Geologia della Valle d'Aosta

tratto del sito della Regione Valle d'Aosta:

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Geologia della Valle d'Aosta
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Geologia regionale

"La geologia per tutti è l'obiettivo che si propone questo progetto pilota sulla valorizzazione di alcuni geositi della Regione Valle d'Aosta; essi sono stati scelti secondo i criteri scientifici di classificazione del paesaggio quali la rarità, la rappresentatività, l'esemplarità didattica, il valore scenico e storico culturale, e l'accessibilità nell'ottica di una fruizione diretta o indiretta."

La formazione geologica della Regione Valle d'Aosta

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La valle d'Aosta è interessata per lo più nella sua formazione dall'orogenesi Alpina. Essa è il prodotto dell'evoluzione del sesso scoposo in moto convergente avvenuta da 100 milioni di anni a oggi dei margini continentali dell'Europa e della placca Adria. L'inizio della formazione della Regione Valle d'Aosta lo possiamo far coincidere con la lenta subduzione dell'Oceano Tetide, in particolar modo del bacino Ligure – Piemontese, inabissatosi sotto alla placca africana dell'Adria.

La subduzione oceanica e la formazione delle montagne

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Il fenomeno di subduzione dipende dal sesso delle placche tettoniche dallo scivolamento delle placche litosferiche che avviene similmente al movimento di una pialla che intaglia e leviga un blocco di legno, grosse quantità di sedimenti e scaglie della crosta oceanica vengono portate in superficie dai fondali dell'oceano, i materiali suddetti aumentano man mano che il fenomeno di subduzione procede e accrescono la loro quantità, l'attrito fra le placche in movimento spinge questi materiali ai bordi della fossa in cui avviene l'immersione dell'oceano e la quantità di materiale accresciuta forma dapprima montagne sottomarine che poi via via emergono dal mare come isolotti e poi si innalzano sopra il livello del mare divenendo delle vere e proprie catene montuose.

I materiali rocciosi che la subduzione trascina a grandi profondità incontrano temperature molto elevate, superiori ai 500 °C e pressioni pari a molti milioni di atmosfere, questo induce in esse il processo di metamorfismo. I basalti della crosta oceanica, si trasformano in prasiniti]], questo tipo di roccia è molto comune nei monti valdostani.

35 milioni di anni fa i continenti che vennero in collisione scontrandosi sospingono in alto i materiali complessi di accrezione che erano stati presi dalle placche in attività di subduzione e accavallamento, questo tipo di movimento esercita enorme pressione che rende malleabili gli strati rocciosi tanto che in essi si creano deformazioni plastiche in direzione sub-orizzontale che appaiono sotto forma di pieghe ed accavallamenti, questo tipo di formazione rocciosa si può notare osservando la costituzione roccea delle montagne valdostane.

La subduzione del bacino ligure-piemontese produce la graduale chiusura dell'oceano ed il trascinamento del margine continentale europeo verso quello della placca Adria - africana.

Le grandi unità paleogeografiche rispettivamente:

  • il margine dell' antico continente europeo,
  • il bacino oceanico ligure-piemontese
  • il promontorio africano dell' Adria

contigui fino a 100 milioni di anni fa occupavano una superficie di circa 3000 km, dopo il fenomeno di orogenesi e la seguente creazione delle montagne questa superficie si riduce ad essere in larghezza di soli 400 km, dal resto dell'estensione si sono formate la Catena Alpina e le sue dipendenze di Giura e Appennino Settentrionale.

Le spinte ancora in atto nel territorio Valdostano - Le vette più alte d'Europa

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Accanto a quelle compressive, originatesi dalla collisione della placche continentali, nel territorio Valdostano si verificano anche spinte provenienti dalla profondità della crosta terrestre di direzione verticale da queste il sollevamento ancora in atto dei complessi rocciosi. Esse, sono in atto da almeno 25 milioni di anni in alcuni settori delle Alpi fra cui il territorio valdostano. Interessate dal fenomeno sono in territorio valdostano, le vette del Gran Paradiso, del Monte Rosa, del Cervino e del Monte Bianco, che sono per l'appunto le montagne più alte d'Europa.

La Valle d'Aosta come "sutura"

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La Valle d'Aosta è una sorta di “cicatrice” dello scontro della crosta. Se analizziamo la sua carta geologica (collegamento nelle note in basso) si nota che la distribuzione delle principali unità geologiche che si trovano orientate in direzione Sud-Ovest/Nord-Est, non è casuale.

