Pittura su tavola
La pittura su tavola è stato il principale supporto delle opere pittoriche europee dall'antichità al XVI secolo, prima di venire quasi completamente sostituita dalla pittura su tela.
La "tavola" lignea era di solito preparata scegliendo alcune assi di legno stagionato alcuni anni (affinché fosse meno soggetta a deformazioni), coperte da una preparazione spesso composta da gesso e colla di coniglio. I pigmenti venivano in genere applicati con tempere composte da tuorlo d'uovo.
In Italia e nel sud dell'Europa si sceglievano legni molto diffusi come quelli di pioppo, di tiglio o di cipresso, mentre nell'area fiamminga si usavano legni più rari e pregiati: in ogni caso i risultati in termini di durata nel tempo entrambi i metodi si sono rivelati ottimi. L'importante era evitare legni che contenessero difetti come nodi, o alte quantità di tannino (come nel castagno), una sostanza contenuta in molte specie vegetali che talvolta rifioriva anche sulle tavole stagionate macchiando di nero lo strato preparatorio o addirittura la pellicola pittorica.
La produzione più tipica della pittura su tavola medievale è il polittico (o trittico o dittico eccetera), usato per decorare gli altari delle chiese. Con il passare del tempo essi si arricchirono di sempre più scomparti e cornici più complesse.