Teleteatro
Il teleteatro, o teatro televisivo, è il teatro che usa la televisione come strumento di diffusione.
Approfondimento
modificaRispetto al rapporto tra testo teatrale e resa televisiva il teleteatro ha passato essenzialmente tre fasi: la trasmissione, la traduzione, l'adattamento.
In un primo tempo ci si limitava a riprendere con le telecamere uno spettacolo teatrale durante il suo svolgimento, con assoluto rispetto del tempo teatrale, affiancando, solo ad una regia teatrale, una regia televisiva con compiti limitati alla scelta delle inquadrature delle varie telecamere.
Si parla, invece, di “traduzioni televisive” quando la messa in scena di un testo teatrale negli studi televisivi ha l'obiettivo di sfruttare al massimo le diverse potenzialità del mezzo televisivo.
Si parla, infine di “adattamento” quando si cerca di trasferire in una autonoma rappresentazione televisiva la carica di pathos e di drammaticità possedute da un testo teatrale.
Inoltre si parla di "videoteatro" quando si tratta di azioni teatrali o performance realizzate specificamente per il linguaggio audiovisivo (vedi lavori videoteatrali di Motus, Fanny & Alexander, Masque Teatro, Teatro delle Albe, Kinkaleri etc.).
Storia
modificaIl teleteatro negli anni cinquanta e sessanta
modificaIn Italia il sorgere della televisione coincide con il sorgere del teleteatro: la prima trasmissione in assoluto del 3 gennaio 1954 della televisione ufficiale alle ore 21.45 fu l'atto unico di Carlo Goldoni [[w:L'Osteria della Posta|L'Osteria della Posta]] per la regia di Franco Enriquez e con Isa Barzizza nei panni della protagonista.
Anzi ancor prima tra le trasmissioni sperimentali si ricorda il 12 aprile del 1952 Il Candeliere di Alfred de Musset e poco dopo I rusteghi di Carlo Goldoni. In quegli anni la RAI aveva impresso alla programmazione televisiva uno spiccato intento pedagogico ed educativo relegando l'intrattenimento ad un ruolo marginale.
Direttore della programmazione era Sergio Pugliese, stimato drammaturgo egli stesso e all'epoca era normale una assidua frequenza di spettacoli teatrali, sulla scia, del resto, di esperienze estere, particolarmente francesi.
Fino agli anni sessanta le trasmissioni erano rigidamente in diretta, la prima forma di videoregistrazione prese nome "cinescopio" e solo successivamente si passò alla registrazione su nastro. Solo in epoca ancora successiva si è introdotto il concetto di conservare ordinatamente le registrazioni ad esempio nelle Teche Rai. Le statistiche ufficiali danno per il 1954 46 opere teatrali realizzate in studio e solo 3 in esterni da teatri: tale rapporto si mantiene anche negli anni successivi. Ad esempio nel 1963 si hanno 96 allestimenti negli studi e solo 3 in teatri esterni. Un fattore socioculturale di estrema importanza che si attribuisce al teleteatro dei primi anni è stato quello di diffondere non solo la cultura italiana nei settori della popolazione con scarse possibilità di studio o, materialmente, di reperimento di testi, ma anche quello di aver contribuito ad unificare linguisticamente l'Italia, uno dei paesi con maggiore diversificazione di lingue sul proprio territorio.
Filoni di teleteatro
modificaIl teatro di Eduardo
modificaUno dei primi filoni ad affermarsi fu il teatro di Eduardo De Filippo, l'Eduardo per antonomasia. La ricca produzione fu fra le primissime raccolte in cassetta VHS.
- Teatro in diretta (1955-56)
- Sei telefilm da sei atti unici (1956)
- Teatro in diretta (1959)
- Il teatro di Eduardo. Primo ciclo (1962)
- Un teleromanzo (1963)
- Il teatro di Eduardo. Secondo ciclo (1964)
- Il ciclo scarpettiano (1975)
- Il teatro di Eduardo. Terzo ciclo (1975-1976)
- Il teatro di Eduardo. Quarto ciclo (1977-1981)
- Serata d'onore (1978)
- Lirica in TV (1959, 1977, 1984)
Virna Lisi
modificaConquistò una popolarità incredibile: tra le interpretazioni
- Nel 1958 la commedia Formiche, diretta da Vaccari
- Leocadia, di Anouilh, per la regia di Mario Ferrero.
- Nel 1959 tragedia I masnadieri (1959),
Gilberto Govi
modificaIl grande attore genovese Gilberto Govi, non fece realmente neppure a tempo ad avere un rapporto approfondito con il mezzo televisivo, nato da pochi anni quando Govi stava ormai avviandosi verso la parte finale della carriera; il piccolo schermo, tuttavia, gli consentì - grazie alla registrazione dal vivo di alcuni spettacoli - di farsi conoscere dal grande pubblico e dalle generazioni successive.
Fortunatamente oggi possiamo ancora vedere sei commedie rappresentate in televisione, salvate dalla distruzione in maniera rocambolesca negli anni settanta da un impiegato collezionista appassionato di teatro e proposte da Vito Molinari e Mauro Manciotti nel 1979 in una trasmissione di Rai Tre a lui dedicata.
Si tratta di sei delle quattordici commedie registrate dalla RAI.
Il ciclo Goldoniano
modificaRai Teche ha riesumato,nel novembre 2006 alcuni capolavori goldoniani
- "Arlecchino servitore di due padroni" (1954),
- "Arlecchino servitore di due padroni (1993),
- "I due gemelli veneziani",
- "La Bottega del caffè",
- "La Locandiera",
- "Sior Todero brontolon",
- "Le baruffe chiozzotte".
Altri "capolavori" di Rai Teche
modifica- Il Pipistrello di Meilhac e Halévy con la regia di Vito Molinari con Edda Vincenti, Alvino Misciano e Carlo Franzini
- La vedova allegra di Victor Léon e Leo Stein con la musica di Franz Lehàr con la regia di Mauro Bolognini,
- Marat Sade di Peter Weiss, ideazione e regia di Walter Le Moli
Voci correlate
modificaBibliografia
modifica- Damiana Spadaro Il teatro in televisione. Da Eduardo De Filippo a Dario Fo. Il teleteatro: sviluppo, tecniche, esperienze Editore Atheneum-Firenze (2004)
- GiorgioTabanelli Il teatro in televisione Editore: RAI-ERI (2004) ISBN 883971295X