Dimostriamo la prima implicazione. Per l'algebra delle successioni si ha che
b
n
−
a
n
→
μ
−
λ
>
0
{\displaystyle b_{n}-a_{n}\to \mu -\lambda >0}
e per il Teorema della permanenza del segno anche
b
n
−
a
n
>
0
,
∀
n
>
m
{\displaystyle b_{n}-a_{n}>0,\ \forall n>m}
e dunque
a
n
<
b
n
{\displaystyle a_{n}<b_{n}}
.
Proviamo ora la seconda affermazione ragionando per assurdo. Se
λ
>
μ
{\displaystyle \lambda >\mu }
avremmo, per il punto (i), che esiste un
m
∈
N
{\displaystyle m\in \mathbb {N} }
tale che
a
n
>
b
n
,
∀
n
∈
N
,
n
>
m
{\displaystyle a_{n}>b_{n},\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>m}
ma questo contraddice l'ipotesi e l'asserto è così provato.
◻
{\displaystyle \Box }
Teorema (dei due carabinieri o del confronto)
modifica
Il Teorema si chiama anche "dei due carabinieri" non a caso; infatti intuitivamente è come se il limite di
c
n
{\displaystyle c_{n}}
rimanga intrappolato tra i due "carabinieri"
λ
{\displaystyle \lambda }
, cioè un qualcosa di tipo
a
n
c
n
b
n
↓
↓
λ
⇒
↓
⇐
λ
λ
{\displaystyle {\begin{matrix}a_{n}&&c_{n}&&b_{n}\\\downarrow &&&&\downarrow \\\lambda &\Rightarrow &\downarrow &\Leftarrow &\lambda \\&&\lambda &&\end{matrix}}}
.
Per ipotesi
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
e
(
b
n
)
{\displaystyle (b_{n})}
convergono a
λ
{\displaystyle \lambda }
, dunque
∀
ε
>
0
∃
m
′
∈
N
:
λ
−
ε
<
a
n
<
λ
+
ε
,
∀
n
∈
N
,
n
>
m
′
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\ \exists m'\in \mathbb {N} \ :\ \lambda -\varepsilon <a_{n}<\lambda +\varepsilon ,\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>m'}
∀
ε
>
0
∃
m
″
∈
N
:
λ
−
ε
<
b
n
<
λ
+
ε
,
∀
n
∈
N
,
n
>
m
″
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\ \exists m''\in \mathbb {N} \ :\ \lambda -\varepsilon <b_{n}<\lambda +\varepsilon ,\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>m''}
Se
n
>
max
{
m
′
,
m
″
}
{\displaystyle n>\max\{m',m''\}}
, si ha che
λ
−
ε
<
a
n
≤
b
n
<
λ
+
ε
{\displaystyle \lambda -\varepsilon <a_{n}\leq b_{n}<\lambda +\varepsilon }
, ma sappiamo che in mezzo alle due successioni ci sono i
c
n
{\displaystyle c_{n}}
e vale per tutti gli
n
∈
N
{\displaystyle n\in \mathbb {N} }
.
Dunque
λ
−
ε
<
a
n
≤
c
n
≤
b
n
<
λ
+
ε
{\displaystyle \lambda -\varepsilon <a_{n}\leq c_{n}\leq b_{n}<\lambda +\varepsilon }
e posto
m
=
max
{
m
′
,
m
″
}
{\displaystyle m=\max\{m',m''\}}
si ha
∀
ε
>
0
∃
m
∈
N
:
λ
−
ε
<
c
n
<
λ
+
ε
,
∀
n
∈
N
,
n
>
m
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\ \exists m\in \mathbb {N} \ :\ \lambda -\varepsilon <c_{n}<\lambda +\varepsilon ,\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>m}
e dunque converge.
◻
{\displaystyle \Box }
Teorema del Carabiniere Isolato
modifica
Questo Teorema è molto simile a quello precedente, ma in questo caso la successione rimane intrappolata tra il "carabiniere" e un muro, rappresentato da
±
∞
{\displaystyle \pm \infty }
, oltre il quale non si può andare.
