Intervista al premio Nobel Norman Borlaug: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Apostrofo tipografico |
m correzioni comuni e formattazione using AWB |
||
Riga 1:
{{approfondimento|1 = da ''Agricoltura'' n.7/8 2003|materia1 = Storia dell'alimentazione|dipartimento1 = Economia|dipartimento2 = Scienze agrarie e tessili}}
<center><font size = "4"> ''''' </font><br /> '''Intervista al premio Nobel
<center><font size = "5"> ''''' </font><br /> '''Lettura integrativa di [[Materia:Storia dell'alimentazione|Storia dell'alimentazione]]''</center>
[[Immagine:Barlaugsaltini.jpg|thumb|250px|Intervista a Norman Borlaug fatta da Antonio Saltini all'Università di Bologna il 5 settembre 2004 <small>Biblioteca Nuova terra antica</small>]]
Riga 10:
Sulle soglie ormai dei novant<nowiki>'</nowiki>anni, Norman Borlaug, padre dei
frumenti che hanno permesso la
Nell<nowiki>'</nowiki>intero corso della storia umana nessun uomo poté mai vantare, come può vantare lui, di avere creato piante che consentono la vita di due miliardi di esseri umani.
Nonostante l<nowiki>'</nowiki>età, è ancora al centro
miliardi di abitanti che la Terra dovrà ospitare, per consenso unanime dei demografi, tra trent<nowiki>'</nowiki>anni.
Riga 21:
un<nowiki>'</nowiki>importante assise sulle prospettive della ricerca genetica. È durante una pausa dei lavori, grazie alla premura di Roberto Tuberosa, responsabile, per conto dell<nowiki>'</nowiki>Università di Bologna, del convegno, che ho potuto incontrarlo. Seduti al banco di un<nowiki>'</nowiki>aula deserta, Norman Borlaug non mi ha concesso una semplice intervista, ma si è immerso in una appassionante conversazione sulle prospettive degli equilibri alimentari del pianeta.
== Non di solo pane ==
Professor Borlaug, è passato mezzo secolo da quando lei congegnò i frumenti che avrebbero permesso la
uomini soffre ancora la fame. Ritiene che fossero migliori allora, o che siano migliori adesso le condizioni per accrescere la produttività della terra?
Riga 30:
Non ritiene si debba riconoscere che negli anni Cinquanta sul pianeta v<nowiki>'</nowiki>erano milioni di ettari di foreste da convertire in arativi, fiumi immensi da sbarrare, lo stato dei terreni era eccellente, il consumo di fertilizzanti era irrisorio, mentre oggi non vogliamo sacrificare altre foreste, non ci sono fiumi per nuove immani dighe, tutti denunciano i danni dell<nowiki>'</nowiki>erosione e quelli della salinizzazione sulla fertilità, il consumo di fertilizzanti è già elevato, e voci autorevoli temono consumi ancora maggiori. Non sono tutte condizioni negative, che rendono più ardui progressi ulteriori?
''«Credo che le carenze idriche possano costituire un impedimento all<nowiki>'</nowiki>esercizio dell<nowiki>'</nowiki>agricoltura, nei prossimi trent<nowiki>'</nowiki>anni in alcune aree del pianeta, ma che il problema non sarà generale. L<nowiki>'</nowiki>erosione è un processo sempre operante, certamente grave nelle aree declivi, molto meno in quelle pianeggianti e la salinizzazione è stata la conseguenza di impianti di irrigazione che non prevedevano la necessità di dilavare il contenuto salino delle acque impiegate, ma oggi gli impianti si progettano con il complemento di reti drenanti. Certo, dove un governo vuole realizzare una rete drenante per
''Il degrado dei suoli non è problema nuovo: quando iniziammo il nostro lavoro in Messico, a metà del secolo scorso, fummo costretti a renderci conto che operavamo su terreni impoveriti da millenni di coltivazione intensiva. Prima di Cortez quelle terre producevano mais tutti gli anni, e il mais impoverisce la terra. Per favorire la crescita delle piante il suolo non deve presentare anomalie chimiche e dev<nowiki>'</nowiki>essere dotato di tutte le sostanze necessarie. Fertilizzare un
Riga 39:
''Per coltivare quei terreni erano necessarie piante tolleranti l<nowiki>'</nowiki>alluminio, che solo la genetica può congegnare».''
== Non di sola genetica ==
La genetica è indispensabile, ma non è sufficiente, da sola, al progresso delle produzioni, deduco dalle parole del mio interlocutore.
''
La genetica resta, comunque, arguisco, il fattore capitale del progresso futuro.
''
Come in Italia è stato possibile chiudere la tragica epopea delle mondine nelle risaie di Vercelli e Pavia, annoto. Ma, a combinare genetica e agronomia lei ritiene possibile, soggiungo, risolvere i problemi alimentari di tutte le regioni del mondo dove si soffre la fame, anche dell<nowiki>'</nowiki>Africa, il continente sul cui futuro non mancano le prognosi disperate?
''
E fino a quando potrà la genetica accrescere le produzioni, chiedo al mio interlocutore? Agronomi non privi di prestigio sostengono che le grandi specie agrarie sarebbero prossime, ormai, ai propri limiti biologici, oltre i quali non si potrebbe aumentare ancora.
''
== Contro la genetica ==
La genetica, quindi, strumento indispensabile per nutrire l<nowiki>'</nowiki>umanità del futuro, ma contro la genetica si agitano forze prepotenti, soprattutto in Europa. Come spiega il fenomeno, e quali pensa possano esserne le conseguenze?
''
Ma crede, insisto, che la politica saprà cambiare? Nel 1974 si celebrò a Roma la Conferenza mondiale sull<nowiki>'</nowiki>alimentazione, che proclamò la prossima eradicazione della fame:
Riga 66:
Cosa ha fatto la politica mondiale da allora?
''
:::::'''''Agricoltura'' n.7/8 2003'''
|