Il funzionamento del sistema economico si fonda su principi della libera iniziativa e della concorrenza fra imprese. Il sistema concorrenziale realizza l'interesse degli imprenditori a conseguire profitto e l'interesse generale del pubblico al più razionale impiego delle risorse e della migliore soddisfazione dei bisogni.

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Concorrenza
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Diritto commerciale

Il divieto di concorrenza sleale.

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Non ogni metodo di concorrenza è buono in base alla legge. Il codice vieta quei metodi che, per la loro scorrettezza e slealtà, sono idonei a danneggiare ingiustamente gli imprenditori concorrenti.

Articolo 2598 C.c.

Atti di concorrenza sleale

[…]

Compie atti di concorrenza sleale chiunque:

1) Usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l'attività di un concorrente;

2) Diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull'attività di un concorrente, idonei a determinarne il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell'impresa di un concorrente;

3) Si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l'altrui azienda.

Rimedi contro la concorrenza sleale.

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L'imprenditore che subisce atti di concorrenza sleale ha diversi strumenti legali a sua difesa. Alcuni prescindono sia dall'esistenza di un danno effettivo causato dalla concorrenza sleale sia dal dolo e dalla colpa dell'autore dell'atto.

Articolo 2599 C.c.

Sanzioni

La sentenza che accerta atti di concorrenza sleale ne inibisce la continuazione e da gli opportuni provvedimenti affinché ne vengano eliminati gli effetti.

Articolo 2600 C.c.

Risarcimento del danno

Se gli atti di concorrenza sleale sono compiuti con dolo o colpa, l'autore è tenuto al risarcimento dei danni. In tale ipotesi può essere ordinata la pubblicazione della sentenza.

[…]

Quindi:

  • Azione inibitoria (per far cessare immediatamente le pratiche al condannato)
  • Rimozione degli effetti (esempio ritiro dei prodotti immessi nel mercato…)
  • Risarcimento del danno (a titolo di responsabilità extracontrattuale)
  • Pubblicazione della sentenza

L'azione contro la concorrenza sleale può essere promossa anche dalle associazioni professionali del settore interessato e dalle camere di commercio.

Restrizioni legali della concorrenza.

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La concorrenza è socialmente utile e va favorita. Ci sono però circostanze in cui la legge valuta inopportuno che un soggetto faccia concorrenza a un determinato altro soggetto, in ragione dei particolari rapporti che esistono fra loro. Sono quindi stabiliti:

  • Per chi trasferisce l'azienda. Non può far concorrenza all'acquirente.
  • Per il lavoratore dipendente
  • Per il socio di società in nome collettivo
  • Per l'amministratore di società per capitali

Sono inoltre stabiliti casi in cui appare più opportuno nell'interesse generale che una data attività sia riservata ad un solo soggetto, abilitato ad esercitarla in posizione di monopolio (Esempio: Attività di produzione e distribuzione dell'energia elettrica, che con la nazionalizzazione del 1962 è stata sottratta ai privati, che la esercitavano in regime di concorrenza, e attribuita all'Enel – dal 1992 è stata trasformata in società per azioni a partecipazione pubblica).

Restrizioni convenzionali della concorrenza.

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L'iniziativa di limitare la concorrenza può venire, anziché dalla legge, dagli stessi imprenditori, perché ciò corrisponde al loro interesse. Accordi del genere sono chiamati intese. (Esempio: accordi di vendere ciascuno solo in una zona riservata, o comprare insieme materie prime da uno stesso fornitore).

Vista la delicatezza della materia, in base al codice, questi patti sono soggetti a:

  • Prescrizione di forma
  • Limiti nel contenuto (Ambito della restrizione (area o attività) e durata (max 5 anni).

Disciplina antitrust.

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Obiettivo è quello di individuare, vietare e colpire i comportamenti delle imprese che limitano la concorrenza e ostacolano il buon funzionamento del mercato. Esistono norme Antitrust anche nell'Ordinamento Europeo. Sono vietate:

  • Intese fra imprese suscettibili di pregiudicare il commercio fra gli stati membri;
  • Sfruttamento abusivo della posizione dominante che un'impresa o un gruppo di imprese abbia conquistato nel mercato comune.

Nell'Ordinamento Italiano la prima normativa Antitrust è arrivata soltanto nel 1990 (lg. 287) Colpisce tre tipi di comportamenti:

  • Intese restrittive della concorrenza (come accordi sui prezzi di vendita…) che sono nulle.
  • Abusi di posizione dominante (comportamenti di imprese che approfittano della posizione raggiunta)
  • Concentrazioni (Quando due società si fondono creando una posizione dominante da limitare concorrenza)

La concreta applicazione di questi divieti è affidata ad un apposito organo pubblico: Autorità garante della concorrenza e del mercato.