Telenovela
La telenovela è un genere di serial televisivo nato nell'America Latina. In un numero di puntate che si aggira in media sui 160-200 minuti, narra minutamente le vicende familiari e sentimentali di un gruppo fisso di personaggi.
Per i maggiori paesi produttori (Brasile, Messico, Argentina, Colombia e Venezuela) la telenovela è diventata risorsa di esportazione, diventando un fenomeno commerciale, mediatico e di costume di livello planetario, cui le Nazioni Unite in una conferenza mondiale sulla popolazione del 1984 hanno attribuito un importante ruolo sociologico.
A questo proposito è noto il "fenomeno telenovelas" che è capace, come osserva il professore americano di sociologia delle comunicazioni Thomas Tufte, di svuotare le strade di 50 punti percentuali. Oggi comunque il mercato delle telenovelas sta subendo un lieve calo dovuto sia all'avvento dei reality show, sia perché ogni paese ha cominciato produzioni autoctone del genere.
Caratteristiche
modificaLa telenovela è un racconto seriale che ha lo scopo di tenere desta l'attenzione dei suoi telespettatori e quindi fa un assai ricco uso di colpi di scena, capovolgimenti imprevisti, indizi premonitori, rivelazioni clamorose e risolutive e fondamentale è il meccanismo a puntate: la narrazione si interrompe sistematicamente nel punto culminante, quando l'attesa dei telespettatori diventa spasmodica (effetto cliff-hanging).
Di puntata in puntata la trama si può evolvere potenzialmente all'infinito, inventando di volta in volta svolgimenti e soluzioni nuovi.
Il milieu narrativo è basato su faide famigliari, tradimenti, ingiustizie, amori contrastati, fughe, agguati e travestimenti, figli illegittimi, conflitti generazionali e di classe, e figure femminili di grande spessore.
La psicologia dei personaggi è elementare e c'è una netta bipartizione del Bene e del Male, avvalendosi così del manicheismo e distribuendo in maniera inequivocabile attributi sociali e personali: la giustizia e l'ingiustizia, la felicità e l'infelicità, l'amore e l'odio, strutturando così l'Universo per antinomie, dove l'eroe (e più spesso l'eroina) è sempre redentore o martire, convivendo con la sofferenza e gli ostacoli che la vita gli porge dinanzi.
Il meccanismo, infine, sfocia obbligatoriarmente nel lieto fine con una distribuzione di premi ai buoni e di condanne ai cattivi. La narrazione ha così un fine consolatorio che compensa in qualche modo le disperazioni dei telespettatori nella vita reale e induce loro positività nell'esistente. Il linguaggio usato, invece, è popolare, approssimativo, pieno di frasi fatte e formule ricorrenti, con un vocabolario povero e banale ma allo stesso tempo gonfio ed enfatico. Ciò sia perché è rivolto a un pubblico di poca cultura, sia perché deve soddisfare le esigenze del consumo, garantendo dunque una produzione rapida.
Storia
modificaNascita
modificaLa telenovela è l'adattamento per la televisione della narrativa seriale dell'Ottocento che però non ebbe fortuna nella società coloniale brasiliana. Infatti il Brasile, terra natia della telenovela, non si evolveva al ritmo dell'Europa e le condizioni socioeconomiche e culturali sembravano avverse alla fioritura di questo genere. Tuttavia verso la metà del XX secolo prese piede in Brasile la radionovella importata da Oduvaldo Viana (direttore di Rádio São Paulo) dall'Argentina.
Il successo della radionovella in Brasile fu grande e ne incrementò la produzione in maniera vertiginosa: tra il 1943 e il 1945 Rádio Nacional trasmise 116 radionovelle per un totale di 3.000 capitoli. Il fattore decisivo per il decollo della radionovella fu il boom delle vendite delle radio, boom che incrementò le vendite del +4000% in tre anni.
Così il "genere seriale" divenne popolare e nel 1951 ci fu il primo trapianto dalla radio alla tv che fu quello di Sua vida me pertence (La tua vita mi appartiene) che andò in onda su TV TUPI della città di San Paolo su scrittura e direzione di Walter Foster. Questa telenovela resterà in tv fino al 1963 quando inizieranno a diffondersi le telenovelas diarie.
Il successo
modificaMa per una produzione autoctona della telenovela che non si ispirasse al romanzo d'appendice o ai drammi teatrali, dobbiamo aspettare il 1963 quando comparve in Brasile la prima telenovela a episodi giornalieri: 2-5499 ocupado, un vero prodotto di fiction realizzato dal nuovo mezzo. Nel 1965 O direito de nascer rovesciò ogni ragionevole aspettativa: la telenovela spopolò su tutto il territorio nazionale brasiliano e cominciò a diffondersi anche in Cile, Argentina e Bolivia, ma ben presto venne anche in Europa, in Asia e negli Stati Uniti dove cominciò a competere con il genere soap opera.
