Uso della punteggiatura

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La virgola: utilizzo, non utilizzo e suoi sostituti
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Uso della punteggiatura
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Laboratorio di scrittura
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 50%

La virgola è un segno che utilizziamo per segnalare una discontinuità logica o grammaticale nel costruzione del discorso. È frequente riscontrare nei testi suoi usi impropri e abusi: troppe frammentano il discorso e troppo poche lo confondono.

Regole generali

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  1. NO tra soggetto e predicato. Infatti soggetto e predicato sono logicamente uniti nella costruzione del discorso, non vi è dunque alcun motivo di porre pause e divisioni. Esempio: Roberto va al mare è corretto, mentre Roberto, va al mare. è sbagliato.
  2. NO tra predicato e oggetto. L'oggetto ha la funzione di "spiegare" il predicato, di completarlo indicando chi/come/quando/cosa è affetto dalle conseguenze del verbo; anch'esso risulta indissolubilmente legato al discorso per la sua comprensione, dunque non ci va alcuna divisione. Esempio: Roberto va al mare di corsa! è corretto e ci dice che Roberto fa fretta di arrivare al mare, mentre Roberto va al mare, di corsa! è sbagliato e non ci permette di capire il significato reale della frase.
  3. SÌ negli elenchi o in sequenze di termini paralleli di numero superiore a due. Tra il penultimo e l'ultimo termine non si usa la virgola, ma una congiunzione (tipicamente e), come nel caso di elenchi di due termini soli.
  4. SEMPRE nelle interiezioni (es. "uffa", "gulp", "ehi", ecc.). Sono uno stacco dal discorso quasi per definizione.
  5. SÌ tra principale e subordinata. Esempio: Studio scrittura creativa (principale), e mi sento subito più colto (subordinata). Infatti la subordinata ha la funzione di aggiungere qualcosa alla principale, ma non è necessaria per dare senso logico alla frase principale: infatti, "studio scrittura creativa" ha perfettamente senso, solo che se ci aggiungo la subordinata acquista un altro senso perché entra in un contesto più ampio. Tuttavia, non va messa se la subordinata è molta breve, restrittiva (es. non mi piacciono le case no virgola squadrate) e, comunque, dovunque la virgola generi confusione o pause fuori luogo.

Può costituire eccezione alla regola 1 quando soggetto e predicato sono inseriti in un discorso molto lungo, dove non è possibile scindere la frase e dove sia necessario l'uso di una pausa (la virgola) per chiarire la costruzione logica della frase. Tipicamente accade quando predicato o complemento oggetto hanno una congiunzione. Per esempio La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.; in questo caso, la e che compone il complemento oggetto rischierebbe di confonderci se dopo non vi fosse una virgole che ha funzione di ricomporre il predicato (la Repubblica (soggetto) tutela [...] e garantisce (predicato)).

Alternative grammaticali alla virgola

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La virgola può essere sostituita con il segno "—" (trattino lungo) quando si vuole dare un'idea di maggiore pausa, come nel caso di un inciso nel discorso: "Il professor Caio — se davvero professore si può chiamare un tal figuro — è evidentemente in imbarazzo quando ...". Il trattino lungo è molto elegante e, usato sapientemente, sa dare un tocco di eleganza, chiarezza e scorrevolezza al testo.

In generale, vale una regola che domina un po' per tutta l'attività di scrittura: se non suona bene, è scorretto. Questa è la bussola della scrittura che non solo ci tiene lontano dagli errori, ma ci induce alla revisione del nostro lavoro: mentre scriviamo suona tutto bene, ma quando rileggiamo sentiamo tutte le dissonanze. Ma, a volte, scopriamo addirittura dissonanze che funzionano, creando uno stile.