Ripensare la lotta alla povertà

Approfondimento
Ripensare la lotta alla povertà
di Alberto Lunardi
da Nigrizia giugno 2011
Dipartimento di Scuole
Dipartimento di Studi umanistici




Lettura integrativa della Materia:Geografia scuole superiori

tratto da Alberto Lunardi, da Trento

Ripensare la lotta alla povertà

Festival dell'economia di Trento

Considerata una delle menti più brillanti e influenti del pensiero economico, Esther Duflo non delude. La sua analisi sullo stato attuale delle politiche di sviluppo economico e lotta alla povertà abbatte pregiudizi consolidati e mette in discussione dogmi come il microcredito.

Quando si parla di lotta alla povertà tre sono i pericoli che conducono al fallimento e all'inefficacia: l'ideologia, l'ignoranza e l'inerzia. Ideologie contrapposte sono comunque inefficaci perché miopi alle complessità delle molte povertà. Irrealistico è il pensiero di Sachs per cui massicci aiuti internazionali potranno in un futuro prossimo sconfiggere il sottosviluppo così come quelli di Easterly e Moyo, più "responsabilisti" per cui i poveri devono aiutarsi da soli, facendo emergere propri bisogni e una propria democrazia locale.

La bontà di una teoria si misura dal raggiungimento dei suoi obiettivi e così l'economista Esther Duflo, evitando di schierarsi tra opposti pensieri, pone al centro la tecnica della valutazione e della scelta. Testare, così come fanno le discipline scientifiche, rigorosamente i diversi programmi comparando costi ed effetti. Le politiche di aiuto ai poveri invece non sono valutate rigorosamente prima di essere applicate, perché la posta politica in gioco spesso non permette un bilancio obiettivo.

È "l'ultimo miglio" dei programmi di sviluppo, ovvero la mancanza di una minuziosa conoscenza del contesto in cui si opera, a far mancare spesso gli obiettivi. Ad esempio, riguardo alle campagne di vaccinazione sono cause impensabili come l'assenteismo degli infermieri, i pregiudizi verso l'iniezione, l'inerzia dei genitori che posticipano e non la mancanza di sieri i maggiori ostacoli.

Il microcredito stesso, caposaldo ideologico delle politiche di sviluppo è messo in discussione. Siamo proprio sicuri che i poveri siano imprenditori per vocazione? L'immaginario creato da Yunus vorrebbe che il povero cui viene concesso credito sia votato a una imprenditorialità quasi naturale. Duflo propone i risultati di un sondaggio da lei condotto in cui emerge che i poveri stessi sognano per il futuro dei loro figli occupazioni da impiegati e statali, quindi di maggior stabilità. Stabilità difficilmente ottenibile attraverso il microcredito che aiuta individualmente ma ha bassi ritorni sociali e occupazionali.

L'introduzione delle assicurazioni in contesti di povertà è uno strumento che i governi devono incentivare e sussidiare fintantoché anche la popolazione lo percepisca come un buon strumento di protezione. Nelle sperimentazioni fatte in Ghana, la sottoscrizione di polizze a tutela contro la siccità avveniva solo fino a che rimanevano gratuite mentre, applicando anche costi minimi, la percentuale scendeva pressoché allo zero; erano infatti percepite come una lotteria piuttosto che una valida protezione dalla siccità.

È proprio in virtù di esempi come questi che, nel solco di Amartya Sen, la Duflo indica la necessità di porre sotto la responsabilità e lungimiranza della società l'istruzione e la sanità, togliendole alle logiche di mercato ma anche alla singola scelta di soggetti la cui libertà è limitata da ostacoli di vario genere come incapacità di risparmiare per l'istruzione del figlio o di immaginare un futuro diverso.

La ricetta di Ester Duflo contro la povertà è lontana da teorie generaliste cui da buoni occidentali siamo affezionati ma propone un approccio scientifico che replicando gli esperimenti positivi rimane aperto alla confutazione cui i diversi contesti di applicazione possono portare. L'azione fin qui svolta non ha prodotto risultati incoraggianti anche perché l'occidente ha cercato problemi che si adattassero alle sue soluzioni più che il contrario. La via corretta è risolvere un problema alla volta riconoscendo la diversità dei contesti cui troppo spesso si è applicata la stessa ricetta standardizzata.

La redazione di Nigrizia - 6/6/2011