Supponiamo (altrimenti l'affermazione è banale) e . Prendiamo poi un qualsiasi numero reale e poniamo
in altri termini, è il raggio più piccolo dell'intervallo che possiamo avere in per ogni numero reale che scegliamo. Si ha
, .
Supponiamo, per assurdo, che . Allora, esiste e dunque (per un opportuno , e (per la definizione di punto di accumulazione). Ma questo contraddice la definizione che abbiamo dato di (infatti è già il raggio minimo di un intervallo ottenibile in con il numero reale ) e prova l'asserto.
Allora questo varrà anche per l'intervallo di raggio , cioè
Per l'assioma della scelta, esiste una funzione che ad ogni naturale associa un elemento di . Tale funzione è allora una successione ed è convergente in . Infatti sono successioni convergenti a e
.
Dunque, per il teorema del confronto, la successione converge a .
(completare la dimostrazione)
Teorema (esistenza di punti di accumulazione per insiemi infiniti e limitati)
Cerchiamo di ricondurci al caso del lemma precedente.
La prima ipotesi ci dice che è infinito, dunque esiste una successione in di valori distinti, cioè . Inoltre, la seconda ipotesi ci dice che è limitato e dunque sarà limitata anche la nostra successione. Allora, per il Teorema di Bolzano-Weierstrass, si può estrarre una sottosuccessione convergente ad un qualche punto .
Ora, se ogni termine della sottosuccessione è diverso da , per il lemma precedente è un punto di accumulazione di in quanto esiste una successione in convergente a . Se invece esiste un termine della sottosuccessione , essendo (per definizione di sottosuccessione, la quale ha indici crescenti e dunque diversi tra loro), esiste però una successione i cui termini sono tutti diversi da ed anch'essa però convergente ad stesso (sempre per il teorema di Bolzano-Weierstrass). Dunque tale successione è in , convergente in e dunque, per il lemma precedente, e dunque .
Notiamo innanzitutto che in quanto ogni punto di è ovviamente
punto aderente di , ma ce ne potrebbero essere anche altri al di fuori di , dunque
.
Analogamente, anche perché facendo il confronto di definizioni abbiamo
mentre
è un punto aderente di se e solo se
Anche qui, la maggiore (o al più uguale) cardinalità della chiusura di rispetto ad stesso
è evidente.
Ora, proviamo che . Se (preventivamente
abbiamo supposto che stia nella chiusura), allora
e non c'è nulla da provare.
Se invece , se però stà nella chiusura di abbiamo (dalla definizione)
che è equivalente a dire
dal momento che non contiene .
Dunque abbiamo che , ma in quanto contiene anche
, dunque .
Un insieme si dice chiuso se uguale alla sua chiusura, cioè se .