La zona di sutura tra le placche si estende tra importanti sistemi di frattura che ne costituiscono i bordi e rispettivamente: quella a valle, la Linea del Canavese, passa allo sbocco della Valle d'Aosta, nei pressi di Borgofranco d'Ivrea mentre quella a monte, il Fronte Pennidico, attraversa il territorio valdostano in corrispondenza di Courmayeur.

Le rocce che si interpongono tra queste due direzioni lineari, appartengono alla “Zona Pennidica” e risultano le più deformate della catena alpina perché esse sono di provenienza e genesi assai differenti. Le si trova accavallate le une sulle altre, sotto forma di falde di ricoprimento poiché hanno subito una complicata serie di trasformazioni metamorfiche che ne hanno determinato la formazione mineralogica e strutturale.

Nello spazio che separa Pont Saint Martin (Linea Canavese) da Courmayeur (Fronte Pennidico) di circa 70 km troviamo gran parte delle formazioni rocciose che si estendevano prima dell'orogenesi su un territorio molto più vasto, per darci un'idea di quale tipo di compressione geologica si sia attuata nella piccola regione valdostana, nella Paleografia (160 milioni di anni fa) i due blocchi Linea Canavese e Fronte Pennidico erano distanti tra di loro probabilmente migliaia di chilometri.

Dislocazione delle formazioni rocciose

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Bassa Valle d'Aosta

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Partendo dalle prime montagne della bassa Val d'Aosta fino ad Arnad e dalla valle del Lys fino a Gaby ci troviamo di fronte a rocce modellate in un complesso detto Sesia-Lanzo, (dal nome dei due fiumi che ne segnano il limite geografico delle zone rispettivamente a Est e a Ovest). Esse furono strappate dal bordo della placca africana e trascinate nella litosfera dove subirono ulteriori trasformazioni ad alte pressioni e basse temperature. La roccia formatasi prese il nome di eclogite ed è tra le più dense della crosta terrestre, ha peso specifico di 3,5 g/cm³, ed è costituita essenzialmente da un aggregato di due minerali: il pirosseno sodico omfacite, dal colore verde mela, ed il granato, in cristalli tondeggianti di colore rosso. A Bard, la valle attraversa dei micascisti, caratterizzati da una tinta di bruno ruggine, al loro interno è stata scavata dagli antichi Romani presso Donnas, una porzione della Strada romana della Gallie. L'erosione ha separato gran parte della coltre “africana” dal massiccio Sesia-Lanzo, formando isole continentali che in geologia si chiamano “Klippen” (in tedesco vuol dire scoglio). Klippen sono:

  • i lembi del Monte Emilius,
  • il Glacier-Rafray presso Champorcher
  • Etirol-Levaz in Valtournenche.

Una porzione di crosta continentale “africana”, è tutta la Valpelline e il fianco orografico destro dell'alta Valtournenche. La Becca di Viou, il Mont Faroma, la Becca di Luseney e il Cervino sono scolpite nelle rocce di questa unità che prende il nome dal massiccio svizzero della Dent Blanche. Essa è separata dalle unità geologiche sottostanti da un superficie lungo la quale, durante la nascita della catena, si è sviluppato il sovrascorrimento che osserviamo a tutt'oggi.

Verres, la Val di Cogne e la media Valle d'Aosta

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A Verres si entra nell' ” oceano perduto”, rappresentato dalle rocce del Complesso dei calcescisti con pietre verdi. Queste affiorano nella media Valle d'Aosta, dalla Valsavarenche fino a Gressoney, passando per la conca di Aosta. In questo settore sono rappresentate le rocce dell'antico fondo oceanico, rocce che ora si innalzano a formare la piramide del Monte Avic; sono rocce di formazione lavica sottomarina unite ad altre rocce ancora più profonde, del Mantello terrestre, trasformate in serpentiniti (pietra il cui colore ricorda un serpente). Nella zona di Cogne vi è nelle rocce un elevato contenuto in ferro che ne fa risalire la provenienza al Mantello e il metamorfismo che queste hanno subito ha fatto nascere un giacimento di magnetite, sfruttato industrialmente fino a trent'anni fa.

Vi sono anche rocce sedimentarie formate da accumuli enormi di quantità di sedimenti, provenienti dal bordo delle scarpate continentali e trasportati fino al fondo dell'oceano antico dalle frane sottomarine. Questi sedimenti formano le rocce calcescisti, che sono quelle più diffuse ed ampiamente distribuite nel bacino della Dora Baltea. Si trovano rocce sedimentarie intercalate dentro alle rocce oceaniche a causa dei complessi meccanismi di messa in posto delle falde, essi sono ripiegati dentro le rocce oceaniche che una volta ne costituivano il letto, ad esempio nella gola di Montjovet o nella parete Sud della Grivola.

