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lezione
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Forme bilineari
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Geometria analitica
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

In questa lezione comincia il nostro studio degli spazi euclidei, cioè spazi in cui sono definiti i classici concetti metrici quali angolo, distanza, perpendicolarità, ecc... che non abbiamo mai affrontato (e non hanno senso) in uno spazio vettoriale normale.

Forme bilineari

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Sia   uno spazio vettoriale su un campo  . Una applicazione

 

si dice forma bilineare su   se gode delle seguenti proprietà:

  1.  
  2.  
  3.  

 


Inoltre   si dice simmetrica se

 

mentre si dice antisimmetrica se

 

sempre per ogni  .

Vediamo alcuni esempi di forme bilineari.

  1. La forma bilineare nulla   è una forma bilineare simmetrica e antisimmetrica.
  2. Il prodotto riga per colonna usuale nel calcolo matriciale è una forma bilineare. Infatti, sia   e consideriamo i vettori colonna  , abbiamo
     
    Dimostrate per esercizio che si tratta effettivamente di una forma bilineare.
  3. Se la matrice dell'esempio 2   è la matrice identità, otteniamo la cosiddetta forma simmetrica standard su   definita come
 

Vediamo ora la matrice associata ad una applicazione bilineare.

Sia   un  -spazio vettoriale di dimensione   e sia   una sua base. Sia inoltre   una forma bilineare su  . Allora la matrice di   rispetto alla base appena definita è

 


Prodotti scalari

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Sia   un campo ordinato. Una forma bilineare simmetrica su   si dice prodotto scalare se

 

Il prodotto scalare si indica con il simbolo  .

Con lo stesso simbolo viene denotato anche il prodotto scalare definito positivo, ossia un prodotto scalare tale che:  .

Quel prodotto scalare tale che

 

si indica con   e si chiama prodotto scalare standard.


Uno spazio vettoriale   nel quale è definita l'operazione di prodotto scalare, si indica con
 
e prende il nome di spazio vettoriale euclideo.


Teorema (Disuguaglianza di Schwarz)

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Siano  . Allora

 

e l'uguaglianza vale se e solo se   e   sono linearmente dipendenti.


Dimostrazione
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Supponiamo i vettori diversi da zero, altrimenti il teorema è banale.

Sia   un vettore combinazione lineare di   e  , quindi  . Per la definizione di prodotto scalare:

 .

Prendendo   tale che   e   otteniamo al secondo membro

 

.

Dividendo ambo i membri per  , che è strettamente positivo perché abbiamo supposto   non nullo, otteniamo

 

L'eguaglianza vale se e solo se:

 , cioè   e   sono linearmente dipendenti.

 


Norma di un vettore

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Si definisce in uno spazio vettoriale euclideo la norma di un vettore   come

 


Utilizzando la norma, si può esprimere la disuguaglianza di Schwartz come  . La norma di un vettore gode delle seguenti proprietà:

  1.  
  2.  
  3.   e vale l'uguaglianza se e solo se   e   sono paralleli.

La proprietà 3 è la nota disuguaglianza triangolare che dimostriamo nel seguente modo:

  

 


Vettori e insiemi ortogonali

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Due vettori   si dicono ortogonali (o perpendicolari) se e solo se  .

Sia   un insieme di vettori non nulli di  . Tale insieme si dice ortogonale se sono ortogonali tutti i vettori dell'insieme presi due a due, cioè se

 .

Nel caso  , cioè  , allora l'insieme si dice ortonormale. Equivalentemente, un insieme ortonormale è un insieme ortogonale i cui vettori sono dei versori.


Se un insieme ortogonale od ortonormale è una base di una spazio vettoriale, si dice semplicemente che tale base è una base ortogonale o ortonormale.

Sia   un insieme ortogonale. Allora

  1. i   sono linearmente indipendenti;
  2. Se  ,   è una base (ortogonale) di  ;
  3.  , il vettore   è ortogonale a ciascuno di essi.


Dimostrazione
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1. Basta dimostrare che se due vettori non nulli sono ortogonali, allora sono indipendenti.

Siano   e   due vettori non nulli, e tali che  . Sia   un qualunque vettore combinazione lineare di   e  , ossia  .

Devo dimostrare che   implica che  .

Sia  . Allora deve succedere che

 

Quindi  .

I due vettori sono non nulli, quindi i due prodotti scalari sono positivi, e quindi, affinché l'eguaglianza valga, deve essere che   e   devono essere nulli, da cui segue la tesi.

2. Dalla 1. segue che un insieme di   vettori indipendenti in uno spazio   di dimensione   è una base.

3. Fissiamo un indice  , e sia   un vettore della base ortogonale. Prendiamo un vettore  , e sia   il vettore definito nell'enunciato. Ecco cosa succede:

 

Visto che stiamo in una base ortogonale,  , e quindi la sommatoria si riduce al termine  .

In definitiva:  .

Tutto ciò è vero, qualunque sia   e qualunque sia  , ossia la tesi.

 


Procedimento di ortogonalizzazione di Gram-Schmidt

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Sia   una base di  . Allora   costituito dai vettori

 
 
 
 

è una base ortogonale.


Dimostrazione
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Osserviamo che   e che ogni   è non nullo. Infatti, se per assurdo un qualche   fosse nullo, avremmo

  e questo contraddice l'ipotesi che   sia una base.

Per il Lemma precedente, sappiamo che ogni   è ortogonale al vettore   che lo precede nella n-upla  , dunque   è un insieme ortogonale.

Sempre per il Lemma deduciamo che i   sono linearmente indipendenti e pertanto costituiscono una base.

 


Questo algoritmo ci permette di ottenere una base ortogonale a partire da una base di partenza data.

Proposizione (esistenza di una base ortonormale)

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Sia   una base ortogonale di  . Esiste allora una base ortonormale costituita dai vettori

 


Dimostrazione
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Dunque tutti i vettori   sono ortonormali.

 


  1. Sia   di dimensione 4 e sia   una base di   ortonormale (è la base canonica). Consideriamo poi i vettori
 

.

Applichiamo il procedimento di Gram-Schmidt per ottenere una base ortogonale.
 
 
   
 

Dunque   è una base ortogonale di  .

Proposizione

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Sia   una base ortonormale dello spazio euclideo  . Poniamo inoltre   e  . Allora

 


Dimostrazione
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