Lingue artificiali: differenze tra le versioni

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Una '''lingua artificiale''' è una lingua sviluppata dall'ingegno di una o più persone, a differenza delle ''lingue naturali'', che derivano da secoli di evoluzione linguistica. Lo sviluppo delle lingue artificiali è chiamato "glossopoiesi". Questa definizione appare spesso anche in libri di linguistica. Ma in effetti tutte le lingue, più o meno, italiano compreso, hanno subito degli interventi '''manuali''' che non sono derivati da una '''naturale''' evoluzione linguistica ma piuttosto dall'intervento di qualche personaggio illustre. Quindi, secondo questa classificazione molte se non tutte le lingue sarebbero '''artificiali'''. Si vedano ad esempio le numerose parole inventate da Dante che non facevano parte del Fiorentino del Trecento<ref>https://www.lanazione.it/firenze/curiosit%C3%A0/dante-parole-proverbiali-1.1552760</ref> o che dire dell'Ebraico moderno, pianificato alla fine dell'800 da [[w:Eliezer Ben Yehuda|Eliezer Ben Yehuda]] o gli interventi che numerose accademie delle lingue nazionali effettuano ufficializzando un certo uso della lingua, come per esempio si fa in Germania o in Francia.
 
Rendendosi conto dei limiti di questa definizione alcuni usano anche il termine di lingua '''pianificata''', del tutto o in parte, per superare i limiti di questa classificazione insufficiente.
 
Quindi per chiarezza si definisce una '''lingua artificiale''' una '''lingua totalmente o in gran parte pianificata'''.
 
== I motivi che portano a creare una lingua artificiale ==
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== Fonetica ed alfabeto ==
 
La fonetica di una lingua artificiale conta molto, soprattutto per l'uso che se ne vuole fare. Ad esempio una lingua internazionaleausiliaria dovrebbe avere una fonetica molto semplice, mentre una lingua che deriva da un'altra lingua dovrà conservarne gli elementi tipici o, comunque, avere una storia coerente che giustifichi la modifica dei suoni.
 
L'alfabeto può essere sviluppato da zero o preso da uno esistente, ad esempio il latino o il cirillico. Se le lettere possono conservare il loro valore tipico, bisogna stare attenti ad altri suoni. Ad esempio la /ɲ/, ossia la "gn" italiana, in varie lingue è scritta come "gn", "ny" o "ñ". In questo, dunque, si può aver molta più libertà di scelta. Altra cosa da valutare è l'uso dei diacritici: per esempio, il suono /y/ è scritto "u" in lombardo, piemontese e francese, mentre "ü" in tedesco, romancio e turco.