lezione
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Obiettivo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Fotogrammetria architettonica


Obiettivo

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Nel Magiae naturalis, Giovan Battista Della Porta, a proposito della camera obscura, scrive " se voi ponete al buco una lentecchia di cristallo, subito vedrai le cose assai più chiaramente, le faccie di coloro che vanno per le strade, i colori delle vesti, le vesti, e tutte le cose, come se proprio le vedessi da presso, non senza grandissimo piacere, che coloro che lo vedono non possono tanto meravigliarsi, che basti. ". Dunque, compito dell'obiettivo, nella macchina fotografica, è quello di fornire un'immagine nitida e luminosa. Ma con l'introduzione della lente, a causa della rifrazione, difficilmente uguale in tutti i punti della stesa, si pone il problema della distorsione dell'immagine e, nel caso di fotografia a colori, della scomposizione dei colori, problema tutt'altro che trascurabile in fotogrammetria.

 
Ripresa fotografica della Moschea di Omar con obiettivo grandangolare
 
Ripresa fotografica della Moschea di Omar con teleoobiettivo

Se con un obiettivo (oppure una semplice lente convessa) proiettiamo l'immagine del sole su di un foglio di carta, avremo un cerchio luminoso, il cui diametro varia al variare della distanza carta-obiettivo. Questa distanza, misurata in millimetri, prende il nome di focale, allorquando l'immagine si riduce ad un punto, cioè quando i raggi solari (paralleli) sono deviati dalla lente in modo da convergere in uno stesso punto, tanto che la carta prende fuoco.
Considerando un triangolo che ha per base la larghezza dell'immagine e per altezza la focale, ci rendiamo conto che con l'aumentare della focale si riduce l'angolo di ripresa (teleobiettivo) e, viceversa, con il decrescere della focale stessa si passa agli obiettivi grandangolari.
Si parla obiettivo normale quando l'angolo di ripresa, prossimo a 60°, corrisponde alla normale visione umana. Con valori superiori, si passa agli obiettivi grandangolari e supergrandangolari, Si entra nel campo dei teleobiettivi quando l'angolo è inferiore a 60°.

Distanza principale

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La distanza principale, misurata in centesimi di millimetro, è la distanza tra l'obiettivo e la superficie sensibile, esistente al momento della ripresa e si rileva durante la taratura della camera metrica.
Per sottolineare la differenza tra le due distanze, potremmo dire che:

  • la focale dell'obiettivo, misurata in millimetri, fa parte dei dati di progetto e può essere rilevata sulla camera, con la messa a fuoco su infinito;
  • la distanza principale della camera ri rileva, dopo il montaggio dell'obiettivo, mediante taratura, effettuata generalmente dalla casa costruttrice.

Diaframma

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Ritratto eseguito con obiettivo supergrandangolare
 
Ritratto eseguito con teleobiettivo

Il diaframma è un foro, a diametro variabile, che regola l'intensità del fascio luminoso proiettante l'immagine sul piano sensibile della camera. I valori (f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16), determinati dal rapporto tra la focale dell'obiettivo e il diametro del foro stesso, sono calcolati e ordinati in modo tale che, passando da una divisione alla successiva, si dimezza la quantità di luce che entra nella camera. In pratica, più il valore è alto, minore è la quantità di luce che passa, per cui il valore più baso corrisponde alla luminosità dell'obiettivo.

Profondità di campo

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Se accendiamo una candela e, con una lente, proiettiamo la sua immagine su di uno schermo, ci rendiamo facilmente conto che, per ogni posizione dello schermo, esiste una sola posizione della lente in grado di fornire un'immagine nitida della fiamma, infatti per una legge dell'ottica, se indichiamo con f, p e q rispettivamente la focale e le distanze della lente dalla fiamma e dallo schermo, esiste la relazione 1/f = 1/p + 1/q. Dunque, per ogni posizione dell'obiettivo, sono messi a fuoco solo gli oggetti posti su un piano, ma, in realtà, se fotografiamo un piano, posto per esempio a 5 m. e regoliamo su questa distanza la messa a fuoco, siamo soddisfatti anche dalla qualità delle immagini di oggetti posti più vicini e più distanti di 5 m. Si definisce profondità di campo la distanza, tra l'oggetto più vicino e quello più lontano, le cui immagini siano riprodotte in maniera soddisfacente. Con un minimo di prove, inoltre, possiamo prendere atto che la profondità di campo::

  • aumenta con l'aumentare del valore del diaframma, cioè con il diminuire del diametro del foro;
  • diminuisce con l'aumentare della focale. Infatti, per fare i ritratti, si ricorre al teleobiettivo, non solo per ridurre le apparenti deformazioni del viso, ma anche per cancellare oggetti posti avanti o dietro al soggetto fotografato.

Bibliografia

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  Il rilievo dell'architettura, su YouTube.

Collegamenti esterni

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