Il Risorgimento: differenze tra le versioni

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''Tutti questi pugnali saranno in tua difesa in ogni momento, se osserverai la santità del giuramento prestato; saranno invece a tuo danno se diventerai spergiuro. La pena del tradimento è la morte'', poi il capo lo abbracciava, nominandolo carbonaro.
La carboneria si diffuse molto nell'esercito, nella burocrazia, tra gli intellettuali ed i giovani nobili di idee aperte. Nel 1820, secondo lo storico P. Colletta, vi erano 642.000 carbonari nel solo Regno delle Due Sicilie. Mancò tuttavia alla carboneria una solida organizzazione sociale ed un programma politico ben definito e preciso. Ad esempio, i carbonari del Lombardo - Veneto volevano la costituzione, ma anche la guerra contro l'Austria, in Romagna si voleva addirittura la repubblica. La carboneria commise inoltre il grave errore di mantenere estranei alla loro società i contadini e gli operai, e ciò fu una delle cause del fallimento dei moti rivoluzionari dei carbonari.
==I moti napoletani del 1820==
L'origine e la causa dei moti liberali del 1820-21 in Italia fu la rivoluzione spagnola del 1820. Nel gennaio del 1820 Ferdinando VII, re di Spagna, aveva concentrato a Cadice un corpo di spedizione da mandare in America per sottomettere le colonie spagnole che avevano ottenuto l'indipendenza. Le truppe si ribellarono, rifiutarono d'imbarcarsi e sotto il comando del colonnello Riego marciarono su Madrid per ottenere la riconferma della costituzione che lo stesso re aveva concesso nel 1812 (simile a quella francese del 1791, con una solo camera).
Gli avvenimenti spagnoli ebbero una prima ripercussione nel Regno delle Due Sicilie. A Nola, ai primi di luglio dello stesso anno, due ufficiali di cavalleria, Morelli e Silvati, fecero insorgere la guarnigione e marciarono verso Avellino al grido di ''Viva il re! Viva la costituzione!''. In breve il moto si propagò a Napoli, dove assunse il comando delle truppe insorte un giovane di 17 anni e audace generale, Guglielmo Pepe. Il re Ferdinando I, impaurito dalla rapidità con cui l'incendio carbonaro si era propagato, concesse ''di sua propria libera volontà'' la costituzione, che giurò sul vangelo tra il commosso entusiasmo della popolazione e dell'esercito. Intanto anche la Sicilia insorgeva per ottenere l'autonomia. Appena il Metternich seppe della rivoluzione napoletana convocò un congresso a Lubiana, al quale invitò il re delle Due Sicilie. Questi non attendeva altro, richiese al parlamento il permesso di uscire dal regno per recarsi a difendere la costituzione. Invece il re spergiuro andava a Lubiana ben lieto di poter seppellire la costituzione. Il tradimento era sempre presento nel suo animo, ed infatti subito gettò la maschera e chiese l'intervento armato dell'Austria, che inviò un corpo di spedizione contro il quale nel marzo del 1821 a Rieti poco poté il generale Pepe, che venne facilmente sconfitto. E sotto la protezione austriaca Ferdinando I tornò a Napoli. La reazione si scatenò con vendette feroci. Morella e Silvati furono impiccati. Molti riuscirono a trovare salvezza con la fuga, tra essi il generale Pepe.
 
==I moti dell'Emilia-Romagna==
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