Mercantilismo: differenze tra le versioni

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L'economia di quei tempi non era affatto "accademizzata" o considerata come una scienza oggetto di studio anche a livello puro e astratto, bensì le teorie economiche dei mercantilisti altro non erano che "trattati" da loro stessi scritti sulle questioni di affari che a loro più interessavano e che più li coinvolgeva. La loro idea era che la ricchezza materiale del mondo fosse '''fissa''' .
Il '''Mercantilismo''' fu una [[w:politica economica|politica economica]] che prevalse in [[w:Europa|Europa]] dal [[w:XVI secolo|XVI]] al XVIII secolo, basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. Nelle società europee di quei secoli, dietro gli aspetti di uniformità del mercantilismo, furono attuate differenti politiche a seconda della specializzazione economica naturale (agricola, manifatturiera, commerciale) e all'idea di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale).
 
Benché la battaglia intellettuale sia stata vinta dal [[w:liberismo|liberismo]] già nella prima metà del XIX secolo, il mercantilismo si è dimostrato una forza persistente nel campo della politica economica, anche sotto il nome di [[w:protezionismo|protezionismo]]. Alcuni sostengono che anche oggi, mentre le dichiarazioni ufficiali si ispirano al liberismo, i comportamenti concreti dei paesi economicamente più sviluppati siano piuttosto mercantilisti. Specularmente, alcune critiche [[no-global]] (o più precisamente [[w:new-global|new-global]]) sono di fatto più anti-mercantiliste che anti-liberiste.
 
Gli economisti mercantilisti furono pensatori non sistematici, ragione non ultima della vittoria intellettuale dei successivi economisti liberisti, che attribuirono loro questo nome. Fra i principali pensatori del mercantilismo, diffuso in tutta [[w:Europa|Europa]], si ricordano:
* gli italiani [[w:Giovanni Botero|Giovanni Botero]], [[w:Bernardo Davanzati|Bernardo Davanzati]] e [[w:Antonio Serra (economista)|Antonio Serra]]; nel XVIII secolo [[w:Ferdinando Galiani|Ferdinando Galiani]];
* i francesi [[w:Jean Bodin|Jean Bodin]], [[w:Antoine de Montchrétien|Antoine de Montchrétien]] e [[w:Jean-Baptiste Colbert|Jean-Baptiste Colbert]];
* l'anglo-francese [[w:John Law|John Law]];
* i britannici [[w:Josiah Child|Josiah Child]], [[w:Charles Davenant|Charles Davenant]], [[w:Gerard de Malynes|Gerard de Malynes]], [[w:Edward Misselden|Edward Misselden]], [[w:Thomas Mun|Thomas Mun]], [[w:William Petty|William Petty]]; nel XVIII secolo [[w:James Steuart|James Steuart]];
* l'anglo-olandese [[w:Bernard de Mandeville|Bernard de Mandeville]], autore della [[w:Favola delle Api|Favola delle Api]];
* l'americano [[w:Alexander Hamilton|Alexander Hamilton]] (nel XVIII secolo).
Il mercantilismo tedesco trattò soprattutto problemi fiscali e amministrativi ed è noto anche sotto il nome di [[w:cameralismo|cameralismo]].
 
== La riflessione economica dei mercantilisti ==
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==Il bullionismo e la dottrina della bilancia commerciale ==
Nell'ambito del mercantilismo, venne elaborato il '''bullionismo''' che è una dottrina [[w:Economia|economica]] secondo la quale la ricchezza di uno stato è data dalla quantità di [[w:moneta|moneta]] e di [[w:Metallo prezioso|metalli preziosi]] che esso possiede.
Venne adottato principalmente in Spagna, e prevedeva che le esportazioni venissero remunerate in moneta, mentre, le importazioni scambiate con merci locali.
Si tratta di una delle prime metodologie introdotte dai mercantisti al fine di massimizzare lo stock monetario, garantendo cioè l'accumulazione di metalli preziosi. Tale metodologia fondava, infatti, le sue radici sull'idea che la base [[w:Moneta|monetaria]] dello stato fosse cronicamente scarsa, a causa del drenaggio dei metalli preziosi, dovuto sia all'importazione, sia ad alterazioni monetarie (vedi in tal proposito [[w:legge di Gresham|legge di Gresham]])
 
Alla luce di questa impostazione, l'unica soluzione era rappresentata, a detta dei mercantilisti, dal blocco delle importazioni e dalla massimizzazione delle esportazioni.
 
Il bullionismo fu ben presto abbandonato in quanto analiticamente carente rispetto alla nuova impostazione mercantilista, rappresentata dalla [[w:dottrina della bilancia commerciale|dottrina della bilancia commerciale]] che è una metodologia introdotta dai [[w:mercantilismo|mercantilisti]] e finalizzata alla massimizzazione dello [[w:stock monetario|stock monetario]].
 
In tale metodologia la massimizzazione dello stock monetario avviene mediante la continua eccedente delle esportazioni sulle importazioni; la dottrina, per tanto, risulta essere analiticamente più raffinata rispetto al [[w:Bullionismo|Bullionismo]].
 
Molti economisti, in seguito, cercarono di dimostrare l'infondatezza della dottrina: a seguito dell'incremento dell'offerta di moneta era da aspettarsi un aumento del livello generale dei prezzi: in base a ciò fu osservato come gli stati in "attivo" fossero svantaggiati rispetto agli stati in "passivo", poiché quest'ultimi avevano al proprio interno una riduzione del livello dei prezzi.