Uso del defibrillatore
L'uso del defibrillatore rappresenta un punto nodale durante il processo del Basic Life Support a seguito di arresto cardiaco. Tale strumento permette infatti di riconoscere eventuali anomalie nel ritmo cardiaco del soggetto e, quando necessario, fornire una scossa elettrica con lo scopo di normalizzare il ritmo.
Attenzione: le informazioni riportate non sono state necessariamente scritte da professionisti, potrebbero essere quindi incomplete, inaccurate o errate. Usa queste informazioni a tuo rischio e ricorda che i contenuti hanno solo fine illustrativo, non sostituiscono il parere medico e non garantiscono una corretta formazione professionale. Leggi le avvertenze.
L'impiego del defibrillatore è complementare alla rianimazione cardio-polmonare, e deve avvenire sempre ove ve ne sia la disponibilità: esso va utilizzato il prima possibile, e fintantoché non è disponibile vanno eseguite le normali procedure di rianimazione cardio-polmonare (30 compressioni del torace seguite da 2 insufflazioni d'aria).
Il defibrillatore semiautomatico (DAE) rappresenta la tipologia di defibrillatore maggiormente diffusa. Una volta portato sulla scena e collegato al soggetto, l'apparecchio è in grado di rilevare il ritmo cardiaco del soggetto e valutare o meno se sia il caso di defibrillare: in tal caso si provvede all'erogazione della scossa.
In Italia la legge 120/2001 ha consentito per la prima volta l'utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici al personale laico (quindi non sanitario) in contesti al di fuori di quelli ospedalieri, previa formazione tramite un corso accreditato che permetta il rilascio di certificati di abilitazione all'uso del defibrillatore. Si è provveduto quindi all'implementazione sul territorio (piazze, stazioni ferroviarie, uffici, ecc.) di varie postazioni contenenti defibrillatori semiautomatici utilizzabili in casi di emergenza da persone adeguatamente formate, non rendendo quindi necessario l'attendere i mezzi di soccorso per iniziare la defibrillazione degli infortunati e aumentando conseguentemente le possibilità di sopravvivenza degli stessi.
Cosa significa "defibrillare"?
modificaL'arresto cardiaco non implica esclusivamente l'assenza completa di attività cardiaca (asistolia, ovvero assenza di attività elettrica cardiaca) ma può significare anche la presenza di un'attività inefficace che non permette un'adeguata circolazione del sangue nel corpo: il cuore quindi può battere, ma il ritmo cardiaco ha alterazioni tali da renderlo non sufficiente a permettere il normale circolo (e quindi la rilevazione di polsi da parte del soccorritore).
L'alterazione principe da questo punto di vista è la fibrillazione ventricolare (FV), rappresentata da un susseguirsi rapidissimo e non coordinato di contrazioni dei ventricoli: le contrazioni sono talmente rapide che i ventricoli non fanno nemmeno in tempo a ricevere il sangue dagli atri, e conseguentemente quello che riversano nel circolo sistemico può non essere sufficiente a mantenere le funzioni vitali (e ad essere rilevato tramite polso). Di fatto, la fibrillazione ventricolare ove non adeguatamente trattata porta nell'arco di breve tempo alla morte del soggetto.
De-fibrillare significa quindi rimuovere questa condizione, riportando il cuore ad un'attività - per quanto non ottimale - comunque sufficiente a mantenere un adeguato livello di circolazione sistemica.
Oltre che nella fibrillazione ventricolare, il defibrillatore viene impiegato in tutte quelle condizioni che generalmente evolvono in una FV, come la tachicardia ventricolare (TV) e la torsione di punta (un particolare tipo di tachicardia ventricolare): tutti questi vengono definiti ritmi defibrillabili.
I ritmi non defibrillabili invece sono quelle alterazioni in cui il defibrillatore non viene impiegato, in quanto il suo utilizzo non permetterebbe un recupero di una sufficiente attività cardiaca. Queste alterazioni sono l'asistolia (mancanza totale di attività elettrica cardiaca) e l'attività elettrica senza polso (PEA, ovverosia una presenza di attività cardiaca organizzata rilevabile dagli strumenti, ma non palpando il polso). In presenza di queste condizioni non va utilizzato il defibrillatore, e occorre continuare il BLS fino all'arrivo del soccorso sanitario.
Tipologie di defibrillatore
modificaI defibrillatori si dividono sostanzialmente in due categorie:
- defibrillatori manuali: l'interpretazione del ritmo e l'eventuale potenza ed erogazione della scossa è affidata completamente all'operatore. Ciò rende il loro impiego più laborioso rispetto a quelli semiautomatici, e vengono pertanto utilizzati esclusivamente dal personale sanitario.
- defibrillatori semiautomatici: l'apparecchiatura è in grado di interpretare automaticamente se il ritmo sia defibrillabile o meno, nel primo caso seleziona automaticamente la potenza da erogare, ma l'effettiva erogazione della scossa viene affidata all'operatore tramite un apposito pulsante. Si tratta della tipologia più diffusa sul territorio, presente in apposite postazioni in luoghi pubblici e presso le associazioni sportive.
- defibrillatori automatici: interpretano autonomamente il tipo di ritmo cardiaco, ed eventualmente selezionano la potenza ed effettuano in autonomia l'erogazione della scossa.
Utilizzo del defibrillatore semiautomatico
modificaDando per scontato che nel frattempo si sia provveduto correttamente alla RCP, non appena si ha a disposizione un defibrillatore semiautomatico occorre eseguire le seguenti procedure:
- interrompere le compressioni e posizionare il DAE vicino al soggetto (non a contatto);
- assicurarsi che la pelle non sia sudata e rimuovere eventuali peli, per garantire un'applicazione ottimale delle piastre;
- posizionare una piastra sul petto a destra, sotto la clavicola e parallelamente allo sterno, e una sinistra, sulla parete del torace inferiormente al petto. Nelle donne, va evitato di posizionare le piastre sul seno;
- accendere l'apparecchiatura e seguire eventuali istruzioni vocali o sullo schermo;
- mentre il defibrillatore rileva il ritmo cardiaco, non bisogna assolutamente toccare il soggetto: facendolo si potrebbe rischiare di alterare l'interpretazione da parte del macchinario, che quindi potrebbe consigliare di non effettuare la defibrillazione;
- se il DAE rileva un ritmo defibrillabile e consiglia la defibrillazione, assicurandosi che nessuno stia toccando il soggetto premere il pulsante apposito ed erogare la scossa. Se il DAE consiglia di non defibrillare, continuare con la RCP manuale. In entrambi i casi, continuare a seguire le indicazioni dell'apparecchiatura.