La declinazione greca e l'articolo (superiori)

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La declinazione greca e l'articolo (superiori)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Grammatica greca per le superiori 1
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

La declinazione greca

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La morfologia è quella parte della grammatica che studia la forma (μορφή) delle parole e la flessione delle parti variabili del discorso, quali la declinazione degli articoli, dei sostantivi, degli aggettivi e del pronome e la coniugazione dei verbi.

Radice, tema, desinenza

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Anche in greco, come nelle altre lingue indoeuropee, la parola si divide in tre parti:

  • radice: è il gruppo fonetico che porta il significato fondamentale e che compare in tutte le parole appartenenti alla stessa famiglia.
  • tema: è la parte risultante dall'unione della radice con uno o più suffissi (nominale, aggettivale, pronominale, verbale) che servono a determinarne più esattamente il significato dal punto di vista grammaticale e formano con essa un tutto invariabile.
  • desinenza: è la componente variabile del vocabolo posta alla fine della parola e serve a determinarne la funzione logica, a distinguerne il genere, il numero e il caso per le parti declinabili, mentre nelle voci verbali a individuarne il numero e la persona.

In greco ci sono tre numeri: singolare, duale e plurale. Il duale serve a designare due persone o cose che in natura si trovano accoppiate (come ad esempio gli occhi, le mani, i piedi, ecc.) detto duale naturale, o che lo scrittore considera tali perché sono casualmente in numero di due (duale occasionale). Nella declinazione il duale ha solo due uscite: una comune per tutti i casi retti (nominativo, accusativo e vocativo), e un'altra comune per i casi obliqui (genitivo e il dativo). In attico il duale è poco usato e viene spesso sostituito dal plurale.

Vi sono poi tre generi, maschile, femminile e neutro, ma non sempre corrispondono all'italiano (un nome femminile greco può essere in italiano maschile). Il neutro greco alle volte corrisponde al maschile italiano, alle volte al femminile. Il neutro presenta un'unica uscita per i tre casi retti (nominativo, accusativo e vocativo), distinta in singolare e plurale, e nel duale ha le stesse terminazioni del maschile.

I casi invece sono cinque: nominativo, genitivo, dativo, accusativo e vocativo. I complementi che in latino sono all'ablativo in greco o sono espressi col genitivo o col dativo, con o senza preposizioni. Nella fase arcaica il greco aveva altri tre casi: lo strumentale, il locativo e l' ablativo poi l'ablativo si è fuso con il genitivo mentre il locativo e lo strumentale confluirono nel dativo. In Omero si trova ancora qualche esempio di forma arcaica.

L'articolo

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Anche in greco esiste l'articolo determinativo come in italiano. In origine era usato con il valore di pronome o aggettivo dimostrativo e solo più tardi assunse la funzione di determinare il sostantivo, come in italiano.

Singolare

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Caso Maschile Femminile Neutro
Nominativo τό
Genitivo τοῦ τῆς τοῦ
Dativo τῷ τῇ τῷ
Accusativo τόν τήν τό

Plurale

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Caso Maschile Femminile Neutro
Nominativo οἱ αἱ τά
Genitivo τῶν τῶν τῶν
Dativo τοῖς ταῖς τοῖς
Accusativo τούς τάς τά
Caso Maschile Femminile Neutro
N.A.V. τώ τά τώ
G.D. τοῖν ταῖν τοῖν

In greco non esistono articoli indeterminativi. L'indeterminatezza si può esprimere con il pronome indefinito τις, enclitico, che significa "un tale", "un certo".