Il Risorgimento: differenze tra le versioni

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Dopo quindici anni di pontificato, nel 1846 morì il papa Gregorio XVI: reazionario com'era non lasciava rimpianti, ma le carceri pontificie piene di detenuti politici.
Veniva eletto papa il vescovo di Imola, Giovanni Mastai Ferretti, nativo di Senigallia, con il nome id Pio IX.
 
Era già noto per la sua mitezza e tolleranza; aveva solo 54 anni: il suo volto bello e sorridente emanava bontà e affidabilità. La sua religiosità era profonda e sincera.
A Imola aveva mantenuto rapporti di cordiale amicizia con il conte Giovanni Pasolini, noto liberale: si narra anche che partendo per il Conclave il cardinale Mastai si sia portato dietro nel bagaglio il ''Primato'' di Gioberti, ''Le Speranze d'Italia'' del Balbo e i ''Casi di Romagna'' del D'Azeglio per regalarli al nuovo papa. Certo egli li aveva letti questi tre libri e ne aveva subito l'influsso. Un mese dopo la sua elezione Pio IX (16 luglio 1846) concedeva un'amnistia generale (detta ''Editto del perdono'') ai condannati politici.
 
La notizia suscitò entusiasmo in tutta Italia e sembrò che il Papa liberale, profetizzato dal Gioberti, fosse già venuto e che sotto la sua guida l'Italia si sarebbe trasformata pacificamente.
 
Il Metternich ne rimase colpito e con stizza disse che tutto si sarebbe aspettato ma non un papa liberale.
 
Intanto Pio IX, trascinato dall'entusiasmo popolare, continuava la sua strada.
Chiamava i laici a prender parte alla pubblica amministrazione, costituiva la Guardia Civica per il mantenimento dell'ordine, pubblicava un Editto sulla stampa, che permetteva una certa libertà.
 
L'Italia era entusiasta di Pio IX. Lo stesso Mazzini esule scriveva al Papa parole di esortazione e di plauso, gli scrisse che con lui l'unità d'Italia si farebbe senza spargimenti di sangue.
 
L'esempio delle riforme del Papa veniva intanto seguito da altri sovrani italiani, da Leopoldo II di Toscana e dal re Carlo Alberto.
 
L'Austria spazientita per le concessioni fatte dal Papa, occupò improvvisamente Ferrara: questo atto di prepotenza e di provocazione apparve intollerabile a tutta Italia. Pio IX, sostenuto dalla pubblica opinione, protestò vivamente e l'Austria ritenne opportuno abbandonare Ferrara.
Il papa, Carlo Alberto e Leopoldo II di Toscana studiavano intanto come realizzare una Lega doganale italiana, alla quale invitavano anche gli altri Stati italiani.
 
Dichiaratamente ostili alle riforme rimanevano il Regno delle Due Sicilie, il Ducato di Modena, quello di Parma e soprattutto l'Austria.
 
==Gli statuti==
Dal 1830 il Regno delle Due Sicilie era retto da Ferdinando II Borbone, uomo rozzo, superstizioso e bigotto fino al punto da ordinare che si coprisse la nudità della Venere di Prassitele.