Nel 1964 le opinioni sulla telenovela cominciarono a convergere tutte verso l'entusiasmo per questa nuova forma di intrattenimento. Un cronista di Rivista do Rádio descrisse la telenovela come una "dolce epidemia":
«I telespettatori diranno che stiamo esagerando, ma in verità è che questa novella televisiva, per opera non si sa di chi, è diventata una dolce epidemia in questo paese. È una febbre soave che si contrae con piacere e raggiunge livelli epidemiologici che oltrepassano l'immaginazione. Famiglie intere si mettono davanti alla TV e vengono stregate dall'episodio quotidiano.»
Davanti al successo di O direito de nascer, gli articoli dei giornali puntarono tutti sullo stesso clima di euforia generale:
«Iniziano a essere dati ai neonati i nomi di battesimo degli eroi televisivi; nelle città il grado di uso della rete sanitaria è caduto sensibilmente durante gli orari di trasmissione delle telenovelas e gli incontri nazionali, dalle sedute al Senato, fino agli offici religiosi, sono stati anticipati o posticipati per non interferire e non perturbare il flusso narrativo del dramma televisivo.»
Le telenovelas in breve divennero terreno di scontro tra le emittenti televisive. La telenovela crebbe, passando dal +2% al +18% e superò altri generi di intrattenimento molto sentiti in Brasile, come programmi di varietà o programmi comici. Tra il 1963 e il 1969 il "genere telenovela" si consolidò e vennero prodotti più di 50 testi diari, risultato di una vera e propria guerra per l'audience.
La prima telenovela apparsa in Italia su una rete privata nazionale è stata La schiava Isaura, produzione brasiliana con protagonista Lucélia Santos, trasmessa da Rete 4 ( allora di proprietà della Mondadori) alle 14.00 a partire dal gennaio 1982, appena il canale cominciò a trasmettere. La telenovela ottenne un successo clamoroso.
Nell'aprile dello stesso anno, sempre su Rete 4, venne proposta Dancin' Days con Sonia Braga, che già in Brasile aveva registrato 35.000.000 di telespettatori.
Il successo di questo genere continua su Rete A, emittente nazionale dell'editore Peruzzo (prima trasmissione il 3 gennaio 1983). Qui l'eroina principale è l'attrice messicana Veronica Castro con le telenovele Anche i ricchi piangono e "Mariana, il diritto di nascere", trasmesse con grande successo in prima serata (con replica pomeridiana) nel 1983 e nel 1984.
Nel 1985 viene registrata la prima telenovela italiana, "Felicità... dove sei?" con Veronica Castro, sua sorella Beatriz e il resto del cast tutto italiano. La telenovela fu prodotta e trasmessa da Rete A in prima serata. Gli ascolti però non raggiunsero i picchi delle produzioni precedenti e l'editore Peruzzo ci rimise qualche miliardo.
Nel 1987 Rete A torna al successo con la telenovela-thriller "La tana dei lupi", già campione d'ascolti in Messico dove durante l'ultima puntata non si vedeva nessuno per le strade (peggio di una finale dei Mondiali di calcio...), e nel 1988 con "Rosa selvaggia" con Veronica Castro, telenovela che in poche settimane portò un aumento del 400% all'ascolto della rete in prima serata.
Dal 1990 è Rete 4 la "tv in rosa" per eccellenza. L'emittente punta maggiormente sulle produzioni argentine e venezuelane ed inaugura il programma "Buon pomeriggio" (nel '94 diventa "Buona giornata"), che legava tutte le telenovele trasmesse dalla rete in un contenitore di curiosità ed interviste condotto da Patrizia Rossetti.
Le telenovele di maggiore successo sono "Topazio" con Grecia Colmenares, trasmessa nel 1990 con un picco d'ascolto di 5.075.000 (25.91%) il 2 luglio, "Marilena" con Catherine Fulop (3.900.000 e 22.4% per la puntata del 28 luglio 1991) e "La donna del mistero" con Luisa Kuliok e Jorge Martinez, trasmessa nella stagione 1990-1991 e che detiene ancora oggi il titolo di fiction più vista in assoluto della storia di Rete 4: 5.915.000 telespettatori (22.41%) per la puntata del 17 maggio.
Rete 4 si lanciò poi in alcune coproduzioni con l'Argentina: la prima telenovela italo-argentina è stata "Manuela" con Grecia Colmenares e Jorge Martinez, trasmessa dal 29 aprile 1991 al 6 dicembre 1992 con un picco d'ascolto di 4.645.000 il 20 novembre 1992 (17.13%).
