Seconda guerra mondiale (scuola media)

La seconda guerra mondiale è stato il conflitto armato più grande e violento che la storia abbia mai visto, con la maggior parte delle nazioni del mondo coinvolte. Le vittime si aggirano tra i 70 milioni, inclusi gli stermini delle varie etnie da parte del Terzo Reich. Il conflitto inizia il 1 settembre 1939, con l’invasione della Polonia da parte della Germania, e termina il 2 settembre 1945 con la resa del Giappone a seguito dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki.

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Seconda guerra mondiale (scuola media)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Storia per la scuola media 3
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 75%

L' Italia al tempo

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Nel 1922 in Italia salì al potere il dittatore fascista Benito Mussolini. Dopo essere diventato capo del governo a seguito della marcia su Roma, risollevo il paese dall’anarchia, diede lavoro con nuove opere civili e militari, e varò in mare una potente flotta che superava di numero le flotte situate sul mediterraneo di Francia e Inghilterra. Queste azioni lo resero immediatamente popolare in Europa, e quando arrivò la grande depressione, l’Italia seppe resistere molto meglio di altri paesi. Nel 1937 invade l’Abissinia, odierna Etiopia, cosa che fece espandere il suo impero coloniale, poi appoggio con notevoli aiuti militari i nazionalisti spagnoli durante la guerra civile spagnola. Quando scoppiò la guerra, l’Italia non era ancora pronta per i considerevoli sforzi militari, però a seguito del patto d’acciaio con la Germania Nazista nel 1939, l’Italia si vede costretta a entrare nel conflitto.

La guerra

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Gli schieramenti

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Alleati Potenza dell'Asse
Regno unito Germania
Francia Italia (dal ‘40 al ‘43)
URSS (dal ‘41) Impero Giapponese (dal ‘41)
Stati Uniti d’America (dal ‘41) Altri...
Altri...

Dopo l’invasione della Polonia il Regno Unito e la Francia si alleano contro la Germania, da lì prende il nome di “alleati”. Nel 1940, per via dell’entrata in guerra dell’italia, l’alleanza tra Germania e l’Italia viene chiamata Asse.

Dal 1941, l’Asse si allarga includendo Ungheria, Romania e Bulgaria, paesi strategici per l’invasione della Grecia e della Iugoslavia. In seguito all’operazione Barbarossa (piano di conquista dell’Urss Da parte del terzo Reich) Si vedono entrare in guerra la Finlandia, in nome dell’Asse, e l’Urss, in nome degli alleati.

Il 7 dicembre 1941, l’Impero giapponese attacca inaspettatamente la flotta statunitense in sosta nella base navale a Pearl Harbor, nell’arcipelago delle Hawaii. Questo attacco vede l’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco di Regno Unito e URSS, mentre i giapponesi decidono di stare dalla parte di Germania e Italia.

I paesi qui sopra elencati non sono gli unici che hanno preso parte alla guerra, anzi, questo evento ha avuto una scala globale e la maggior parte delle nazioni hanno partecipato al conflitto. Perciò i paesi che vi abbiamo elencato sono qui perché hanno dato un’impronta più notevole per il destino della battaglia.

