Il Negozio Giuridico in Generale: differenze tra le versioni

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La piàpiù grande categoria degli atti volontarie e leciti è formata dai '''Negozi Giuridici''' i quali sono '''le manifestazioni di volontà rivolte a uno scopo pratico che consiste nella Costituzione, Modificazione o Estinzione di una Situazione Meritevole di Tutela secondo l'Ordinamento Giuridico'''.
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La pià grande categoria degli atti volontarie e leciti è formata dai '''Negozi Giuridici''' i quali sono '''le manifestazioni di volontà rivolte a uno scopo pratico che consiste nella Costituzione, Modificazione o Estinzione di una Situazione Meritevole di Tutela secondo l'Ordinamento Giuridico'''.
Il Negozio Giuridico è lo Strumento di maggior rilievo tramite cui si attua nel Diritto Privato l'Autonomia dei Soggetti.
Il Soggetto che è Capace di Agire è dotato di un Potere di Disporre che rappresenta quindi l'aspetto dinamico della menzionata Capacità di Agire. Il Potere di Disposizione è considerato a se stante quando è riconosciuto su un Diritto altrui e rappresetenza così un'allargamento della Legittimazione che è presupposto della Efficacia dei Negozi Giuridici. Speciale è invece il Potere di Disposizione riconosciuto ''mortis causa'' per Mezzo del Testamento.
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Per le Regole del Computo ci si avvale di quell tipoche tranne che per la Proroga se Scade in Giorni Festivi (art. 1187 c.c.) in quel caso avendo la prevalenza gli Usi e la Volontà delle Parti. Nel Periodo che va dalla stipula del Negozio fino al Scadenza Termine (cioè al suo Verificarsi) si dice che il Termine ''Corre'' che è diverso dalla Condizione che ''Pende'' perchè manca, nel primo, l'Incertezza che connota la seconda.
 
Il Negozio può essere Apposta ad ogni Negozio tranne che per gli ''Actus Legitimi'' o Puri e negli altri casi previsti da legge (come nel caso dell'art. 637 c.c. in cui il Termine Iniziale o Finale si considera come non Apposto all'Istituzione di Erede).
 
Nel Codice in realtà non esiste una norma che spieghi, come avviene per la Condizione, le regole per il Termine di Efficacia nei Negozi in Generale. Viene invece Regolato il Termine di Adempimento delle Obbligazioni (art. 1183 e ss. c.c., art. 1457 c.c.).
Se non è stato fissato un Termine per l'Esecuzione della Prestazione esso può Esigerla Immeditamente. Se invece la determinazione è stata lasciata ad uno dei Contraenti e questo Non vi provvede o se il Termine è Necessario per la Natura dell'Obbligazione ma le Parti Non si Accordano Esso viene Fissato dal Giudice (art. 1183 c.c.; nell'ambito del Contratto di Mutuo art. 1817 c.c.).
 
Il Termine può essere affisso a favore di una o l'altra o entrambe le Parti del Rapporto. Se non è presente altra Volontà essa è ritenuta in Favore del Debitore (art. 1184 c.c.) il quale se vuole può adempiere anche prima della scadenza (c.d. '''Termine di Esigibilità'''). Se invece è posto a favore del Creditore anche lui è legittimato di esigerlo prima (art. 1185 c.c.) (c.d. '''Termine di Eseguibilità'''). Il Termine è ritenuto dalla legge, e in sostanza è così, un vantaggio a favore di chi è stabilito. Non sempre però il Debitore ha il Beneficio del Debito infatti esso ahi sensi dell'articolo 1186 del Codice Civile lo può perdere ('''''Decadenza del Termine''''') e il Creditore può chiedere subito la prestazione se esiste un Pericolo che Minacci il Sodisfacimento del Creditore:
# Per Sopraggiunta Insolvenza del Deitore (Ad Esempio il Fallimento ex articolo 55 della Legge Fallimentare.
# Per Diminuzione delle Faranzie, Reali o Personali, sia per Caso Fortuito, sia per Farto del Debitore (Ad Esempio: Distruzione della Casa Ipotecata, Mancato Esercizio dei Mezzi per Conservare il Creditore Dato in Pegno).
# Per Mancata Prestazione delle Garanzie Promesse (Ad Esempio: Alienazione ad Altri del Bene che Doveva Essere Ipotecato).
 
