Rendiconto finanziario dei flussi di Cassa

Abbiamo definito la "cassa" come quel contenitore che raccoglie i contanti, i conti correnti attivi e passivi e i titoli liquidabili nel breve termine. Diciamo subito che cassa e CCN (Capitale Circolante Netto) sono legati da una relazione molto semplice: infatti il CCN è scomponibile in due parti:

  • variazione della "cassa"
  • variazione di altre parti dell'attivo corrente e del passivo corrente
lezione
lezione
Rendiconto finanziario dei flussi di Cassa
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Bilancio

secondo la seguente relazione:

ΔCCN = ΔCassa + Δaltre attività/passività correnti

da cui consegue immediatamente che:

ΔCassa = ΔCCN - Δaltre attività/passività correnti

Tenendo bene a mente quest'ultima relazione, analizzeremo i flussi di cassa relativi ad ognuna delle due gestioni.

Gestione reddituale

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Sappiamo bene che la gestione reddituale non è "formata" solo da flussi di cassa. Anzi, le altre attività/passività sono spesso in numero cospicuo. Ne consegue che, se vogliamo trovare il flusso di cassa della gestione reddituale, dovremo scorporare i valori che non costituiscono flussi di cassa, dettagliando l'equazione nel seguente modo:

+ Flusso di CCN della gestione reddituale
-/+ incremento/decremento delle attività correnti della gestione reddituale
-/+ incremento/decremento dei crediti
-/+ incremento/decremento del magazzino
-/+ incremento/decremento di ratei e risconti attivi
+/- incremento/decremento delle passività correnti della gestione reddituale
+/- incremento/decremento dei debiti
+/- incremento/decremento di ratei e risconti passivi
= Flusso di cassa della gestione reddituale

Occorre porre molta attenzione alla logica che pervade questo schema:

  • un incremento delle attività correnti ha segno -. Appare ovvio che, se abbiamo un credito nei confronti di un cliente, nella nostra cassa non entrano fondi liquidi, e quindi dobbiamo scalarli al CCN. Si tratta di un investimento in attivo circolante;
  • un decremento delle attività correnti ha segno +. Infatti se il cliente di cui sopra estingue il suo credito, noi cancelleremo il credito e metteremo i soldi nella nostra cassa, e quindi bisognerà aggiungere questa voce. Si tratta di un disinvestimento di attivo circolante;
  • un incremento delle passività correnti ha segno +. Se contraiamo un debito, è logico presumere che dalla nostra cassa non siano usciti fondi liquidi, e pertanto dobbiamo sommarlo. Finanziariamente parlando, si tratta di un finanziamento che riceviamo dal nostro fornitore;
  • un decremento delle passività correnti ha segno -. Se decidiamo di estinguere il debito, infatti, questo comporta un'uscita di liquidità dalla nostra cassa. Con questo pagamento, si dice che noi riduciamo il finanziamento che il nostro creditore ci ha concesso.

Questo sfasamento è ovvio: il ciclo tecnico produttivo (ovvero quello che va dall'inizio dell'attività di fabbricazione fino al prodotto finito) non coincide con il solitamente più lungo ciclo economico (che va dal ricevimento della fattura dai fornitori sino all'emissione della fattura ai clienti) e questi ultimi due non coincidono neppure con il ciclo monetario (che inizia con il pagamento ai fornitori sino all'incasso dai clienti).

Gestione patrimoniale

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La gestione patrimoniale risulta essere solitamente più semplice rispetto alla gestione reddituale, a causa del minor numero di attività\passività correnti correlate alla gestione patrimoniale. Rimane, tuttavia, la distinzione fra la gestione degli investimenti e quella dei finanziamenti.

Si consideri il seguente esempio: un'impresa intende investire in un impianto dal costo di 15 000 euro. Tuttavia questo investimento viene "spalmato" nel tempo (poniamo, su cinque anni), dunque la quota che esce dalla cassa al termine di un dato esercizio è data da 3 000 euro. In base alla relazione fondamentale, abbiamo la seguente equazione:

-15 000 € (CCN) = -3 000 € (Cassa) - 12 000 € (Altre passività - debiti verso fornitori di impianti)