Il Risorgimento: differenze tra le versioni

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Era già un personaggio in vista, quando il D'Azeglio lo chiamò a far parte del suo Ministero. Il Re non aveva in principio molta simpatia per lui. Come ministro dell'Agricoltura e delle Finanze il Cavour propose numerose riforme sia per aumentare la ricchezza del paese, sia per fare del Piemonte un paese moderno ed evoluto a cui tutt'Italia doveva guardare con ammirazione.
Nel 1852 il D'Azeglio si dimise e propose al Re di nominare il Cavour Presidente del Consiglio. Così a soli 42 anni egli prendeva nelle sue mani abili le redini dello stato e diventava la mente direttiva di tutta la politica del Piemonte fino al 1859 (il Gran Ministero del Cavour).
===La politica interna ed estera del Cavour===
Il Cavour volle che il Piemonte fosse il più forte e più ricco in modo da poter affrontare meglio le prove che lo attendevano.
Per questo scopo diede un grande impulso all'agricoltura: volle che si svecchiassero i metodi di lavoro, che si facesse uso dei concimi chimici per aumentare la produzione, che si creassero impianti per l'irrigazione dei campi. Mediante una rete di canali, che presero il nome di canali Cavour, con le acque dei fiumi Po, Dora e Cervo si irrigarono ben 50.000 ettari di terreno.
Con l'attivo aiuto del Cavour il Piemonte si trasformò in paese industriale.
Per incrementare il commercio, Cavour diede impulso alla marina mercantile e alle costruzioni ferroviarie: nel 1848 esistevano in Piemonte solo 8 Km di ferrovie, nel 1852 se n'erano costruite 819 km.
Dovette imporre tasse ai contribuenti e ciò non era gradito a tutti.
Oltre che alle feconde opere di pace, il Cavour si dedicò a rendere moderno e ben armato l'esercito, che poteva mettere in campo ben 90.000 uomini.
Il grande statista aveva meditato lungamente sulle vicende sfortunate del 1848.
Il Piemonte da solo non avrebbe mai potuto vincere l'Austria, anche se avesse avuto l'aiuto del popolo italiano.
Il regno sabaudo era un piccolo stato di 5 milioni di abitanti, perciò non poteva affrontare da solo e vincere l'Impero asburgico forte di 38 milioni di abitanti.
Bisognava far uscire dall'isolamento il Piemonte, acquistargli amicizie potenti, farlo partecipare alla politica europea, far comprendere all'Europa che esisteva un problema italiano, e che andava risolto.
La sua grande idea era inserire il problema italiano nella politica europea, trasformare il problema italiano in un problema europeo.