Scoppio delle ostilità

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In Europa, le potenze mondiali di Francia e Inghilterra erano stremate dalla prima guerra mondiale: anche se vincitori, la loro economia era debole e dovevano ricostruire quello che era andato distrutto nel corso del conflitto. Gli imperi storici europei come quello russo e tedesco vennero smembrati, e da essi furono create nuove nazioni, come la Polonia, l’Ungheria, Cecoslovacchia, Finlandia ecc. Proprio in Russia nel 1919 si stava consumando una guerra civile, dove l’armata rossa, guidata da Lenin e con ideologie comuniste, stava combattendo contro l'armata bianca, contro-rivoluzionaria e supportata dalle potenze occidentali. Nel 1922 l'armata rossa prevale su quella bianca, e viene instaurata l'unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS), e da quell'anno prende il potere Iosif Stalin, ex-amico di Lenin, che instaura una dittatura che farà morire milioni di persone. Intanto oltre oceano gli Stati Uniti, con un governo repubblicano, si sono isolati dal mondo preferendo sviluppare la loro industria, e avendo un boom economico senza eguali, evidenziando la sua supremazia industriale nel mondo. Tornando in Europa, in Italia invece si viveva il caos. Anche se aveva vinto la guerra, Il paese non aveva ottenuto i territori promessi dagli alleati e questo causò malcontento popolare con continui scioperi e rivolte. Questa situazione culminò nel 1922, quando Mussolini, capo del partito fascista, prese il potere con un colpo di stato. Da subito Mussolini rende l’Italia una potenza europea e rinforza l’esercito, l’aeronautica e la flotta navale, più grande delle flotte mediterranee combinate di Francia e Regno Unito. Anche in Germania regna il caos, la fame e le rivolte diventano cosa di ogni giorno, e poi, con la grande depressione del 1929 il paese è quasi al collasso. Tra i giovani che volevano ricreare una grande Germania divenne noto un veterano austriaco di nome Adolf Hitler e il suo partito, che nel 1923 tenta un colpo di stato, fallito. Successivamente Hitler si dà alla democrazia e nel 1933 viene eletto cancelliere, eliminando poi ogni partito contrario al nazismo della Germania. Hitler assunse i pieni poteri nel ‘34, quando il presidente tedesco Paul von Hindenburg morì. Da quel momento risollevò la Germania dalla fame e spese profumatamente per il riarmo dell’esercito, rintroducendo la leva obbligatoria e creando una nuova armata aerea, cose assolutamente vietate dal trattato di Versailles. Ma le prime violazioni di pace non provenivano da Hitler o Mussolini, bensì dal Giappone. Infatti in oriente la superiorità militare era in mano dell’impero Nipponico, fatto culminato nell’invasione della Manciuria nel 1931 e nella parziale conquista della Cina iniziata nel 1937 e finita nel ‘45. Anche l’Italia nel 1935 voleva espandersi, infatti Mussolini aveva l’ambizione di ricreare l’impero romano, e il suo primo obbiettivo era l’Abissinia, odierna Etiopia, che con una breve guerra divenne parte dell’impero coloniale Italiano. Nel mentre Hitler insieme a Mussolini pensò alle sue prime conquiste: per prima cosa rioccupò militarmente la regione della Renania e della Saar, poi, nel 1938, avvenne l’Anschluss, l’annessione dell’Austria alla Germania. Nel 1939, Hitler chiedeva con esigenza la regione dei sudeti dalla Cecoslovacchia, mossa molto strategica, poiché i sudeti confinavano con la Germania e perciò contenevano la maggior parte delle difese, così se le potenza europee li avrebbero concesso l’annessione, Hitler avrebbe stroncato le difese cecoslovacche, e con l’accordo di Monaco i sudeti vengono dati al terzo Reich. Già da qualche mese Hitler chiedeva il corridoio polacco dalla Polonia, e ora che la questione dei sudeti era risolta, le tensioni si fecero piu' intense. Per difendere l’indipendenza della Polonia, Francia e Regno Unito avevano dato alla Germania un ultimatum, se avrebbe attaccato la Polonia avrebbero dichiarato guerra. Hitler, dopo varie prove, era certo che Francia e Regno Unito non erano in grado di sopportare una nuova guerra, così diede il comando all’esercito di scavalcare le frontiere polacche. Era il 1 settembre 1939, e iniziava la seconda guerra mondiale.

Primi anni (1939-1940)