In ultimo va segnalato il '''Termine Essenziale''' il quale impone che la prestazione sia dovuta in un determinato momento in modo che una Prestazione Successiva Non Possa più farsi o non avrebbe più Valore (di per sé, oppure anche in Relazione agli Interessi Particolari dei Soggetti). Esso è molto importante perchè se tale Termine non è stato rispettato ciò comporta la ''Risoluzione Ipso Iure'' del Negozio (salvo la possibilità per l'Interessato di concedere un '''Termine Suppletivo''' di tre gionri ai sensi dell'articolo 1457 del Codice Civile). Il Termine Essenziale può derivare anche Implicitamente dalle Circostanza del Negozio Giuridico stesso ad esempio la Consegna di un Vestito per una Cerimonia chiaramente il Termine Essenziale è quello della Cerimonia stessa altrimenti dopo tale Termine il Vestito è Inutile, così anche per una Stanza d'Albergo per una Giornata o una Stagione Precisa oppre la Consegna del Titpo allo Scopo di Farne il Deposito Richiesto per Concorrere a una Gara, ecc..
 
==== Il Modus o Onere ====
 
Il '''''Modus''''' o '''Onere''' è un Peso Iposto dall'Autore di un Atto di Liberalità (Donazione, Legato, Istituzione di Erede) a Carico del Beneficiario. L'obiettivo di questi Oneri, che non modificano il Contenuto e il Significato degli Effetti Tipici dei Negozi ma ne Aggiungono altri, è solitamente quello di destinare parte della liberalità a vantaggio di scopi di pubblica utilità o a favore di terzi estranei al Negozio oppure a per un Interesse a cui non Corrisponde un Destinatario Persona Giuridica come i lascti a Favore di animali o l'Erogazione per un'Iniziativa Precaria.
Il '''Modus''' si distingue dalla Condizione perchè nel primo l'Atto Volitivo Accessorio non va per forza compiuto prima di quello principale. Esso infatti è del tutto slegato e il principale pò essere compiuto poichè, non come nella Condizione, l'Adempimento dell'Onere non è Priminariamente Richiesto. Il ''Modus'' va distinto anche dal '''''Votum''''' o '''''Consilium''''' del Disponente perchè è in lui un Carattere di Imposizione di un Obbligo.
Esso poi si distingue anche dall'Obbligo Principale di Prestazione dei Contratti Onerosi perchè in questi le Prestazioni sono fatte l'Una in Vista dell'Altra e stanno Entrambe sul Medesimo Piano, mentre l'Obbligazione Assunta come ''Modus'' è un'Obbligazione a sé, Secondaria rispetto alla Liberalità di cui Costituisce un Limite. Il ''Modus'', come Principio, ha Causa nella Liberalità, ma non è Vero l'Opposto.
Il Benificario che ha ricevuto una Liberalità a Titolo Particolare (Legato o Donazione) ''Sub Modo'' Non è Tenuto ad eseguirla oltre il Valore di ciò che ha Ricevuto (art. 671, 793 c.c.). Diverso è invece l'Impegno che Grava sull'Erede che abbia Accettato (Senza Benificio d'Inventario) l'Eredità di Colui che ha Dispsoto l'Onere.
Chiunque ne abbia Interesse Può Agire per Ottenere l'Adempimento dell'Onere (artt. 648 e 793 c.c.).
Se esso non viene adempiut di Regola non Cade l'Atto di Liberalità ma gli Interessati agiranno per Ottenere l'Adempimento dell'Obbligo in Esso Contenuto. Si è detto che il ''Modus'' Non Risolve Ma Costringe. La Liberalità però Cadrà se tale Condizione di Risoluzione è ''Prevista'' dal Testatore o dal Donante ('''''Onere Risolutivo''''') (artt. 648 e 793 c.c.). Alla Risoluzione per Inadempimento del ''Modus'' si Applicano gli artt. 1453 s. c.c. (C 03/2569, 97/5124). Un Secondo Caso di ''Risoluzione'' per Inadempimente si Riferisce Soltanto all'onere Posto alla Liberalità ''Testamentaria'': l'Autorità Giudizia Potrà Pronunziare la Risoluzione della Disposizione Princopale se l'Adempimento dell'onere ha Costituito il Motivo del Lascito.
Il ''Modus'' Impossibile o Illecito è Nullo e la Disposizione di Liberalità Rimane Valida (''Vitiatur, Sed Non Vitiat''). Se però l'Atto di Liberalità è posto in essere solo per raggiungere uno Scopo Illecito o Impossibile, tramite il Mezzo dell'Onere, Cade anche l'Atto (artt. 647 e 794 c.c.).