Bisogna però prestare attenzione ad usare il teorema nel verso giusto, infatti supponendo che
a
n
≤
b
n
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle a_{n}\leq b_{n},\ \forall n\in \mathbb {N} }
se abbiamo
lim
n
→
∞
a
n
=
−
∞
{\displaystyle \lim _{n\to \infty }a_{n}=-\infty }
nulla si può dire del limite di
(
b
n
)
{\displaystyle (b_{n})}
e viceversa se
lim
n
→
∞
b
n
=
+
∞
{\displaystyle \lim _{n\to \infty }b_{n}=+\infty }
, nulla si può dire del limite di
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
.
◻
{\displaystyle \Box }
Teorema (del confronto per successioni divergenti)
modifica
Siano
(
a
n
)
,
(
b
n
)
{\displaystyle (a_{n}),\ (b_{n})}
due successioni e
(
a
n
)
→
+
∞
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle (a_{n})\to +\infty ,\ \forall n\in \mathbb {N} }
. Se
a
n
≤
b
n
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle a_{n}\leq b_{n},\ \forall n\in \mathbb {N} }
si ha che anche
(
b
n
)
→
+
∞
{\displaystyle (b_{n})\to +\infty }
cioè
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
, che va all'infinito ed è minore di
(
b
n
)
{\displaystyle (b_{n})}
, "spinge" anche
(
b
n
)
{\displaystyle (b_{n})}
all'infinito insieme ad essa.
Analogamente l'inverso, cioè se
a
n
≤
b
n
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle a_{n}\leq b_{n},\ \forall n\in \mathbb {N} }
e
(
b
n
)
{\displaystyle (b_{n})}
diverge negativamente, spinge
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
a
−
∞
{\displaystyle -\infty }
.
lim
n
→
∞
a
n
=
+
∞
⇔
∀
k
∈
R
∃
m
∈
N
:
a
n
>
k
,
∀
n
∈
N
,
n
>
m
{\displaystyle \lim _{n\to \infty }a_{n}=+\infty \Leftrightarrow \forall k\in \mathbb {R} \exists m\in \mathbb {N} \ :\ a_{n}>k,\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>m}
. Se
b
n
≥
a
n
{\displaystyle b_{n}\geq a_{n}}
per tutti gli
n
∈
N
{\displaystyle n\in \mathbb {N} }
e
a
n
>
k
{\displaystyle a_{n}>k}
sempre per tutti gli
n
{\displaystyle n}
, certamente anche ogni
b
n
{\displaystyle b_{n}}
è maggiore di
k
{\displaystyle k}
e dunque anch'essa tende a
+
∞
{\displaystyle +\infty }
.
In modo identico si prova la seconda affermazione.
◻
{\displaystyle \Box }
Sia
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
una successione reale. Diciamo che
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
è
superiormente limitata se
∃
m
∈
R
:
a
n
≤
m
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle \exists m\in \mathbb {R} \ :\ a_{n}\leq m,\ \forall n\in \mathbb {N} }
inferiormente limitata se
∃
m
∈
R
:
m
≤
a
n
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle \exists m\in \mathbb {R} \ :\ m\leq a_{n},\ \forall n\in \mathbb {N} }
Se la successione è sia inferiormente che superiormente limitata, essa si dice semplicemente limitata e notiamo che
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
è limitata se e solo se
|
a
n
|
≤
m
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle |a_{n}|\leq m,\ \forall n\in \mathbb {N} }
, cioè se e solo se
−
m
≤
a
n
≤
m
∀
n
∈
N
{\displaystyle -m\leq a_{n}\leq m\ \forall n\in \mathbb {N} }
.
Teorema (limitatezza delle successioni convergenti)
modifica
Ogni successione convergente è limitata.
Prendiamo in esame una generica successione
{
a
n
}
n
∈
N
{\displaystyle \{a_{n}\}_{n\in \mathbb {N} }}
e supponiamo che essa risulti convergente, ciò implica che
a
n
→
A
∈
R
{\displaystyle a_{n}\to A\in \mathbb {R} }
quando
n
→
+
∞
{\displaystyle n\to +\infty }
, o scritto in modo più formale:
∀
ε
>
0
{\displaystyle \forall \varepsilon >0}
,
∃
N
(
ε
)
∈
N
{\displaystyle \exists N(\varepsilon )\in \mathbb {N} }
tale che
∀
n
>
N
{\displaystyle \forall n>N}
si ha
|
a
n
−
A
|
<
ε
{\displaystyle |a_{n}-A|<\varepsilon }
.
