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! Senso !! Soglia assoluta
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| Visione || La fiamma di una candela in una notte serena e illune a 45  km di distanza
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| Udito || Il ticchettio di un orologio a 6 m di distanza in un ambiente quieto
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| Olfatto || Una goccia di profumo nel volume equivalente a sei grandi stanze
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| Tatto || L'ala di una mosca che cade sulla guancia dall'altezza di 1  cm
|+ Stime della soglia assoluta di ciascun senso.<ref>''Fonte'': Galanter [1962]</ref>
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Per ''soglia differenziale'' si intende la differenza minima di [[w:ampiezza|intensità]] che uno stimolo deve avere da un altro affinché vengano percepiti come diversi. I metodi sperimentali usati per studiarla sono simili a quella della soglia assoluta e come essa è definita come la differenza fisica che viene percepita il 50% delle volte e prende anche il nome di [[w:JND|JND]].
Fin dai primi studi fu chiaro che i nostri recettori hanno una JND più bassa alle basse intensità e più alta alle alte intensità. Intuitivamente lo si può notare anche dal fatto che percepiamo facilmente la differenza di intensità tra il rumore di un ufficio un poco affollato e un aspirapolvere (corrispondenti rispettivamente a 60 e 80 [[w:decibel|dB]]) piuttosto che di un martello pneumatico a 2 m e la musica in discoteca (corrispondenti rispettivamente a 100 e 120 [[w:decibel|dB]]). Nel primo caso notiamo una certa differenza che in termini fisici è di 20 &nbsp;dB, mentre nel secondo caso difficilmente potremo notare una differenza sostanziale(che rimane pur sempre di 20 &nbsp;dB). Allo stesso modo, la differenza di peso tra un bicchiere di carta vuoto e uno contenente una moneta da 2 € è percepita come maggiore di quella tra un bicchiere con 10 monete da 2 € e uno con 11 monete da 2 € (eppure la differenza fisica tra le due situazioni sperimentali è sempre pari al peso di una moneta da 2 €).
 
Nel [[w:1834|1834]] [[w:Ernst Weber|Ernst Weber]] notò che
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da cui risulta l'espressione formale della legge di Weber-Fechner:
 
<div align="center"><math> p = k \ln{\frac{S}{S_0}}. </math></centerdiv>
 
Da questa formula si evince che l'intensità percepita è proporzionale al logaritmo del rapporto tra l'intensità dello stimolo <math>\ S</math> e quello dello stimolo <math>\ S_0</math>. In modo intuitivo questa formula significa che l'intensità percepita varia a seconda del rapporto tra gli stimoli e che più il rapporto è grande, meno velocemente la soglia differenziale aumenta.
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Può, forse, essere di supporto all'ipotesi di virtualità dei sensi una sorta di mascheratura operata dal cervello in condizioni, come quelle in ambito pressorio e cinetico sotto indicate, nelle quali sia nullo o irrilevante il gradiente temporale di energie stimolatrici di livello piuttosto elevato.
 
* ''(ambito pressorio)'' Non ci rendiamo per niente conto (se non razionalmente) del fatto che la pressione esercitata dalla lieve, volatile, flebile, impercettibile se non agitata, aria nella quale siamo piacevolmente immersi, essendo (a livello del mare) mediamente pari a quella esercitata da una colonna di mercurio dell'altezza di 760 &nbsp;mm., ovvero, con buona approssimazione, dalla forza-peso di 1 &nbsp;kg per ogni centimetro quadro, raggiunga la quindicina di tonnellate sulla superficie esterna media di un adulto (1,6 metri quadri) e, parimenti, la tonnellata, con la connivenza (o, perlomeno, preterintenzionale complicità) del liquido amniotico, per la superficie esterna di un feto supposta pari ad 1/10 di metro quadro.
 
* ''(ambito cinetico)'' Non ci rendiamo conto di trovarci, in pratica, su di un tappeto volante che si muove, rispetto all'asse terrestre, ad una velocità nulla ai poli Nord e Sud, crescente fino a circa 1.700 Km/h all'Equatore, velocità alla quale vanno algebricamente aggiunte quella dell'asse terrestre determinata dalla rivoluzione della Terra attorno al Sole, quella di traslazione del sistema solare e, probabilmente, molte altre.
 
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<references/>
 
[[Categoria:Psicologia generale]]