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Le truppe tedesche, con l’invasione della Polonia, usarono una nuova strategia fino ad ora mai utilizzata, la guerra lampo, in tedesco blitzkrieg, che prevedeva un attacco di carri armati e artiglieria aerea con una velocità che faceva confondere il nemico, chiudendolo in “sacche” per poi distruggerlo. Questa nuova tattica fece cadere il paese polacco in malapena un mese, e fu un successo per Hitler. In Occidente, invece, l’esercito britannico e quello francese si stavano preparando a seguire lo stesso schema della Prima Guerra Mondiale, cioè difensivo, senza nessun proposito ad attaccare. Dato che la maggior parte dell’esercito tedesco era in Polonia, il fronte occidentale era tranquillo, questo periodo venne chiamato “strana guerra”, per via delle fattezze del fronte. Questa fase terminò quando la Germania invase la Danimarca (che cadde in un giorno) e la Norvegia, che resistette di più anche grazie all’aiuto degli alleati, ma cadde lo stesso in poco tempo. Dopo questi successi, Hitler preparò l’operazione Fall Gelb, che consisteva nella conquista di Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Francia. L’operazione iniziò a maggio, con la rapida conquista di Belgio e Olanda, per poi conquistare la Francia attraverso le Ardenne, regione belga scarsamente difesa per il gran numero di foreste, accerchiando le divisioni inglesi e francesi. Mentre Parigi era sotto assedio, in Inghilterra veniva eletto il primo ministro Winston Churchill, che per i risultati dell’esercito inglese in Francia organizzò un’evacuazione delle divisioni britanniche a Dunkirk, spiaggia francese. L’operazione fu un successo, oltre 300.000 soldati vennero evacuati, indispensabili per difendere le coste inglesi in vista di un futuro attacco. Il 10 luglio del 1940 la Francia si arrende, e viene divisa in due parti, il nord in mano della Germania, mentre nel sud viene istituita la Francia di Vichy, governo libero ma comunque filo-nazista. Prima della resa, l’Italia dichiara guerra alla Francia, ottenendo però scarsi risultati, infatti l’esercito francese, assai indebolito per la campagna di Francia, riesce comunque a dare pesanti sconfitte all’esercito italiano. Successivamente, Mussolini firma una pace con la Francia ottenendo solo pochi territori, inoltre per la prima volta si vide la scarsa efficienza delle truppe Italiane, che giustificarono la scarsa campagna militare italiana nel conflitto. Al contrario, in Germania si festeggiava la vittoria sulla Francia, iniziando un periodo di terrore che perseguiterà l’Europa nei successivi 5 anni.

Il terrore incombe sull'Europa

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Nel 1940 l’Inghilterra era l’unico paese che combatteva contro la Germania, però la sua isola e la flotta più grande e potente al mondo la proteggevano da possibili sbarchi. Hitler, sapendo della supremazia navale britannica tentò con la sua forza aerea di abbassare il morale della popolazione e distruggere obbiettivi strategici per poi iniziare uno sbarco su un Regno Unito indebolito. Tuttavia dopo notevoli bombardamenti il morale inglese non si abbassò e l’aviazione britannica seppe sventare la maggior parte degli attacchi tedeschi, facendo rimandare la conquista del’Inghilterra. Mentre si combatteva nei cieli, in Italia Mussolini credeva di poter svolgere una guerra parallela a quella tedesca, dando l’ordine di attaccare la colonia britannica d’Egitto. La battaglia fu un disastro, inoltre le truppe italiane Batterono in ritirata perdendo territori a causa della controffensiva degli inglesi, molto più organizzati. Dopo la sconfitta, Mussolini ritenta stavolta in Grecia, ma a quanto pare la fortuna non era in mano agli italiani, e i greci, con supporto inglese, seppero vincere sugli italiani, conquistando alcuni territori dell’Albania. Le notizie sulla campagna italiana arrivano a Hitler, che per prima cosa manda supporto all’alleato in Africa, per poi conquistare in breve tempo Iugoslavia e Grecia. Dopo i combattimenti in Italia si inizierà a dare sfiducia al partito fascista e allo stesso Mussolini, il contrario invece per Hitler, che dopo i successi su tutti i fronti, mostra ai suoi generali un nuovo piano, conquistare l’Unione Sovietica.

