Introduzione al rendiconto finanziario

Uno degli aspetti fondamentali che possono interessare il lettore del bilancio non riguarda solo l'analisi del patrimonio netto e delle sue variazioni, ma anche la costituzione, la provenienza e altre informazioni riguardanti le disponibilità liquide dell'impresa. Questo tipo di informazione risulta essere molto interessante qualora si voglia prendere in esame il grado di solvibilità dell'impresa, ovvero la capacità dell'impresa di far fronte agli impegni.

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Introduzione al rendiconto finanziario
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Bilancio

Il rendiconto finanziario è il prospetto preposto ad esprimere i valori relativi al flusso finanziario: in esso vengono ospitate sia le fonti (ovvero le cause che hanno portato ad un incremento delle disponibilità liquide) sia gli impieghi (ovvero, viceversa, le cause che hanno causato un decremento delle disponibilità liquide).

Le gestioni generanti flussi di cassa

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Si è soliti articolare il rendiconto finanziario in base a due gestioni tipiche:

  • Gestione reddituale, ovvero la gestione delle operazioni che hanno effetto sul reddito, quali, ad esempio, la gestione operativa, gli oneri finanziari e i tributi. Questa gestione può suddividersi in più "sottogestioni" che riflettono le gestioni rilevanti secondo la riclassificazione del conto economico a costo complessivo del venduto;
  • Gestione patrimoniale, che può suddividersi in:
  • Gestione degli investimenti;
  • Gestione dei finanziamenti.

Da notare, tuttavia, che anche la gestione patrimoniale può suddividersi ancora in base agli aggregati risultanti dallo stato patrimoniale riclassificato secondo la liquidità e l'esigibilità.

Secondo i principi contabili internazionali, dispongono che:

(EN)

«The cash flow statement should report cash flows during the period classified by operating, investing and financing activities»

(IT)

«il rendiconto finanziario deve riportare i flussi di cassa generati durante il periodo amministrativo classificati secondo le gestioni reddituale, degli investimenti e di finanziamento»

(IAS n. 7, Cash Flow Statement)

I principi contabili nazionali italiani prevedono che "il rendiconto o prospetto finanziario... ha lo scopo di riassumere:

  1. L'attività di finanziamento (autofinanziamento e finanziamento esterno) dell'impresa durante l'esercizio espressa in termini di variazioni delle risorse finanziarie;
  2. Le variazioni delle risorse finanziarie determinate dall'attività produttiva di reddito svolta dall'impresa nell'esercizio.
  3. L'attività d'investimento dell'impresa durante l'esercizio;
  4. Le variazioni nella situazione patrimoniale-finanziaria dell'impresa avvenute nell'esercizio;
  5. Le correlazioni che esistono tra le fonti di finanziamento e gli investimenti effettuati".[1]

Alcuni esempi di gestioni, impieghi e fonti generanti flussi di cassa

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Per approfondire questo argomento, consulta la pagina Utente:Tooby/Bilancio/Rendiconto_finanziario/EsempiGestioni.

Nozioni di risorse finanziarie

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Ci sono diversi modi di intendere la nozione di risorse finanziarie: in primo luogo, questa nozione considera le disponibilità liquide o fondi liquidi, in quanto essi sono prontamente spendibili dall'impresa e comunque tutte le operazioni di acquisizione e cessione di risorse fisiche e finanziarie comportano una movimentazione di contanti o di saldi di conto corrente. Tutte queste disponibilità vengono definite cassa e, in una prima approssimazione, si possono schematizzare come segue:

+ Cassa contanti e assegni
+ Conti correnti attivi
- Conti correnti passivi
= Cassa (disponibilità liquide)

Come si nota, già con questa definizione di "cassa", il rendiconto finanziario si discosta dallo stato patrimoniale riclassificato, che contiene i conti correnti passivi solitamente nella voce delle passività a breve termine: secondo la definizione appena data, quindi, entrano nella cassa anche dei conti con segno negativo. Questo comporta che il flusso di cassa possa avere:

  • segno positivo quando le fonti sono maggiori degli impieghi;
  • segno negativo quando gli impieghi sono maggiori delle fonti;

Tale prima definizione di cassa, tuttavia, non basta: nella prassi, infatti, vengono considerati come in cassa anche i titoli azionari e obbligazionari detenuti in un'ottica speculativa. Infatti questi titoli, essendo quotati e non essendo definiti partecipazioni, possono essere immediatamente negoziati sui mercati finanziari ed essere trasformati in liquidità. Pertanto la definizione di cassa si estende come segue:

+ Cassa contanti e assegni
+ Conti correnti attivi
+ Titoli azionari e obbligazionari detenuti a scopo di negoziazione a breve termine
- Conti correnti passivi
= Cassa (disponibilità liquide)

Torniamo ai conti correnti passivi: lo scoperto di conto corrente non è certo l'unico metodo con cui un'impresa decide di indebitarsi. Esistono altre forme di indebitamento, quali:

  • Anticipazioni bancarie salvo buon fine
  • Anticipazioni import
  • Finanziamenti a breve termine da rimborsarsi entro la chiusura dell'esercizio amministrativo

Questo ha portato, nella prassi, ad un ulteriore allargamento del concetto di cassa, venendo ad essere definita come indebitamento bancario netto a breve termine, che si compone come segue:

+ Cassa contanti e assegni
+ Conti correnti attivi
+ Titoli azionari e obbligazionari detenuti a scopo di negoziazione a breve termine
- Conti correnti passivi
- Conti correnti passivi per anticipazioni s.b.f. su fatture
- Conti correnti passivi per anticipazioni s.b.f. su cambiali e ricevute bancarie
- Conti correnti passivi per anticipazioni import
- Prestiti bancari a breve termine
= Indebitamento bancario netto a breve termine

Esiste, tuttavia, ancora un altro diverso concetto di risorse finanziarie, denominato capitale circolante netto (CCN), che rappresenta le risorse finanziarie che sono a disposizione dell'impresa entro la fine del presente esercizio amministrativo. Questa nozione considera non solo le disponibilità liquide, ma anche ogni valore attivo e passivo che si presume possa manifestarsi nel breve termine. Si nota, quindi, che questo concetto risulta essere molto meno volatile rispetto al concetto di cassa, che risulta essere sempre legato ai processi di tesoreria: la cassa, in sintesi, può assue valori molto differenti da un giorno all'altro. Invece, il CCN considera anche tutte le attività e le passività che si manifesteranno nel breve termine (in futuro, dunque), e quindi risulta avere un andamento molto più stabile rispetto alla cassa.

  1. Principio n.12 del CNDC (Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti)