Storia della Costituzione di Weimar
La Costituzione di Weimar deve il suo nome al solo fatto di essere stata adottata il 31 luglio 1919 a Weimar dall'Assemblea costituente nazionale, ma venne promulgata a Schwarzburg l'11 agosto, dove si trovava temporaneamente il presidente Friedrich Ebert. La storicamente prestigiosa città di Weimar, scelta simbolicamente per sottolineare l'importanza delle tradizioni culturali del Paese, non divenne capitale dello Stato; da questo punto di vista, Berlino venne confermata nel suo ruolo. Più tardi, il nome di questa repubblica sarebbe stato lo stesso indicato con l'appellativo di Repubblica di Weimar.
È ispirata dagli ideali liberali e democratici del 1848 e instaura una repubblica democratica che ruppe, almeno in parte, con l'autoritarismo della Germania monarchica e bismarkiana, in cui il Parlamento aveva solo funzioni consultive. Nata a reinventare uno stato tradizionalmente refrattario a tali ideali, introdusse elementi democratici ricorrendo ad un certo numero di compromessi con le strutture storicamente radicate nell'Impero tedesco (il Reich, che tra l'altro continuava ad autodefinirsi come tale):
- Suffragio universale con diritto di voto esteso alle donne, sistema proporzionale, repubblica semipresidenziale; capo dello Stato eletto direttamente dal popolo, ma con funzioni in parte riconducibili a quelli del vecchio Kaiser.
- Federalismo imperfetto per il predominio dello stato federale maggiore, lo Stato Libero di Prussia, e per gli elementi centralisti: il presidente può infatti interferire nella politica degli Stati federali che non adempiano ai loro compiti e di fatto cancellarne l'autonomia.
Il compromesso tra principi imperiali e democratici andava incontro a tenaci resistenze da parte sia degli esponenti della socialdemocrazia quanto dei conservatori. All'atto pratico, il governo, composto assai spesso da aristocratici e militari, fu ripetutamente costretto ad operare senza l'appoggio di una maggioranza parlamentare; in questi casi si ricorreva al concetto dello stato di emergenza, che conferiva al Presidente un certo margine di azione; ciò venne interpretato a livello pratico come la possibilità di ricorrere a decreti di emergenza senza l'appoggio del Parlamento, fatto questo che permetteva al Presidente e al capo del governo di risolvere i problemi amministrativi, ma che alla lunga si trovava in sempre più evidente conflitto con i principi democratici che avevano ispirato la carta. Il Parlamento, dal canto suo, ricorreva spesso allo strumento costituzionale della mozione di sfiducia per far cadere il governo; in seguito alle conseguenti crisi di governo venivano spesso indette elezioni anticipate. Gli elementi costituzionali di democrazia diretta, infine, non ebbero influsso apprezzabile sul cammino politico della Germania.
Per tutte queste ragioni, la Costituzione di Weimar fu uno statuto dai principi difficili da mettere in atto in quel contesto storico. Cessò di essere applicata dopo l'ascesa al potere dei nazisti nel 1933, senza essere però formalmente abolita.
Dopo la seconda guerra mondiale, la Costituzione di Weimar servì da base per la Legge fondamentale della Repubblica Federale di Germania che nel 1949 cercò di correggerne i principi. Integrati nella nuova carta, del vecchio statuto di Weimar restarono in vita gli articoli 136, 137, 138, 139 e 141. Alcuni articoli fornirono da fondamento per la Costituzione della DDR, come ad esempio l'art. 151; in genere, questi articoli vennero adattati all'ordinamento politico stabilito dal Partito di Unità Socialista di Germania (SED).