Utente:Stasi.margherita/Sandbox
Giuseppe Ungaretti è un poeta vissuto ai primi del novecento.
Vita
modificaUngaretti è nato ad Alessandria d'Egitto nel 1888, da genitori italiani (originari di Lucca). Nel 1912 si trasferisce a Parigi dove ha conosciuto i principali artisti di quel tempo.
Quando nel 1914 scoppiò la guerra Giuseppe Ungaretti era un interventista, in seguito si arruolò come volontario per l'esercito e partì per andare in guerra. Ungaretti venne mandato a combattere nel Carso, in Friuli.[1] Dopo la guerra trova occupazione presso il Ministero degli Esteri e aderisce al fascismo.
Nel 1936 Ungaretti lavora come insegnante all'Università di San Paolo in Brasile. Durante il suo periodo in Brasile suo figlio, di soli nove anni, muore e Ungaretti scrive una raccolta chiamata: il dolore.
Al suo rientro in Italia nel 1942 diventa insegnante all'università di Roma.
I suoi ultimi anni di vita sono pieni di attività, traduzioni, saggi critici, nuove raccolte di versi, le quali aumentano la sua fama.
Nel 1970 muore a Milano. [2]
Poetica
modificaUngaretti fa parte dei poeti della letteratura chiamata Ermetismo, cioè caratterizzata da un linguaggio difficile ambiguo e misterioso.[3] Le sue poesie sono piene di emozioni forti espresse con frasi brevi e con parole essenziali. Giuseppe Ungaretti spesso non usa la punteggiatura. Dà alle parole vari significati per far entrare nel testo il lettore.
Poesie
modificaNel 1916 vennero pubblicate le sue poesie nella raccolta Il porto sepolto. Le sue poesie erano autobiografiche e la sua poetica dava importanza alla parola, difatti nelle sue opere troviamo un'illuminazione improvvisa causata dalla parola. Ungaretti usava le Parole-verso, cioè parole essenziali che rimandano alla purezza, alla ricerca dell'identità e della verità.
Le sue poesie che trattavano la guerra erano:
- Veglia
- San Martino del Carso
- Soldati
- Fratelli
Veglia
modificaSpiegazione
modificaLa guerra è privata da ogni eroismo ed emerge la crudezza della lealtà e della morte (compagno morto), ma nonostante questo capisce che la vita e l'amore sono importanti.
San Martino del Carso
modificaSpiegazione
modificaIn questa poesia è completamente assente la punteggiatura e non ci sono le subordinate. Il percorso di interiorizzazione presente nella poesia mostra immagini belliche molto crude che riflettono il dolore interiore. Al cuore si paragonano due immagini: il cimitero e il paese distrutto.
Soldati
modificaSpiegazione
modificaNella poesia c'è il paragone tra i soldati (la loro condizione può esser estesa a tutta l'umanità) e le foglie autunnali hanno in comune la fragilità e la vicinanza alla morte (precarietà della vita).
Fratelli
modificaLa poesia si apre con una domanda. Qui si trovano le parole-verso: fratelli e fragilità, entrambe iniziano con fra e sono legate tra loro.
In questa poesia la foglia è simbolo di speranza al contrario della poesia Soldati dove simboleggia la fragilità.
Note
modifica- ↑ Wikipedia
- ↑ Raccontami, Emilia Asnaghi e Raffaella Gaviani, Lattes
- ↑ http://balbruno.altervista.org/index-183.html