).}
↑
Si noti che
ω
(
x
)
(
T
(
x
)
)
=
∑
i
=
1
n
a
i
(
x
1
(
t
)
,
x
2
(
t
)
,
…
,
x
n
(
t
)
)
x
i
′
(
t
)
|
x
′
(
t
)
|
{\displaystyle \omega (\mathbf {x} )\left(\mathbf {T} (\mathbf {x} )\right)=\sum _{i=1}^{n}a_{i}\left(x_{1}(t),x_{2}(t),\ldots ,x_{n}(t)\right){\frac {x_{i}'(t)}{\left|\mathbf {x} '(t)\right|}}}