Il Risorgimento: differenze tra le versioni

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==Gli statuti==
Dal 1830 il Regno delle Due Sicilie era retto da Ferdinando II Borbone, uomo rozzo, superstizioso e bigotto fino al punto da ordinare che si coprisse la nudità della Venere di Prassitele.
 
Di fronte agli entusiasmi per Pio IX, re Ferdinando dichiarò che non avrebbe concesso riforme: anzi vietò nel suo Stato il grido di ''Viva Pio IX''.
 
Nella popolazione già prima erano molte le ragioni di malcontento: l'assolutismo del re le accrebbe.
 
Il 12 gennaio 1848, giorno del compleanno del re, la rivoluzione esplose in Sicilia, dove il malgoverno borbonico era più odiato.
 
Dopo pochi giorni la Sicilia era libera. Il moto rivoluzionario passò a Napoli.
Il re allora ebbe paura di perdere la corona e con rapida decisione, che lasciò sorpresi tutti, concesse la Costituzione (21 gennaio 1848).
 
Così la spinta alla trasformazione da stati assoluti a stati costituzionali, provenendo dal sovrano più reazionario, divenne irresistibile.
 
Nel febbraio concesse la Costituzione il Granduca di Toscana; nel mese successivo Carlo Alberto (4 marzo), Pio IX (14 marzo) diedero anche loro la Costituzione.
 
Così quel moto di riforma, che aveva avuto inizio nel 1846 per opera di Pio IX si concludeva ancora nello Stato Pontificio nel 1848, con la concessione della Costituzione.
 
==Le cinque giornate di Milano (18 - 22 marzo 1848)==
La meravigliosa notizia che la rivoluzione era scoppiata a Vienna il 13 marzo giunse a Venezia il 17 marzo e provocò un grande entusiasmo.