Materiale sensibile

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Materiale sensibile
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Fotogrammetria architettonica
Confronto tra camere analogiche e camere digitali
ingrandimento del particolare, segnato dal rettangolo rosso, della foto soprastante

Materiale sensibile

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Il materiale sensibile ha la funzione di fissare l'immagine proiettata dall'obiettivo e possiamo subito differenziarlo in analogico (lastra o pellicola sensibile) e digitale, (sensore elettronico). In ogni caso, ai fini dell'impiego in fotogrammetria, possiamo assimilare il materiale sensibile ad un particolare mosaico, in cui ogni tassello assume un colore diverso in funzione del tipo di luce che lo colpisce. Evidentemente, a parità di dimensioni dell'immagine proiettata, la nitidezza raggiunta sarà direttamente proporzionale al numero di tasselli contenuti nella superficie. Cominciamo, quindi, a parlare di risoluzione, cioè di numero di tasselli contenuti nell'unità di superficie. Nella foto a destra è riportato l'ingrandimento dei comandi della camera stereometrica, indicati dal riquadro in rosso.

Fotografia analogica

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Il materiale sensibile, nel caso della fotografia analogica, è costituito da una lastra o pellicola, sulla quale viene steso uno strato di granuli sensibili alla luce. Per visualizzare l'immagine, occorre sottoporre detto materiale ad un processo chimico, che, per quanto semplice, richiede un certo tempo. A fronte di questo evidente inconveniente, il materiale sensibile analogico, almeno per il momento, ha il vantaggio di avere una grandissima risoluzione, cioè un elevatissimo numero di granuli per unità di superficie. Altra caratteristica di questo materiale è la sensibilità (misurata in DIN, ASA o ISO), cioè la capacità di fissare una stessa immagine con quantità di luce differenti. Una pellicola molto sensibile richiede una quantità di luce inferiore a quella necessaria per fissare la stessa immagine su una pellicola poco sensibile, viceversa questa, rispetto alla precedente, ha una maggior risoluzione. Si parlava di pellicola a grana grossa, dotata di basso contrasto, e pellicola a grana fine, dotata di alto contrasto. Ovviamente, in fotogrammetria aerea, la scelta ricadeva sulla seconda, mentre, con l'applicazione della fotogrammetria all'architettura, negli anni '60, la scelta si è spostata sulla seconda, tuttavia non si può parlare di regola fissa, perché tutto dipende da ciò che si vuole fotografare.

Fotografia digitale

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Un fotogramma del rilievo fotogrammetrico del castello di Muro Lucano - 28/12/1980

Nella fotografia digitale, non si parla più di pellicola o lastra ma di sensore ed i granuli vengono sostituiti dai pixel. Per quanto riguarda la risoluzione si parla di pixel per unità di superficie e di numero di pixel del sensore. Indubbiamente il più grande vantaggio, offerto da questo tipo di fotografia, è dato dalla possibilità di visualizzare l'immagine in tempo reale e, quindi, di poterla correggere. Altro vantaggio, in fotogrammetria, è dato dall'orientamento interno, che nell'analogica variava da fotogramma a fotogramma. Nella foto a destra è possibile notare la non coincidenza dell'orientamento dell'immagine (determinato dalla congiungente le marche laterali) con quello del fotogramma.

Bibliografia

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  Il rilievo dell'architettura, su YouTube.

Collegamenti esterni

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