Detto questo:
|
a
n
|
=
|
a
n
−
A
+
A
|
≤
|
a
n
−
A
|
+
|
A
|
{\displaystyle |a_{n}|=|a_{n}-A+A|\leq |a_{n}-A|+|A|}
(
disuguaglianza triangolare )
.
Per ipotesi possiamo trovare
N
∈
N
{\displaystyle N\in \mathbb {N} }
tale che
|
a
n
−
A
|
<
ε
,
∀
n
>
N
{\displaystyle |a_{n}-A|<\varepsilon ,\forall n>N}
pertanto:
|
a
n
|
<
ε
+
|
A
|
,
∀
n
>
N
{\displaystyle |a_{n}|<\varepsilon +|A|,\forall n>N}
possiamo concludere che
|
a
n
|
≤
M
{\displaystyle |a_{n}|\leq M\,\!}
dove
M
:=
max
{
|
a
1
|
,
|
a
2
|
,
.
.
.
,
|
a
N
|
,
ε
+
|
A
|
}
{\displaystyle M:=\max\{|a_{1}|,|a_{2}|,...,|a_{N}|,\varepsilon +|A|\}}
◻
{\displaystyle \Box }
Chiamiamo infinitesima una successione
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
convergente a
0
{\displaystyle 0}
, cioè se
lim
n
→
∞
(
a
n
)
=
0
{\displaystyle \lim _{n\to \infty }(a_{n})=0}
.
In altri termini, il prodotto tra una successione infinitesima e un'altra limitata genere una successione infinitesima.
Siccome
(
b
n
)
{\displaystyle (b_{n})}
è limitata per ipotesi, esiste un
m
:
|
b
n
|
≤
m
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle m\ :\ |b_{n}|\leq m,\ \forall n\in \mathbb {N} }
.
Dunque
0
≤
|
a
n
b
n
|
≤
m
|
a
n
|
,
∀
n
∈
N
{\displaystyle 0\leq |a_{n}b_{n}|\leq m|a_{n}|,\ \forall n\in \mathbb {N} }
. Ma
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
tende a
0
{\displaystyle 0}
e dunque anche
m
|
a
n
|
{\displaystyle m|a_{n}|}
tende a
0
{\displaystyle 0}
.
La successione
|
a
n
b
n
|
{\displaystyle |a_{n}b_{n}|}
è intrappolata tra due successioni che tendono a
0
{\displaystyle 0}
dunque, per il Teorema dei carabinieri,
|
a
n
b
n
|
→
0
{\displaystyle |a_{n}b_{n}|\to 0}
e quindi è infinitesima.
◻
{\displaystyle \Box }
Sia
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
una successione reale.
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
si dice che è una successione di Cauchy se
∀
ε
>
0
∃
p
∈
N
:
|
a
n
−
a
m
|
<
ε
,
∀
n
,
m
∈
N
,
n
,
m
>
p
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\ \exists p\in \mathbb {N} \ :\ |a_{n}-a_{m}|<\varepsilon ,\ \forall n,m\in \mathbb {N} ,\ n,m>p}
In altri termini, una successione si dice di Cauchy se i suoi termini sono vicini tra loro quanto tanto si vuole, purché gli indici siano abbastanza grandi.
Ogni successione convergente successione è una successione di Cauchy.
