Utente:DeniAnac/Sandbox 2
Il Settore Primario in Italia
modificaSi inizia ad avere uno spiraglio verso il settore primario proprio nel Paleolitico, dove l’attività umana era basata sulla caccia, pesca e, anche se in minor quantità, anche nella raccolta di bacche e frutti vari. Dopo il calo demografico avvenuto nel mesolitico (periodo in cui si era costretti ad una caccia molto povera) l’economia dell’età della pietra ebbe una svolta nel neolitico, dove nacque la vera e propria agricoltura, per poi arrivare anche all’allevamento di animali, senza dover ricorrere alla caccia. Ovviamente, al giorno d’oggi il settore primario in Italia non è più quello che era ai suoi inizi, anche se a differenza di tanti altri paesi d’Europa, questo settore non è sviluppato come dovrebbe, infatti ciò che il nostro paese compra, è inferiore a quello che vende. Principalmente, l’Italia acquista dagli altri paesi carne, frumento, latte, pesce e prodotti provenienti dai tropici. I prodotti maggiormente redditizi sono il riso, gli ortaggi e la frutta, utilizzati per il mercato estero. Gli ortaggi più coltivati sono legumi, insalate varie, carciofi, cipolle, patate e cavolfiori. La frutta, invece, viene coltivata in modo “sparso” in tutta Italia: in Trentino Alto-Adige le mele, in Emilia Romagna e in Veneto le pesche, pere e albicocca mentre in Calabria e in Sicilia c’è una grande produzione di Agrumi. La presenza della vite è molto importante e presente, infatti è sviluppata la produzione di vino. Infine, la pesca in Italia non ha un gran peso. Negli ultimi dieci anni, il nostro paese ha avuto un’enorme crescita parlando di agricoltura biologica; per questo motivo l’Italia è la prima in Europa sotto questo aspetto, dato che le aziende agricole biologiche coprono il 6,9% del suolo coltivato. Le regioni che principalmente utilizzano questo metodo agricolo sono la Puglia, la Sicilia, la Calabria, l’Emilia Romagna e la Basilicata. Oltre ad aiutare l’equilibrio dell’ambiente, quest’attività offre agli agricoltori dei prodotti di buona qualità che, aumentando di valore, vengono venduti con più facilità agli altri paesi.[1]