Il risveglio dei giganti

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L’Unione Sovietica si voleva tenere lontana da ogni futuro conflitto europeo, perciò, quando ci fu l’ascesa del Nazismo, Stalin cercò di allearsi in ogni modo con Regno Unito e Francia, senza successo. Nel 1939, quando le tensioni furono sempre maggiori, a Stalin rimase una sola possibilità per mantenere l’Unione Sovietica in un ruolo non belligerante, allearsi con la Germania. Infatti il 23 Agosto 1939 la Germania e l’Unione Sovietica firmano un patto di non aggressione, mossa strategica di Hitler per evitare una guerra su due fronti. L’esercito sovietico era uno dei più grandi al mondo, con più di 30.000.000 di soldati, ma dopo l’ascesa di Stalin, i migliori generali vennero uccisi con le purghe staliniane degli anni ‘30, perciò quando la Germania conquistava l’Europa, Stalin cercò in tutti i modi di potenziare l’esercito, insicuro del mantenimento del patto di non aggressione. Come predetto da Stalin, all’alba del 22 Giugno del 1941, Hitler lo tradì ordinando al suo esercito di oltrepassare i confini tedesco-sovietici dando inizio all’audace operazione Barbarossa, piano ideato da Hitler nel tentativo di entrare in possesso delle immense risorse naturali che disponeva la Russia e di mettere fuori gioco un’altra potenza potenza europea. Con la tecnica della guerra lampo, la Germania occupa in pochi mesi il bassopiano Sarmatico arrivando alle porte di Mosca. Mentre si combatteva nella Russia continentale, nell’oceano Pacifico, il 7 Dicembre 1941 la flotta aeronavale giapponese attaccò a sorpresa la base navale statunitense di Pearl Harbour, nelle Hawaii. L’attacco, con obbiettivo la distruzione delle maggiori navi statunitense e l’annientamento della potenza sul mare degli Stati Uniti, inflisse gravi danni alla flotta americana in sosta nella base durante quel giorno, ma non la distrusse completamente, perciò l’offensiva ebbe un parziale successo, che però causò il temporaneo blocco dell’influenza militare statunitense nel Pacifico, dando tempo al Giappone di conquistare buona parte dell’estremo oriente e dell’Oceania arrivando a minacciare anche India e Australia. Tuttavia in Europa solo un terzo dell’esercito sovietico era stato distrutto ed era entrata in guerra la più grande potenza industriale al mondo, le sorti della guerra possono ancora cambiare.

Il ritorno della speranza

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1942, battaglia di Mosca, l’esercito tedesco viene sconfitto dai russi, respingendoli definitivamente dalla capitale Sovietica, ma per Hitler questo non era l’unico problema. Infatti per alimentare la macchina da guerra tedesca bisognava avere molto petrolio, carburante che ormai stava per esaurire, perciò Hitler ordinò alle sue truppe di invadere il Caucaso, regione russa ricca di petrolio. L’attacco fallisce con l’offensiva di Stalingrado, e il contro attacco russo fa indietreggiare i tedeschi perdendo gli strategici territori del Caucaso. In Africa, l’assalto tedesco in supporto agli italiani non ha successo, facendo perdere all’Italia metà della colonia libica. Con i successi inglesi sul fronte egiziano, gli Stati Uniti, appena entrati nel conflitto organizzano un’operazione di conquista delle colonie francesi ormai in mano ai nazisti. Il piano riesce facendo ritirare le truppe Italo-tedesche in Tunisia. In breve tempo gli alleati strappano all’asse anche la Tunisia mentre in Russia i sovietici riescono a contro attaccare i tedeschi avendo la meglio in battaglia. Questo fatto si rivelò la prima sconfitta militare dell’asse, iniziando la lenta caduta della Germania nazista, e facendo accendere una luce di speranza in Europa e a tutti i paesi occupati.

La rivalsa alleata

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Con l’occupazione delle colonie nordafricane, gli alleati iniziano a pianificare un attacco all’Europa per aprire un secondo fronte e mettere in difficoltà gli eserciti dell’Asse. L’obbiettivo dell’assalto cade sull’italia, infatti il 9 luglio del ‘43 avviene lo sbarco in Sicilia, che in pochi mesi cade in mano alleata. Dopo il successo alleato, l’italia si arrende, Hitler non la prende bene e conquista i due terzi del territorio italiano e ne instaura un governo fantoccio sotto il potere di Mussolini, per costruire una difesa contro gli alleati. Dopo aver instaurato ben tre linee di difese in Italia, l’offensiva alleata si rallenta, facendo entrare in stallo il fronte. Nel fronte orientale invece l’esercito russo stava brevemente annientando quello tedesco, facendo ritornare i confini a quelli del 1941, prima dell’operazione Barbarossa. Anche se sta avendo la meglio in battaglia l’esercito sovietico è stremato, ormai quasi metà delle truppe è stata uccisa o imprigionata e scorre un notevole malcontento tra le linee del fronte. Dopo l’attacco sovietico alla Polonia e sui Balcani, in Occidente si decide finalmente di aprire un definitivo secondo fronte in Francia. Così, nel 1944, si vide svolgersi l’operazione Overlord, Iniziando con lo sbarco in Normandia, successo alleato, e con lo sbarco in Provenza, altrettanta vittoria alleata. In poco tempo, gli alleati conquistano la Francia, e, nell’agosto del 1944, liberano Parigi, per poi avere strada libera per avanzare sui confini tedeschi. Ormai manca un anno alla fine della guerra, e le sorti del conflitto sono ora nelle mani degli alleati.

