Il Risorgimento: differenze tra le versioni

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==Le cinque giornate di Milano (18 - 22 marzo 1848)==
La meravigliosa notizia che la rivoluzione era scoppiata a Vienna il 13 marzo giunse a Venezia il 17 marzo e provocò un grande entusiasmo.
 
I Veneziani corsero in massa in Piazza San Marco al Palazzo del Governo chiedendo a gran voce la liberazione dei prigionieri politici, specialmente di Daniele Manin e di Niccolò Tommaseo.
Accortisi che il gridare serviva poco, assalirono le carceri, ne sfondarono le porte e portarono in tronfo i due patrioti.
 
A Milano la notizia delle rivoluzioni scoppiate a Vienna e a Venezia giunse nella notte tra il 17 e il 18 marzo. La mattina del 18 il Podestà di Milano, conte Gabrio Casati, accompagnato da una grande folla si recò al palazzo del governo per chiedere al vice governatore l'abolizione della vecchia polizia austriaca, la formazione di una Guardia Civica milanese, e la libertà di stampa.
 
Il vice governatore spaventato concesse tutto quel che gli si chiedeva: il popolo lieto delle concessioni ottenute si abbandonò a manifestazioni di gioia sventolando coccarde tricolori.
Ad un certo momento un drappello di poliziotti austriaci sparò sulla folla ed uccise un popolano.
 
Fu questa la scintilla dell'insurrezione, che covava da tempo nell'animo dei milanesi. Si innalzarono ovunque barricate. Tavole, sedie, letti, carri, il selciato delle vie vennero adoperati per costruire queste improvvisate difese. Tutti corsero alle armi. Un solo pensiero fu in tutti: cacciare gli odiati Austriaci.
 
In cinque eroici giorni di lotta Milano vince un esercito di 14.000 uomini, ben armati e comandato dal maresciallo Radetzky in persona. Per la prima volta in Italia l'invincibile esercito austriaco era battuto in una rivoluzione improvvisata da pacifici cittadini, trasformatisi in valorosi combattenti.
 
==La prima guerra d'indipendenza==
===La campagna del 1848===