Contabilità nazionale: differenze tra le versioni
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Le principali variabili che occupano la macroeconomia sono la [[w:produzione|produzione]], la [[w:disoccupazione|disoccupazione]] e l'[[w:inflazione|inflazione]]. Altre variabili, strettamente collegate alla prima possono essere il [[w:consumo|consumo]], l'[[w:investimento|investimento]], le [[w:esportazioni|esportazioni]], le [[w:importazioni|importazioni]], le [[w:aspettative|aspettative]] degli operatori, la [[w:politica monetaria|politica monetaria]] della [[w:banca centrale|banca centrale]], la [[w:politica fiscale|politica fiscale]] del [[w:governo|governo]].
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Si può dimostrare empiricamente che il IPC e il deflatore del PIL si "muovono" alla stessa velocità (solitamente i due tassi differiscono dell'1%), ma vi sono comunque momenti in cui la differenza fra i due tassi è notevole (come è stato, ad esempio, negli Stati Uniti nel 1974, a causa della crisi petrolifera).
In un mondo perfetto, ad ogni aumento dei prezzi corrisponderebbe un aumento dei salari di pari valore, sicché il potere d'acquisto non muterebbe. Questo fenomeno, noto come "inflazione pura", è tuttavia pressoché inesistente. Solitamente infatti, durante le fasi inflattive, i prezzi e i salari non aumentano in proporzione, quindi l'inflazione ha una grande importanza in termini di distribuzione del reddito. Inoltre l'inflazione è un importante distorsore: le variazioni dei prezzi, infatti, aumentano l'incertezza e quindi le decisioni vengono prese con maggiore difficoltà. Inoltre è importante anche a fini fiscali: è ovvio che se aumenta l'inflazione e le fasce d'imposta non venissero adeguate ad essa, un persona si ritroverebbe in una fascia d'imposta diversa, anche se il suo reddito reale non è mutato.
Tuttavia anche la deflazione comporta problemi, ma a differenza dell'inflazione, che crea problemi principalmente quando è fuori controllo, la deflazione è problematica anche quando è bassa, perché rende difficoltosi gli interventi di politica monetaria volti a influenzare la produzione. Oggigiorno si considera un tasso ottimale di inflazione quando è compreso fra 0% e 3%.
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[[Categoria:Macroeconomia|Contabilità nazionale]]
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