Storia della scuola media

Scuola media è la denominazione che ebbe il corso delle scuole secondarie di primo grado dalla riforma Bottai a quella Moratti.

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Storia della scuola media
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Storia dell'educazione

Riforma Bottai

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La scuola media fu istituita con la riforma Bottai nel 1940[1].

Unificava i primi tre anni del ginnasio, dell'istituto tecnico inferiore e dell'istituto magistrale inferiore, ossia le tre scuole medie inferiori che, all'epoca, consentivano il proseguimento degli studi. Vi si accedeva dopo il superamento dell'esame di licenza elementare e dopo il superamento dell'esame di ammissione. Il latino rimaneva un insegnamento obbligatorio, come nelle suddette tre scuole precedenti.

Il programma di studi era basato sul vecchio ginnasio (italiano, latino, storia, geografia, etc), ma prevedeva anche lo studio delle scienze naturali, come nell'istituto tecnico, della musica e del disegno, come nel vecchio istituto magistrale.

La scuola d'avviamento professionale, la quarta scuola media inferiore fino ad allora esistente, che non consentiva il proseguimento degli studi, rimase regolarmente in attività. Pertanto, malgrado la dizione scuola media unica solitamente usata, la nuova scuola non era l'unica scuola media inferiore prevista dalla riforma Bottai.

La riforma Bottai mirava ad allentare il rigido sistema selettivo previsto dalla riforma Gentile. Fu l'unica applicazione concreta di quanto previsto nella "Carta della scuola", un progetto complessivo di riforma approvato nel 1939 dal Gran Consiglio del Fascismo e finalizzato a fascistizzare la scuola italiana. Fu mantenuto l'esame di ammissione, eredità della riforma Gentile; chi non lo superava doveva completare l'obbligo scolastico, fino a 14 anni, nella scuola di avviamento professionale.

Riforma del 1963

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Nel 1962 fu abolita la scuola di avviamento professionale[2] e, di conseguenza, la scuola media rimase l'unica scuola a cui si poteva accedere dopo le elementari. Da allora si parla di scuola media unificata.

Il programma di studio[3] prevedeva un blocco di materie obbligatorie a cui si potevano aggiungere alcune altre materie facoltative. Il latino rientrava tra queste ultime, ma rimaneva obbligatorio per l'iscrizione al liceo.

La disciplina "Applicazioni tecniche", eredità della scuola di avviamento professionale, era un insegnamento al "fare ragionato" e voleva educare gli alunni alla manualità.

Quadro Orario

Scuola media (1963 - 1977) I anno II anno III anno
Italiano 6 6 5
Storia e Geografia 4 4 4
Matematica 3 3 3
Lingua straniera (Inglese o Francese) 2 3 3
Scienze naturali 2 2 2
Educazione artistica 2 2 2
Applicazioni tecniche 2 1 1
Educazione musicale 1 1 1
Educazione fisica 2 2 2
Religione cattolica 1 1 1
Totale delle ore settimanali 25 25 25
Latino (facoltativo) - 3 3

Riforma del 1979

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Nel 1977 si pose fine al decennale dibattito sul latino, decidendo di eliminarlo completamente dalla scuola media[4]. Contestualmente, "Educazione tecnica" ed "Educazione musicale" divennero insegnamenti stabili nell'intero triennio e l'orario settimanale fu portato a 30 ore.

A parte qualche sperimentazione e la seconda lingua straniera, il quadro orario settimanale emanato nel 1979 non subirà più mutamenti significativi[5].

Quadro Orario

Scuola media (1979) I anno II anno III anno
Italiano 6 6 6
Storia e Geografia 4 4 4
Matematica 4 4 4
Inglese 3 3 3
Scienze 2 2 2
Educazione tecnica 3 3 3
Educazione artistica 2 2 2
Educazione musicale 2 2 2
Religione cattolica 1 1 1
Educazione fisica 2 2 2
Approfondimento 1 1 1
Totale delle ore settimanali 30 30 30

Riforma Moratti (2003)

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Si tratta di una riforma che, tra le altre cose, diminuisce alcune ore di insegnamento. Il triennio viene idealmente concepito come un due+1, un biennio per le acquisizioni basilari e un terzo anno, terminale, di messa a punto degli apprendimenti soprattutto legati al '900. La ministra Letizia Moratti, assieme al suo entourage, cambia radicalmente la scuola media, riducendo di un'ora le materie letterarie, l'educazione tecnica e riassegnando le due ore così ottenute alla seconda lingua comunitaria. In particolare, le materie letterarie vengono così distribuite: 6 ore di Lingua italiana, due di Storia, una di Geografia. Viene introdotta un'ora di approfondimento delle materie letterarie che non ha alcun programma specifico. Essa viene spesso scorporata dal quadro orario assegnato ad un singolo docente di Materie Letterarie, provocando una particolarità nell'assetto della scuola media. L'ora di approfondimento ha un precedente legale negli istituti professionali, da cui sembra essere stata mutuata. Si tratta, spesso e di fatto, di un'ora che non ha voto di scrutinio autonomo né, altrettanto spesso, corrispettivo nella composizione della commissione d'esame finale. In fin dei conti, la riforma Moratti ha ridotto le materie letterarie da 11 ore per classe a 9+1 di approfondimento, dimezzando le ore di Geografia che si attesta su un'unica unità oraria settimanale. Scompare la materia 'Educazione civica', sostituita da indicazioni programmatiche corpose su di un percorso trasversale alle discipline denominato 'Educazione alla cittadinanza', senza alcuna valutazione specifica in termini di voto. La revisione del quadro orario complessivo ha prodotto situazioni di esubero tra i docenti di Lettere e di Educazione tecnica.

  1. Legge 889/1940
  2. Legge 1859/1962 (testo completo, da Eduscuola.it)
  3. Decreto Ministeriale 24/04/1963 (testo completo, da Eduscuola.it)
  4. Legge 348/1977 (testo completo, da Eduscuola.it)
  5. Decreto Ministeriale 09/02/1979 (testo completo, da Eduscuola.it)