Il Risorgimento: differenze tra le versioni

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#Dio e Popolo. Dio è nel popolo e la volontà del Popolo è la stessa volontà di Dio;
#Culto del dovere. La vita di ogni uomo è una missione; ogni uomo ha un suo compito, una sua santa battaglia da combattere per il bene degli altri uomini.
==I moti mazziniani==
Il primo moto mazziniano doveva scoppiare nel 1833, contemporaneamente a Genova e ad Alessandria. Ma la polizia piemontese vigilava: i congiurati, in gran parte arrestati, furono condannati assai severamente. Dodici di essi, tutti mazziniani, vennero fucilati. Un amico carissimo del Mazzini, il genovese Iacopo Ruffini, mentre era in carcere, temendo che sottoposto alla tortura avrebbe potuto confessare il nome degli altri congiurati, decise di uccidersi. Tolse alla porta del carcere una spranghetta di ferro arrugginita, né aguzzò la punta sulle pareti e si aprì le vene. Altri, come il sacerdote torinese Vincenzo Gioberti, trovarono la salvezza nell'esilio o nella fuga.
L'esito sfortunato di questo primo tentativo non scoraggiò Mazzini.
Alla spietata repressione egli rispose, l'anno successivo (1834), con una impresa più audace.
Raccolse al confine svizzero circa 700 esuli appartenenti a varie nazioni: ne affidò il comando al generale Gerolamo Ramorino, un esule savoiardo, ex ufficiale napoleonico, che aveva partecipato con onore all'insurrezione polacca.
Questo piccolo esercito doveva invadere la Savoia e sollevare la popolazione: a Genova un giovane nizzardo, Giuseppe Garibaldi, con altri insorti avrebbe dovuto occupare il porto.
La spedizione di Savoia fu un totale insuccesso. Il Ramorino si rivelò un comandante assolutamente incapace: perdette al gioco una parte dei fondi della spedizione, non eseguì gli ordini avuti dal Mazzini. Dopo un piccolo scontro, i mazziniani dovettero ritirarsi e disperdersi. Intanto a Genova, in Piazza Sarzana, nel luogo convenuto per l'insurrezione, nella fredda notte del 4 febbraio giunse un solo uomo, Garibaldi.
Dopo aver a lungo atteso i compagni dovette salvarsi con la fuga: fu una vera odissea. Andò a Nizza a salutare la madre, poi cercò di passare la frontiera, ma fu arrestato. Fuggì attraverso la finestra della caserma e viaggiando di notte a piedi e riposando di giorno nei boschi attraversò le Alpi marittime. Giunse così a Marsiglia e qui visse per qualche tempo sotto il falso nome di Giuseppe Pane: quando apprese che in Piemonte era stato condannato a morte s'imbarcò per l'America del Sud, dove compì gesta gloriose, che già nel 1848, quando tornò in Italia, lo avevano reso famoso.
Il Mazzini intanto fu espulso dalla Svizzera e costretto a rifugiarsi a Londra.
L'insuccesso non lo piegò. Dalla libera Inghilterra continuò con i discorsi, gli articoli sui giornali, le lettere a mantenere