I riflessi del terrorismo islamista nel diritto: differenze tra le versioni
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* '''Laicità da Combattimento:''' che è la laicità che vede con ostilità il fenomeno religioso e vuole tenerlo fuori dal contesto statale (e possiamo vedere chiaramente in questo caso come l'integrazione sia un dovere da parte del fedele che deve piegarsi alla legislazione statale senza quasi avere libertà religiosa pubblica ma solo nel proprio foro intero).
* '''Laicità Separatista:''' che si basa sulla fictio storica da cui è nato lo Stato Laico. È infatti quella laicità dove si ritiene che lo Stato sia una cosa e la Religione un
* '''Laicità Simmetrica:''' Lo Stato assimila in
E non possiamo non dire che è proprio quest'ultima la laicità a cui uno Stato di Diritto Laico deve puntare ed è proprio questa la Laicità messa in atto dalla nostra Costituzione e dal nostro Stato.
Seguire le altre due forme di laicità può comportare infatti il rischio di non permettere una serena integrazione da parte del fedele allo Stato. Può portare ad un rigetto del diritto statuale e a quello che viene detto scontro di civiltà ma ci torneremo tra poco.
È fondamentale, infatti, chiarire la nozione di Laicità Simmetrica che per un qualsiasi occidentale può apparire una nozione poco chiara. Siamo abituati a credere che laico significhi non religioso. Siamo abituati a credere che lo Stato non debba in alcun modo
Tutto questo se e solo se si applica una laicità simmetrica. E se questa laicità non si applica?
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Il non essere laici simmetricamente è sicuramente un fattore determinante per l'avvio dello scontro di civiltà. Il fondamentalismo islamico si nutre degli errori degli Stati di Diritto Laico è un dato di fatto. D'altronde il messaggio dei fondamentalisti è quello che l'Occidente e la propria Cultura annientano l'Islam e i suoi valori. E quindi non può che non favorire questo messaggio il comportamento, non laico, di uno Stato Occidentale, come in questo caso francese. D'altronde una reazione del genere non avviene solo da parte dell'Islam. Mutatis Mutante tutte le Religioni reagiscono in questo modo quando vedono lesi i propri valori (si pensi ai moti cattolici contrari ad esempio all'introduzione dell'aborto nel 1978). È una cosa naturale e propria di ogni religione. Certo non vi è la nascita di un radicale fondamentalismo (questo anche perché come detto i cristiani hanno maturato una sorta di separazione tra l'essere cittadino e l'essere religioso) ma ugualmente vi è una reazione più o meno dura.
A questo punto bisogna solo tirare le somme. Da una parte abbiamo detto, nel paragrafo precedente, che il credente islamico, più di ogni altro credente, sente in
== I riflessi nel diritto internazionale del fenomeno ISIS ==
Veniamo quindi all'ultimo aspetto di questa Lezione Intercorso i riflessi del fenomeno ISIS nel diritto internazionale. Fare una trattazione completa degli stessi è quasi impossibile avendo un risvolto internazionalistico un
Tratteremo quindi in primo luogo del riconoscere o meno l'ISIS in quanto Stato e cosa questo potrebbe comportare in termini giuridici. Una volta discusso su questo vedremo se l'azione militare posta in essere da Francia e Russia in Siria sia o meno legittima e vedremo come il fatto che l'ISIS sia o meno uno Stato cambia la legittimità.
Tutta questa analisi, va preliminarmente segnalato, è segnata da un legittimo scontro di posizioni dottrinali pertanto, pur se si cercherà di essere quanto più neutrali, ugualmente non si può non segnalare che un'altra dottrina, sicuramente più autorevole di chi scrive, potrebbe ritenere quanto scritto nei prossimi paragrafi errato. Il mio compito sarà comunque segnalare, in questo caso, le divergenze di opinione.
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Questa tesi ora illustrata è la tesi dottrinale minoritaria. Al momento attuale, a parte la prassi di cui parlavamo sopra, non ci sono autori dottrinali di ampia fama che la sostengono e questo per vari motivi.
In primo luogo si temono gli effetti che un tale "riconoscimento" potrebbe comportare, non tanto per il caso di specie, ma per il futuro. Sarebbe, per la prima volta, fatta prevalere l'effettività alla legittimità. In altre parole si ammetterebbe, per la prima volta, che si può diventare Stati anche violando il diritto internazionale generale. Dall'altra parte ammettere che l'ISIS è uno Stato significa anche dover decidere su che fine hanno fatto gli Stati dell'Iraq e della Siria con una non dubbia conseguenza anche diplomatica di ciò. Significherebbe infatti decidere se si è in presenza di un distacco da parte dei territori ex Siriani o Iracheni a favore di un nuovo Stato oppure di Stati falliti con scarsa o addirittura inesistente effettività dei loro governi.
In ultimo si è sempre cercato di evitare una qualche forma di riconoscimento statale a gruppi armati terroristici anche perché, a ragione, si finirebbe in un certo senso per legittimarli. Ma questo è giustissimo nei confronti di organizzazioni terroristiche come Al-Qaida che in realtà non si è mai proclamato Stato
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