Nei pressi di Champdepraz, Chatillon, Chambave e Gressoney si trova invece una varietà di serpentinite detta Oficalce, ha colore verde azzurro con striature bianche. Il suo aspetto ricorda quello di un breccia, formatasi sul fondo dell'antico oceano, gli spazi tra i frammenti di serpentinite sono stati cementati da vene di calcite.

La conca del Breuil e la piramide del Cervino

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Nella conca del Breuil a Cervinia i dolci ripiani che scendono dal Colle del Teodulo fino al paese con debole pendenza sono modellati entro l'unità di fondo oceanico detta di “Zermatt-Saas” da questi si può calcolarne a grande scala la successione originaria. Al di sopra affiorano i calcescisti e le rocce calcaree dell'unità superiore, detta del “Combin” di colore chiaro, sono ben visibilii nei settori del Monte Pancherot, a Cime Bianche che non a caso portano questo nome, e nella cresta del Furgen, ms esse sono praticamente visibili su tutto il versante destro fino all'altezza del rifuglio Duca degli Abruzzi.

Un contrasto morfologico netto, che si evidenzia con la cresta delle Grandes e Petites Murailles e dalla piramide del Cervino, sta a contrassegnare la comparsa di un grande frammento di crosta continentale africana proveniente dalla falda della “Dent Blanche”.

Il massiccio del Gran San Bernardo

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Oltrepassata Villeneuve, la valle si restringe nella sua morfologia, si ha il passaggio da calcescisti friabili a dure rocce cristalline. Qui entriamo nella Zona Pennidica Media, nota come Falda del Gran San Bernardo, che si estende dall'omonimo colle fino al massiccio del Ruitor. Questa è un'unità geologica appartenente all'antico basamento della placca europea, unità che come si può dedurre ha subito profondi cambiamenti, più cicli metamorfici dei micascisti e degli gneiss che la costituiscono. Essa è un'unità alpina molto profonda, al pari dei massicci del Gran Paradiso e del Monte Rosa il cui collegamento è nascosto in profondità sotto la depressione della valle della Dora Baltea, la si vede affiorare localmente sopra unità più superficiali, ad esempio, le rocce più antiche che costituiscono il Grand Nomenon sono sovrapposte su quelle più giovani i calcescisti della Grivola.

Derby, Morgex, e Courmayeur

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A Derby si entra nella zona costituita da rocce che originariamente erano i prodotti derivati dallo smantellamento del vecchio basamento europeo, si trovano depositi di materiali fini e grossolani e materiali organici. La cosiddetta Zona Permo-Carbonifera Assiale nella quale il metamorfismo ha agito sui materiali trasformandoli in parascisti, conglomerati e livelli di carbone antracite nei giacimenti di La Thuile e della Val d'Isère.

A Morgex si accede ad un'altra zona geologica. Qui si trovano montagne quali il Mont Crammont, la Testa di Licony e la Grande Rochère. La Zona delle Brecce di Tarantasia o Sion-Courmayeur, è l'ultima e la più esterna delle falde pennidiche. All'interno di questa zona si riconoscono le rocce carbonatiche di aspetto brecciato, per esempio alle Pyramides Calcaires in alta Val Veny, originatesi per effetto di gigantesche frane sottomarine quando già i primi effetti dell'orogenesi alpina si facevano sentire ed era già iniziata la fase di chiusura dell'oceano che separava le due placche continentali.

All'interno di queste rocce più recenti che si sono formate durante il Cretaceo (130 milioni di anni fa), si trovano delle pietre la cui struttura permette una facile suddivisibilità in lastre centimetriche, grazie alla presenza di sottili livelletti micacei. La Pietra di Morgex, infatti per la propria malleabilità è stata ampiamente cavata fino ad alcuni anni fa per la copertura di edifici.

L'alta Valle d'Aosta il Massiccio del Monte Bianco

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A Courmayeur, la valle d'Aosta si arresta di fronte al magnifico massiccio del Monte Bianco che è formato da graniti di età carbonifera, graniti che non hanno subito un metamorfismo molto elevato, come quelli del Gran Paradiso e del Monte Rosa perché questi si trovavano in posizione più prossima alla zona di collisione.

Nelle valli Veny e Ferret si trovano ancora alcuni lembi della zona di radici delle falde ultraelevetiche che, senza essere più coinvolte nel fenomeno generale della subduzione, sono state ribaltate verso la Francia e la Svizzera dalle spinte che andavano originando la catena alpina prima dell'emersione del massiccio granitico del Monte bianco. In questa zona, nella quale passa uno dei più importanti lineamenti tettonici delle Alpi, il Fronte Pennidico, possiamo osservare alcune rocce che hanno agito da lubrificante tra una falda e l'altra durante questi complessi movimenti di accavallamento e di scorrimento di grandi porzioni di crosta. Si tratta dei gessi e delle carniole che affiorano in Val Veny e lungo il corso del torrente Dolonne e che caratterizzano l'elevato contenuto in solfati delle locali acque minerali.