La caduta del Nazismo e la fine della Guerra

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Nell’inverno del 1944, la Germania si trovava in una morsa degli alleati, da una parte gli anglo-statunitensi, dall’altra i sovietici. I russi avevano occupato la Polonia e avevano fatto arrendere gli Stati che facevano parte dell’asse, occupando perciò anche i Balcani. In Occidente invece gli inglesi e americani si dirigevano verso il Belgio e i Paesi Bassi. Anche se l’esercito tedesco sembrava in rovina, aveva ancora 10 milioni di uomini, e nei primi giorni dell’anno 1945, sferrò una controffensiva sulle Ardenne che inizialmente ebbe successo, ma poi con il miglioramento del tempo atmosferico e la possibilità di usare la superiorità aerea alleata, si rivelò una sconfitta tedesca, che facilitò l’avanzata Sovietica a est e permise agli alleati occidentali di sfondare il settore belga. Nella primavera del 1945, l’esercito sovietico, sotto pressione di Stalin, attaccò in un’offensiva finale Berlino. Con una battaglia durata quasi un mese, Berlino viene conquistata, e Hitler, dopo aver appreso della finale sconfitta tedesca e la morte del suo alleato Mussolini da parte dei partigiani italiani, si suicida il 30 aprile, dando il potere all’ammiraglio Karl Donitz. Dopo la presa di Berlino, il 7 Maggio 1945 la Germania firma una resa incondizionata con gli alleati, sancendo la fine della seconda guerra mondiale in Europa. Tuttavia c’era ancora un paese che combatteva contro le forze alleate, il Giappone. Anche se la sua capitolazione era prossima, poiché l’Unione Sovietica aveva invaso la Manciuria mentre gli Stati Uniti stavano conquistando i vari arcipelaghi attorno all’isola giapponese, continuava senza sosta a difendere il suo impero isola per isola, facendo sacrificare militari e non solo in nome dell’Imperatore. Temendo un numero altissimo di vittime americane per uno sbarco sulle coste giapponesi, gli Stati Uniti decidono di usare una nuova e terrificante arma per porre fine alla guerra, la bomba atomica. Infatti il 6 e il 9 agosto 1945 vengono sganciate le bombe atomiche “Fat Man” e “Little Boy” sulle città nipponiche di Hiroshima e Nagasaki. Il governo giapponese, per paura di nuovi attacchi, si arrende. Era il 2 Settembre 1945 ed era terminata la più sanguinosa guerra dell’uomo, costata all’umanità ben 6 anni di orrore e distruzione.

Le conseguenze del conflitto

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I morti

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Come già detto, la seconda guerra mondiale è stato il conflitto più sanguinoso mai combattuto sul pianeta. Le stime riportano quasi 70 milioni di vittime, militari e non solo. Infatti la seconda guerra mondiale ha definitivamente spostato gli obbiettivi di un conflitto dai militari al fronte ai civili nelle città. In effetti, i numeri più alti di deceduti sono i civili, quasi 40 milioni di persone. Tutti questi morti sono per lo più da bombardamenti, che, soprattutto durante la guerra d’Inghilterra, avevano l’obbiettivo di tormentare ogni cittadino, facendoli abbassare il proprio morale. Con tutte queste vittime, in particolare di persone innocenti, si fece sempre più esigente un mezzo di diplomazia con cui risolvere i problemi tra paesi con le parole, non con le armi. Con il trattato di San Francisco nel 1945 buona parte dei paesi globali firmano la creazione di un corpo diplomatico intermediario tra stati, l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), che prese il posto alla società delle nazioni, che fallì nell’impresa di prevenire il secondo conflitto globale. Con un strumento per prevenire le guerre, nel mondo si abbassarono notevolmente i conflitti svolti, anche se non del tutto.