Sia
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
convergente a
λ
{\displaystyle \lambda }
. Dunque, per la definizione di limite di una successione, si ha:
∀
ε
>
0
∃
p
∈
N
:
|
a
n
−
λ
|
<
ε
,
∀
n
∈
N
,
n
>
p
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\ \exists p\in \mathbb {N} \ :\ |a_{n}-\lambda |<\varepsilon ,\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>p}
(*)
Ora un trucchetto: se è vera la (*) , allora varrà anche se al posto di
ε
{\displaystyle \varepsilon }
prendo
ε
2
{\displaystyle {\frac {\varepsilon }{2}}}
, tanto
ε
{\displaystyle \varepsilon }
è un numero del tutto arbitrario. Allora consideriamo ora
∀
ε
>
0
∃
p
∈
N
:
|
a
n
−
λ
|
<
ε
2
,
∀
n
∈
N
,
n
>
p
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\ \exists p\in \mathbb {N} \ :\ |a_{n}-\lambda |<{\frac {\varepsilon }{2}},\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>p}
(**)
Dunque
|
a
n
−
a
m
|
≤
|
a
n
−
λ
|
+
|
λ
−
a
m
|
<
ε
2
+
ε
2
=
ε
{\displaystyle |a_{n}-a_{m}|\leq |a_{n}-\lambda |+|\lambda -a_{m}|<{\frac {\varepsilon }{2}}+{\frac {\varepsilon }{2}}=\varepsilon }
ed infine
|
a
n
−
a
m
|
<
ε
{\displaystyle |a_{n}-a_{m}|<\varepsilon }
e questo prova la proposizione.
◻
{\displaystyle \Box }
Teorema (completezza sequenziale di
R
{\displaystyle \mathbb {R} }
)
modifica
Se
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
è una successione reale di Cauchy, allora è convergente.
Dobbiamo provare che esiste
lim
n
→
∞
a
n
=
λ
∈
R
{\displaystyle \lim _{n\to \infty }a_{n}=\lambda \in \mathbb {R} }
.
Consideriamo una successione di Cauchy
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
. Abbiamo che
∀
ε
>
0
∃
p
∈
N
:
|
a
n
−
a
m
|
<
ε
2
,
∀
n
∈
N
,
n
>
p
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\exists p\in \mathbb {N} \ :\ |a_{n}-a_{m}|<{\frac {\varepsilon }{2}},\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>p}
.
Fissiamo ora un numero
k
∈
R
{\displaystyle k\in \mathbb {R} }
e otteniamo
|
a
n
−
a
m
|
<
k
,
∀
n
,
m
∈
N
,
n
,
m
>
p
{\displaystyle |a_{n}-a_{m}|<k,\ \forall n,m\in \mathbb {N} ,\ n,m>p}
. Allora
|
a
n
|
≤
|
a
n
−
a
p
+
1
|
+
|
a
p
+
1
|
<
k
+
|
a
p
+
1
|
{\displaystyle |a_{n}|\leq |a_{n}-a_{p+1}|+|a_{p+1}|<k+|a_{p+1}|}
e dunque, per ogni
n
{\displaystyle n}
si ha che
|
a
n
|
≤
max
{
|
a
1
|
,
…
,
|
a
p
|
,
k
+
|
a
p
+
1
|
}
{\displaystyle |a_{n}|\leq \max\{|a_{1}|,\dots ,|a_{p}|,k+|a_{p+1}|\}}
dunque
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
è limitata e per il Teorema di Bolzano-Weierstrass, esiste una sottosuccessione di
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
(
a
k
n
)
{\displaystyle (a_{k_{n}})}
convergente a
λ
∈
R
{\displaystyle \lambda \in \mathbb {R} }
. Dunque
∀
ε
>
0
∃
p
1
:
|
a
k
n
−
λ
|
<
ε
2
,
∀
n
∈
N
,
n
>
p
1
{\displaystyle \forall \varepsilon >0\exists p_{1}\ :\ |a_{k_{n}}-\lambda |<{\frac {\varepsilon }{2}},\ \forall n\in \mathbb {N} ,n>p_{1}}
.
Poniamo poi
P
=
max
{
p
,
p
1
}
{\displaystyle P=\max\{p,p_{1}\}}
e se
n
>
P
{\displaystyle n>P}
(e dunque
k
n
>
P
{\displaystyle k_{n}>P}
perché
k
n
≥
P
{\displaystyle k_{n}\geq P}
) abbiamo
|
a
n
−
λ
|
≤
|
a
n
−
a
k
n
|
+
|
a
k
n
−
λ
|
<
ε
2
+
ε
2
=
ε
{\displaystyle |a_{n}-\lambda |\leq |a_{n}-a_{k_{n}}|+|a_{k_{n}}-\lambda |<{\frac {\varepsilon }{2}}+{\frac {\varepsilon }{2}}=\varepsilon }
Dunque
(
a
n
)
{\displaystyle (a_{n})}
converge a
λ
{\displaystyle \lambda }
.
◻
{\displaystyle \Box }