Collegamento ai siti geologici della Regione

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Qui di seguito vi saranno illustrati i siti che si occupano della descrizione particolare dei territori della Regione Valle d'Aosta, si consiglia di visitarli uno ad uno e leggerli seguendo le indicazioni poste nei siti stessi. I Geositi della Valle D'Aosta [1]

Carta geologica della Valle d'Aosta versione .pdf (41,9 Mb per aprirla serve un po' di tempo)[2]

Manualetto di Geologia Alpina per conoscere meglio il territorio della Valle D'Aosta [3]

Geologia della Valle di Champorcher [4]

Geologia di Saint. Vincent [5]

Formazione geologica e minerali del Monte Bianco [6]

Formazione di un giacimento aurifero in Valle d'Aosta [7]

Bibliografia

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(Valle d'Aosta) ABBONA Francesco, COMPAGNONI Roberto. Sulle CLORITI FERRIFERE di MORGEX (VALLE d'AOSTA). Torino, Estr. orig. da Atti r. Acc. Scienze Torino, vol. 103, 1969. 8°, Pp. 20 + 1 TAV.; e con 3 figure. Br. ed. S-F.C.-87. Euro 9,30 L. 18.000

(Valle d'Aosta) BIBOLINI A., GIORDANA A. CONTRIBUTO alla CONOSCENZA delle ANTRACITI ALPINE. L'ANTRACITE di LA THUILE in VALLE d'AOSTA. Torino, Estr. orig. da Atti r. Acc. Scienze Torino, vol. 69, 1934. 8°, Pp. 20 + 5 TAVV. con 25 figure. Br. ed. S-F.C.-86. Euro 22,72 L. 44.000

(Valle d'Aosta) BRISI Cesare. RICERCHE su MATERIALI SILICEI dell'ALTA VALLE D'AOSTA da destinarsi alla FABBRICAZIONE di REFRATTARI. Torino, Bona, 1953. Estr. orig. da Atti r. Acc. Scienze Torino, vol. 87, 1953. 8°, Pp. 9, (1) con 7 figure. Br. ed. S-F.C.-85. Euro 10,33 L. 20.000

(Valle d'Aosta) GUICHONNET Paul. L'influence économique des PERCÉES ALPINES. Le cas du MONT-BLANC. Torino, Estr. orig. da Atti r. Acc. Scienze Torino, Atti del Convegno del 7-11 sett. 1970. 8°, Pp. 10. Br. ed. S-F.C.-95. Euro 8,26 L. 16.000

(Valle d'Aosta) MONTERIN Umberto. FENOMENI CARSICI nei CALCEMICASCISTI della "ZONA delle PIETRE VERDI" (Alta VALLE di GRESSONEY). Torino, Estr. orig. da Atti r. Acc. Scienze Torino, vol. 58, 1923. 8°, Pp. 12 con 2 figure. Br. ed. S-F.C.-84. Euro 15,49 L. 30.000

(Valle d'Aosta, ecc.) AA.VV. BOLLETTINO del COMITATO GLACIOLOGICO ITALIANO. Roma, n° 2, 1917. 8° gr. Pp. 65, (3) + 22 tavv. f.t. con 44 foto di ghiacciai. (Disgrazia, Bernina, Valpellina, Marittime, bacino del Lys.). Br. ed. S-F.C.-96. Euro 21,69 L. 42.000

(Valle d'Aosta) Martino Baretti e la Valle d'Aosta - Geologia & Alpinismo Edizioni Tipografia La Vallée, Via Tourneuve 6, Aosta [8]

Escursioni geologiche in Val d'Aosta: [9]

Il Museo Regionale di Scienze Naturali della Valle d'Aosta

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Sito ufficiale: [10]

Il Radon - radioattività naturale

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curiosità sulla radioattività naturale proveniente dalle rocce: [11]

Geologi interessati allo studio della Regione Valle d'Aosta

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MALUSA` MARCO GIOVANNI [12] Studi geologici del CNR [13]

I laghi della Valle d'Aosta

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Belle immagini tratte da un blog per concludere la lezione: [14]

Università che svolge studi di Geologia Regionale sulla Valle d'Aosta

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Università di Torino - Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali - Corso di Laurea in Geologia. [15] Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Scienze della Terra "A. Desio" - [16]