Tipologie di testo

Fin dall'antichità, grammatici e retori si sono impegnati nella classificazione dei vari tipi di testo. I principali modelli adottati sono:

  • classificazione funzionale, la più tradizionale
  • classificazione interpretativa, classifica i testi in base al grado di rigidità previsti dalla comunicazione
  • classificazione diamesica, basata sul canale di trasmissione utilizzato
lezione
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Tipologie di testo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Laboratorio di scrittura
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 50%
Lezione precedente Materia Lezione successiva
Testo e paratesto Laboratorio di scrittura Uso della punteggiatura

In questa lezione ci soffermeremo sulla prima delle tre, in quanto più conosciuta e utilizzata.

Tipologie funzionali modifica

Il modello di classificazione dei testi più conosciuto e adottato nella didattica è quello funzionale proposto da Egon Werlich,[1] che in ultima analisi risale alla retorica classica in quanto, nella sostanza, riprende le partizioni del discorso da essa individuate: descrizione, narrazione, esposizione, argomentazione.[2] Werlich in particolare classifica i testi tenendo conto da un lato dello scopo che si propone il mittente, dall'altro delle capacità di comprensione del destinatario. Vengono così individuate cinque tipologie: narrativo, descrittivo, espositivo, argomentativo, regolativo.

Testo narrativo modifica

 
Il diario è un tipico testo narrativo. Nella foto, i diari segreti di Dietmar Riemann, fotografo della RDT che nel 1986 rinunciò alla cittadinanza per poter emigrare.

I testi narrativi raccontano una storia che si svolge nello spazio e nel tempo. L'azione è compiuta da un protagonista, che generalmente è affiancato da altri personaggi. È importante sottolineare che la narrazione non riguarda solo le opere letterarie come romanzi, racconti o fiabe: esistono infatti testi narrativi non letterari come gli articoli di cronaca, le pagine di diario, i resoconti di viaggio, le cronache storiche, le autobiografie. Inoltre, quella del raccontare è una delle attività più antiche del genere umano.

La struttura fondamentale dei testi narrativi si basa sulla successione cronologica dei fatti riportati. Per precisare questa successione e stabilire la durata degli eventi vengono utilizzati molti indicatori temporali, come prima, dopo, non appena etc. Non sempre, però, la narrazione rispecchia la successione in cui sono avvenuti i fatti: non sono rare infatti digressioni, salti temporali, anticipazioni. Tutti questi elementi hanno lo scopo di vivacizzare la narrazione, attirare l'attenzione del lettore, creare delle attese che possono essere soddisfatte o meno. In particolare si parla di:

  • analessi, quando si riportano fatti avvenuti precedentemente rispetto a quelli che si stanno raccontando (a volte viene chiamato anche sguardo all’indietro o flashback);
  • prolessi, quando si riportano fatti avvenuti successivamente rispetto a quelli che si stanno raccontando quindi si anticipa qualcosa che avverrà in futuro (detto anche salto in avanti o flash forward)

Testo espositivo modifica

I testi espositivi o informativi[2] forniscono informazioni, notizie e dati su un argomento, allo scopo di arricchire le conoscenze del destinatario. Sono esempi di testi espositivi i saggi di taglio divulgativo, le voci enciclopediche, i manuali scolastici, ma anche i messaggi di avviso e gli orari di treni e autobus.

L'autore di testi espositivi ha spesso il compito di riportare in forma discorsiva dati e informazioni provenienti da altre fonti. Per questo motivo è importante che il testo finale risponda a requisiti di chiarezza, organicità e coerenza nella disposizione delle parti. D'altra parte c'è una certa variabilità per quanto riguarda la composizione: i testi espositivi possono contenere narrazioni, descrizioni e argomentazioni. Per facilitare l'accesso alle informazioni presentate si ricorre inoltre a elementi paratestuali come sottotitoli, parole chiave evidenziate in neretto, note a piè di pagina, glosse, tabelle, grafici, schemi, elenchi puntati. Soprattutto nei testi di taglio scientifico ha un ruolo determinante la correttezza dei termini impiegati (motivo per cui abbondano le definizioni).

Testo argomentativo modifica

La caratteristica principale di un testo argomentativo è quella di sostenere una tesi a proposito di un dato argomento, e convincere il destinatario della bontà di questa tesi. Ciò che lo differenzia da altri testi che hanno finalità persuasive, è il fatto che nel testo argomentativo l'argomentazione è il fine dichiarato, e vengono messe in campo strategie che mirano a convincere attraverso il ragionamento e non facendo leva su aspetti emotivi o soggettivi. Esempi di questo tipo di testi sono gli articoli di fondo dei giornali, le arringhe degli avvocati, i discorsi dei politici, alcuni saggi di taglio scientifico o storico. Rientrano in questa classificazione anche i temi scolastici e i saggi brevi.

I testi argomentativi hanno una struttura ben nota:

  1. introduzione, in cui viene presentato il problema
  2. enunciazione della tesi che dovrà essere dimostrata
  3. argomenti a sostegno della tesi
  4. presentazione della tesi contraria (se necessaria)
  5. confutazione della tesi contraria (sempre se necessaria)
  6. conclusione, in cui si riassume quanto è stato detto e si ribadisce la bontà della tesi

La struttura, molto rigida, fa sì che il testo si presenti in sé unitario. Vengono spesso utilizzati connettivi logici per segnalare lo svolgimento del ragionamento. Inoltre, per risultare persuasivo il testo argomentativo deve tenere presenti gli aspetti culturali, etici e sociali che caratterizzano l'ambiente in cui vive il destinatario.

Testo prescrittivo modifica

 
Testamento di Shakespeare. Un testamento è un esempio di testo regolativo.

Come è intuibile dal nome, il testo prescrittivo o regolativo indica determinate regole o norme che devono essere rispettate; in generale, è implicito che il destinatario riconosca l'autorità dell'autore. Tipici esempi sono i testi delle leggi, gli statuti, le istruzioni per l'uso, le ricette.

I testi regolativi hanno una struttura gerarchizzata, e nei testi più formali le porzioni che li compongono sono marcati da numeri o lettere, così da facilitarne la consultazione. Nel caso delle leggi, la struttura segue una schematizzazione prestabilita, suddivisa in capi, articoli e commi.

I testi regolativi devono inoltre essere il più chiari possibile e, se necessario, esplicitare eventuali elementi che potrebbero generare dubbi. Per questo motivo, bisogna utilizzare i termini con la massima precisione, così da evitare ambiguità.

Nel caso di testi regolativi formali (leggi, statuti) l'emittente è un'autorità pubblica. Nei testi non formali, invece, l'autore è di solito un esperto. La struttura in questo secondo caso non è rigida, e in certi casi possono essere presenti anche delle immagini allo scopo di facilitare la comprensione dell'argomento. L'emittente può infine rivolgersi al lettore sia utilizzando espressioni impersonali (si prenda, accendere) oppure ricorrendo alla seconda persona singolare o plurale del verbo (prendete, accendete). Solo nei testi formali si utilizza il modo imperativo.

Note modifica

  1. Egon Werlich, A text grammar of English, Heidelberg, Quelle & Meyer (1a ed. 1976, 2a ed. 1982).
  2. 2,0 2,1 Letizia Lala, Tipi di testo in Enciclopedia dell'Italiano, Istituto dell'enciclopedia italiana, 2011

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