Seguirono i successi de "La donna del mistero 2", "Renzo e Lucia", "Milagros" e i flop di "Micaela" e "I due volti dell'amore".
Altro grande successo, questa volta messicano, è stato Cuore selvaggio, telenovela con Eduardo Palomo (il mitico Juan del Diablo) trasmessa in prima serata nella stagione 93-94 con picchi di oltre 4 milioni ed un Telegatto conquistato nel 1995.
Negli anni recenti si segnala la buona accoglienza riservata nella fascia mattutina alle messicane "Libera di amare" (1999-2000) ed "Esmeralda" (2000-2001) e in prima serata alla brasiliana Terra Nostra.
Oggi Rete 4 ha abbandonato la programmazione di telenovele al pomeriggio ed in prima serata ed attualmente trasmette solo repliche alla mattina presto. In ambito nazionale trasmette telenovele nella fascia 14.30-15.30 l'emittente 7 Gold ed in ambito locale molte emittenti regionali.
Alcune telenovelas vennero e sono esportate in tantissimi paesi, come La schiava Isaura trasmessa in 63 paesi tra cui il Vietnam e la Lituania e che in molti paesi divennero una mania collettiva, come se ogni giorno si perpetuassero le finali dei campionati di calcio mondiali.
Oggi i maggiori produttori di telenovelas sono in Brasile la TV Globo, in Colombia la Caracol TV, in Messico la Televisa e in Venezuela la Venevisión.
Valori sociali
modificaLa telenovela è uno spettacolo televisivo che coinvolge, specie nell'America Latina e nell'Europa dell'Est, tutte le generazioni e tutte le classi sociali e riesce ad accontentare ciascun telespettatore della propria condizione sociale.
Nell'America Latina ha anche un valore pedagogico, visto che nella società latinoamericana il pubblico ancora crede a tutto ciò che la TV dice e infatti ancor oggi è possibile sentire asserzioni del tipo "l'ha detto la tv...", cosa che risulta quanto mai ingenua nella nostra società. Inoltre la telenovela propone i problemi della quotidianità: l'uguaglianza tra il ricco e il povero, tra il bianco e il nero, tra la donna e l'uomo. In Messico la telenovela Ven Conmigo avrebbe indotto 1 milione di persone ad aderire al programma di alfabetizzazione.
Certo è che questo spettacolo televisivo viene usato anche dagli stessi governi che vogliono adottare la formula del panem et circenses, tant'è che diventano manie collettive soprattutto in paesi poveri, in paesi dove c'è un forte contrasto tra la borghesia e il proletariato, o anche in paesi dilaniati da guerre e conflitti sociali.
Differenze con la soap opera
modificaLa principale differenza che distingue la soap opera dalla telenovela è la durata: mentre la soap opera è testa a riscuotere successo e durare per tempi decennali (basti pensare alla celebre soap opera Santa Barbara della NBC che si concluse dopo 2137 puntate, interrotti in Italia molto prima), la telenovela viene programmata per una durata limitata che spazia mediamente dalle 160 alle 200 puntate.
Inoltre la telenovela ha una struttura più semplice e il susseguirsi degli episodi è teso allo scioglimento dell'intreccio narrativo, nonché spesso si ambienta in epoche passate (nell'Ottocento) o c'è uno stretto rapporto con l'infanzia del protagonista. In Italia un serial che ha gli aspetti di una telenovela sono le varie stagioni di Incantesimo trasmesse da Rai Uno. Inoltre statisticamente la produzione di una telenovela prevede un budget inferiore alla soap opera.
Dipendenza da telenovela
modificaQuesto genere di serialità si prefigge lo scopo di tenere desta l'attenzione dei telespettatori, creando in questi un'inaudita eccitazione. La dipendenza si instaura nella regolarità delle trasmissioni e si comincia a manifestare durante le sospensioni nel fine settimana. La mancanza di questa "pillola quotidiana" vieni quindi concepita come una privazione.
Lo spettatore più "organizzato" potrà rivedere alcune scene o intere puntate ricorrendo al videoregistratore, gli altri invece dovranno fare conto con ansia, agitazione e scollamento dalla vita reale.
Si crea anche una forte empatia con i personaggi delle telenovelas che possono così alterare la vita sociale del telespettatore, inasprendo i rapporti con i famigliari e gli amici. Alcuni studi hanno individuato i sintomi principali: parlare con la TV, evitare di fare qualsiasi attività durante la telenovela o dare ai propri bambini i nomi degli eroi televisivi.