Rilievo aerofotogrammetrico

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Rilievo aerofotogrammetrico
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Fotogrammetria architettonica

Rilievo aerofotogrammetrico

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È evidente che la camera metrica può essere sistemata anche sull'aereo, anzi c'è chi è convinto che essa possa essere utilizzata solo in questo modo. La ripresa, in questo caso, non è semplice quanto quella finora analizzata, che, per differenziare, chiameremo terrestre. Tenuto conto che la quota di volo, e, quindi, la distanza di ripresa, varia da 300 a 2000 metri, è da escludere qualsiasi impiego della camera stereometrica. La posizione del punto di ripresa non sarà più nota, così pure l'orientamento esterno e quello relativo; dunque, la ricostruzione del modello ottico dovrà essere fatta solo sulla base dei punti di controllo. Il materiale sensibile dovrà essere in rullo, per consentire un rapido ricaricamento della camera e, quindi, la regolazione dell'intervallo tra i tempi di scatto, da cui dipende la lunghezza della base, in funzione della velocità dell'aereo. La rotta di volo deve essere tale da consentire la ripresa fotografica con una serie di fotogrammi, la cui copertura è del 60% nella direzione di volo e del 30% in quella trasversale. Il fotogramma, normalizzato nella dimensione 23x23 cm, ha una scala che non concede più le libertà della fotogrammetria a corta distanza, almeno nel rilievo architettonico, dove interessa più la precisione relativa che quella assoluta.

Scala fotogramma

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Schema di ripresa aerea

In questa sede, rimandiamo al fotogrammetra i problemi inerenti alla precisione e ci occupiamo, piuttosto, di quelli relativi alla finalizzazione. Normalmente le riprese aeree sono finalizzate a scopi cartografici, ciò che ha portato alla standardizzazione per quel che riguarda la focale dell'ottica adottata e la scala del fotogramma, che come si rileva dallo schema riportato a lato, è dato dal rapporta l'ampiezza del terreno fotografato e la focale della camera.
L'urbanista è stato abituato a studiare la città tramite le restituzioni cartografiche, sia pure in grande scala, ma chi ha letto i fotogrammi è stato sempre un addetto alla restituzione, ignorante in fatto di urbanistica ed architettura. Mantenendo fissa la scala del fotogramma, possiamo variare la focale e quindi la quota di volo con possibilità di analizzare anche i prospetti degli edifici che si affacciano su una stessa strada. L'urbanista è abituato a studiare il territorio tramite planimetrie e troverebbe estremamente utile servirsi di una visione prospettica tridimensionale, ottenuta da bassa quota con ottica a corta focale. Non andrebbero trascurate le riprese oblique, rinunciando, ovviamente, a ricavare dagli stessi fotogrammi le stampe in scala, per le quali diventa indispensabile l'impiego di lunghe focali, con asse ottico verticale.
Non è azzardato sostenere che, anche nel caso di rilievi aerofotogrammetrici, il committente debba collaborare nella finalizzazione del rilievo, partecipando a voli di ricognizione. Da ricordare, infine, la possibilità di richiedere riprese a colori, sia in emulsione normale che all'infrarosso per applicazioni particolari.

Camera Wild RC10

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Camera per riprese aeree Wild RC10
 
Sistema per riprese aeree Wild RC10

In figura è riportato il sistema di ripresa universale Wild Aviophot RC 10. Sono facilmente riconoscibili:

  • i coni-obiettivo, intercambiabili, Super-Aviogon II (f/5,6, f=8,8 cm) Aviogon Universal I (f/5.6, f=15 cm), Aviogon Universal II (f/4, f=15 cm), Aviogon Normal II (f/4 f=21 cm), Aviotar II (f/4, f=30 cm). tutti con formato immagine 23x23 cm e diaframma regolabile sui valori 5.6, 8, 11, 16, 22;
  • il dispositivo di sospensione;
  • i magazzini del film, utilizzabili a coppie, capaci cli contenere bobine della lunghezza massima di 150 M.

Nel mirino della RC 10, l'operatore, oltre all'immagine della zona sorvolata, può osservare:

  • il punto centrale del fotogramma;
  • le linee di guida corrispondenti ad un ricoprimento laterale del 20 e 30%;
  • due riferimenti per la misura, mediante un intervallometro, del tempo di scorrimento di un punto del terreno. Il tempo, impiegato dal punto per passare da un riferimento all'altro, indica l'intervallo tra due scatti consecutivi per ottenere un ricoprimento longitudinale del 60%;
  • la focale dell'obiettivo utilizzato;
  • l'inquadratura, corrispondente al cono-obiettivo impiegato, variabile mediante la rotazione di una manopola,
  • l'immagine di una livella sferica per il controllo della verticalità dell'asse ottico.

Inoltre la camera è dotata di:

  • un regolatore del ricoprimento longitudinale con 12 posizioni, corrispondenti a 20, 25, 30, 50, 55, 60, 65, 70, 75, 80, 85, 900%;
  • un apparecchio di comando con contatore di fotogrammi, indicatore del tempo di esposizione, selettore di diaframma, selettore del ricoprimento;
  • comando di scatto per riprese singole o consecutive;
  • comando per il trasporto del film senza esposizione;
  • spia luminosa indicante una insufficiente depressione per la planeità del film;
  • indicatore di ciclo, relativo all'intervallo di scatto in funzione dell'angolo di ripresa, delta quota di volo e delta velocità dell'aereo.

Bibliografia

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  Il rilievo dell'architettura, su YouTube.

Collegamenti esterni

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