Il Risorgimento: differenze tra le versioni

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Il Piemonte aprì le porte ai profughi politici di tutt'Italia, furono accolti come fratelli ed ebbero la cittadinanza piemontese.
Il D'Azeglio ebbe tanti meriti nella sua abile e saggia attività di Presidente del Consiglio (1849-1852), ma il maggior merito fu senza dubbio quello di aver chiamato a far parte del suo governo, come ministro dell'Agricoltura e poi anche delle Finanze, il conte Camillo di Cavour, che sarà tra gli artefici massimi del Risorgimento.
===Camillo Cavour===
Camillo Benso, conte di Cavour, nacque a Torino il 10 agosto 1810, nel palazzo della sua famiglia nobile, al numero 8 dell'attuale via Cavour.
Era il figlio secondogenito del ministro di polizia piemontese, il marchese Michele Benso di Cavour.
Sin da ragazzo rivelò una grande capacità; era gioviale, chiassoso, piuttosto ostinato, tanto da essere un po' la disperazione dei suoi educatori. Era dotato di una grandissima intelligenza. Fu avviato dal padre alla carriera militare e divenne sottotenente. La polizia sospettò che il giovane Cavour avesse simpatie per le idee liberali e lo sorvegliò. Sdegnato il Cavour nel 1831 prese la decisione di dimettersi da ufficiale.
Cavour si mise in quel tempo a viaggiare per l'Europa; in Francia e in Inghilterra conobbe nuove idee politiche ed economiche.
Tornato in Piemonte si diede con entusiasmo a trasformare la grande tenuta di Leri, nel Vercellese, in una fattoria modello. Così dava sfogo alla sua ardente sede di azione.
Fondò poi una banca, che ebbe prospera vita, e un giornale ''Il Risorgimento'', il primo giornale liberale piemontese.
Nel 1848 venne eletto deputato a Torino: così aveva inizio la sua vita politica.
Era già un personaggio in vista, quando il D'Azeglio lo chiamò a far parte del suo Ministero. Il Re non aveva in principio molta simpatia per lui. Come ministro dell'Agricoltura e delle Finanze il Cavour propose numerose riforme sia per aumentare la ricchezza del paese, sia per fare del Piemonte un paese moderno ed evoluto a cui tutt'Italia doveva guardare con ammirazione.
Nel 1852 il D'Azeglio si dimise e propose al Re di nominare il Cavour Presidente del Consiglio. Così a soli 42 anni egli prendeva nelle sue mani abili le redini dello stato e diventava la mente direttiva di tutta la politica del Piemonte fino al 1859 (il Gran Ministero del Cavour).