Nuove tecnologie

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Nel dopoguerra, tutte le tecnologie belliche sviluppate durante il conflitto non servivano più, ma trovarono ambiziosi sbocchi nei settori civili. Un esempio è il campo dell’aeronautica, che sviluppò aerei con motori a reazioni o velivoli civili che potevano andare oltreoceano in 10 ore. Un’invenzione molto importante fu anche l’elicottero, mezzo che può restare fermo nell’aria, e che trovava ruoli di pronto intervento. Poi, si scoprì che l’energia atomica poteva essere usata non solo come arma, ma anche come fornitore di elettricità. Infatti, nei primi anni 50 i primi reattori nucleari iniziarono ad apparire nei paesi più ricchi e potevano dare energia a una città intera. Inoltre, con lo sviluppo dei radar si potè migliorare anche i campi della telecomunicazione. Tutto questo, riuscì a creare un mondo migliore, e portò alla nascita del mondo di oggi.

La fine degli imperi e l’ascesa delle superpotenze

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Dopo il conflitto, Francia e Inghilterra, seppur vincitori, persero il loro potere sulla scacchiera del mondo. Quel potere lo presero invece Stati Uniti e Unione Sovietica, anch’essi vincitori, che con un’economia capitalista e un’ideologia socialista, seppero espandere la loro egemonia sul mondo. Questo portò alla divisione dell’Europa in due sfere d’influenza, occidentale, democratica e sotto il potere degli Stati Uniti, e orientale, comunista e a capo l’Unione Sovietica. Questo portò a una serie di tensioni tra le due superpotenze, che tormentarono il mondo per 50 anni, questo periodo venne chiamato “guerra fredda, perché non sfociò in una guerra diretta. Inghilterra e Francia non dovettero sopportare solo la perdita della loro influenza mondiale, ma dovettero subire le rivolte e richieste di indipendenza delle loro colonie. Infatti dal dopoguerra a fine secolo l’Impero coloniale britannico e francese si frantumò, fatto che pose fine al colonialismo europeo ma creò paesi deboli e fragili, soprattutto in Africa, in cui la popolazione soffre la fame anche oggi. In Europa invece, gli ex-Stati dell’Asse, rispettivamente Italia e Germania occidentale (divisa in due parti per tutta la durata della guerra fredda) registrano un boom industriale che fa esplodere le rispettive economie, cosa contraria agli Stati dell’est, che con un congelamento comunista fa soffrire milioni di persone, e ancora tutt’oggi tormenta lo sviluppo dei paesi orientali europei. Questo cambio totalmente la politica globale, dato che per la prima volta l’Europa perse il proprio potere globale a favore di paesi di altri continenti

La nuova Europa

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Nel Dopoguerra, L’Europa perse ogni influenza sul mondo, e venne invece divisa in due parti, occidentale e orientale. Gli alleati, nei prima anni post-conflitto, avevano diviso la Germania in quattro parti, il nord-ovest in mano alla Gran Bretagna, sud-ovest alla Francia, sud-est in potere agli Stati Uniti, e l’est sotto l’influenza dell’Unione Sovietica. Poi la Germania dovette cedere alla Polonia la Slesia, la Pomerania e la Prussia orientale. La Germania Ovest, capitalista e democratica, fece passi da gigante nella propria economia, diventando la quarta potenza economica al mondo, invece la Germania Est, Socialista e comunista, si ritrovò in un gelo comunista che bloccò ogni sviluppo finanziario. Fatto più commovente di questa divisione fu il muro di Berlino, barriera costruita per separare la Berlino occidentale e orientale, simbolo della guerra fredda. Il resto dell’Europa, invece, rimase parzialmente uguale ai confini prebellici.