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Le valli ladine
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Cultura ladina

Suddivisione territoriale

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I territori della cosiddetta Ladinia, dove si parla la variante dolomitica

Si hanno le seguenti varianti:

Più controversa è la questione dell'appartenenza al ladino anche del

    • Nones, parlato in Val di Non e con varianti nelle diverse zone della valle;
    • Solandro, parlato in Val di Sole, in Val di Peio e in Val di Rabbi, con due forme differenti: la prima influenzata fortemente dal nones, e parlato nella bassa valle, un'altra, più conservatrice di termini e toponimi ormai spariti nella bassa valle, parlata nell'alta valle, con caratteri di certa derivazione celtica.

All'ultimo censimento linguistico del 2001 quasi 9.000 trentini al di fuori dell'area ufficialmente ladina si dichiararono ladini, prevalentemente in Val di Non e Val di Sole.

  • Area orientale (di transizione al veneto-alpino e in parte al friulano):

I dialetti occidentali risentono di stanziamenti celti (breoni) e dal confinare coi dialetti lombardi (trentino), i dialetti centro-orientali da stanziamenti reto-veneti e dal confinare coi dialetti veneti (feltrino, bellunese) e friulani (carnico).

In Provincia di Bolzano (Balsan/Bulsan) è lingua ufficialmente riconosciuta in base all'art. 102 dello Statuto d'autonomia sulla valorizzazione delle iniziative e attività culturali e la minoranza ladina viene tutelata con diverse norme riguardanti tra l'altro l'insegnamento nelle scuole pubbliche e la facoltà di usare il ladino nei rapporti orali e scritti con gli uffici della pubblica amministrazione, con esclusione delle forze armate e le forze di polizia. Infatti nelle scuole delle località ladine dell'Alto Adige la lingua ladina è lingua d'insegnamento assieme al tedesco e italiano. In base alla delibera della Giunta Provinciale n. 210 del 27 gennaio 2003 (Utilizzo della lingua ladina da parte degli enti pubblici e negli atti normativi) "le varianti del ladino con riconoscimento ufficiale in provincia di Bolzano sono il ladino unificato della Val Badia e quello della Val Gardena".

Recentemente anche in Provincia di Belluno, grazie alla normativa sulle minoranze linguistiche storiche (legge 482/1999), sono stati riconosciuti ladini i comuni del Cadore, del Comelico, dell'Agordino, della Valle del Biois, dell'alta val Cordevole e della Val di Zoldo. È attivo l'Istituto Ladin de la Dolomites (Istituto Culturale delle Comunità dei Ladini Storici delle Dolomiti Bellunesi), con sedi a Borca[4] e Selva di Cadore.

Recentemente è stato concluso il progetto SPELL che mira alla creazione di una lingua ladina standard. Dapprima si è realizzata una grande ricognizione sulla realtà linguistica delle valli ladine con l'informatizzazione del completo patrimonio lessicale, dopodiché si è passati alla redazione di un dizionario e di una grammatica di base.

  1. Tav. I.5 appartenenza alla popolazione di lingua ladina (censimento 2001), Annuario statistico della provincia autonoma di Trento 2006 - Tav. I.5
  2. Ernesto Majoni e Luigi Guglielmi: Ladinia bellunese: storia, identità, lingua, cultura. Manuale informativo. Tipografia Ghedina, Cortina 2003 (p. 15)
  3. La regione cadorina o Cadore correttamente delineata nei suoi confini storici, costituisce una unità anche sotto il profilo linguistico. Che siano Cadorini anche i comeliani, è cosa certa. Il Cadore con il Comelico e con Cortina (fino al 1511) ebbe una sola storia civile, religiosa ed anche linguistica. È tuttavia ovvio che i dialetti comeliani conservino più abbondantemente i caratteri più arcaici (quindi più ladini) - Giovan Battista Pellegrini, I dialetti ladino-cadorini, Miscellanea di studi alla memoria di Carlo Battisti, Firenze, Istituto di studi per l'Alto Adige, 1979
  4. Istituto Ladin de la Dolomites

alla nota 4 andrebbe aggiunto che l'istituto ladino di Borca è chiuso ormai dal 2020