Le religioni riferibili a questo ambito appartengono alle civiltà greca e romana.
Le religioni del mondo classico erano, quantomeno nei loro aspetti di culti cittadini, per la maggior parte politeiste: credevano cioè a più dèi ognuno dei quali presiedeva a una "potenza" (ad esempio Ares/Mars era il dio della potenza dello scontro fisico nel combattimento, mentre Zeus/Iupiter rappresentava, tra le altre, la potenza della regalità divina).
I Greci, anche se erano divisi in tante πόλεις, città stato indipendenti, erano consapevoli di formare una cultura unitaria, infatti condividevano culti simili e simili racconti cosmogonici e mitologici. L'arte greca, così come quella romana, rappresentava i propri dèi in forma antropomorfa, in quanto ritenuta la più adeguata per essi.
I Romani, pur possedendo dei propri miti fondativi, a partire dal VII/VIII secolo a.C., e grazie alla mediazione degli Etruschi, assorbirono la mitologia dei Greci.
Gli dèi greci così come quelli romani, almeno per quanto attiene i miti raccontati ad esempio da Omero ed Esiodo, potevano operare anche il male per realizzare la propria volontà esigendo dagli uomini la loro sottomissione.
Accanto ai culti, ai racconti cosmogonici e mitologici dei poeti e dei cantori, e all'arte religiosa, fin dalle origini della cultura classica si collocano le riflessioni teologiche dei filosofi, i quali consideravano i miti delle allegorie quando non palesemente falsi o ridicoli.
Nel corso dei secoli, nell'ambito del mondo classico, si diffondono anche le religioni dette "misteriche" con una diversa (quando non contrapposta) valutazione del divino e dell'umano rispetto ai più diffusi culti e miti propri della religione cittadina.