Prova d'Italiano dell'Esame di Terza Media - Relazione su una Gita o un Laboratorio

Una delle tracce di cui si può scegliere è la relazione su una gita o un laboratorio. La Relazione su una Gita o un Laboratorio ha carattere informativo serve infatti ad informare su ciò che è accaduto durante l'attività svolta. Se si tratta della gita ci sarà quindi una relazione completa dal momento della partenza fino alla fine. Idem per il laboratorio.

lezione
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Prova d'Italiano dell'Esame di Terza Media - Relazione su una Gita o un Laboratorio
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Prova d'Italiano dell'Esame di Terza Media
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Stile e Linguaggio della Relazione modifica

La Relazione ha un tipo di testo formale nel quale si cerca di descrivere in modo quanto più oggettivo possibile le fasi dell'evento o dell'attività. Il linguaggio deve essere semplice e descrittivo evitando interpretazioni e considerazioni personali.

Struttura della Relazione modifica

La Relazione si compone di tre parti:

  • Introduzione: nel quale brevemente si spiega di quale gita o laboratorio si andrà a parlare.
  • Corpo Centrale: nel quale bisognerà relazionare le attività della gita o del laboratorio in ordine cronologico e piùo meno dettagliato.
  • Conclusione: nelle quali vanno inserite le considerazioni personali e le opinioni, spiegando se la gita o l'attività è stata personalmente interessante o meno e se c'è qualcosa da migliorare.

Esempio di Relazione modifica

Di seguito un esempio di tracce di Relazione su una Gita tratto dal sito Studenti.it (http://www.studenti.it/come-scrivere-tema-attualita-esame-italiano.html):

Relazione della visita al Parco archeologico di Populonia

Il giorno lunedì 28 marzo 2016 la classe terza A della scuola media “Mattei” ha svolto una gita d’istruzione al Parco archeologico di Baratti e Populonia, con l’accompagnamento degli insegnanti di lettere. La visita è stata preceduta dalla spiegazione in classe e dallo studio storia del popolo etrusco. Il giorno dell’uscita didattica siamo partiti dall’istituto alle ore 9:00 e, percorrendo con il pullman la superstrada con sbocco a Piombino, siamo giunti sul luogo di destinazione verso le ore 10:00. Una volta arrivati ci siamo incamminati verso il Centro Visita, dove abbiamo pagato il biglietto d’entrata, che includeva anche un servizio di visita guidata. Ci è stato spiegato che comunque era possibile circolare nel parco in modo autonomo, a patto di attenersi al rispetto dei monumenti e dell’ambiente. Durante la visita abbiamo appreso che la tesi più corrente vuole che il nome Populonia derivi da quello della divinità etrusca di Popluna ,che qui avrebbe avuto un tempio votivo, luogo sacro per gli etruschi marittimi che costruirono la città diventata, poi, una delle più forti e più ricche dell’Etruria. Populonia, unica città etrusca sorta sul mare, si sviluppò e divenne potente grazie alla lavorazione del minerale di ferro proveniente dall’Elba. La zona era immersa nei fumi delle fonderie a tal punto che i greci definirono l’Isola d’Elba, e probabilmente l’intero territorio del Golfo, con il nome di Aethalia: colei che fuma. Il parco archeologico di Populonia è un bell’esempio di come deve essere valorizzato il patrimonio culturale del nostro Paese. In un’area molto vasta, dotata di ampi parcheggi, trovano posto il Centro Visita, il Centro di Archeologia Sperimentale, i percorsi naturalistici e, ovviamente, i percorsi archeologici guidati. Il centro di Archeologia sperimentale introduce alla lavorazione della ceramica, della pietra e alla simulazione di scavi archeologici. I sentieri sono attrezzati con cartelli esplicativi, con tavoli ed aree per la sosta. Le guide del parco sono appassionate e competenti e le visite hanno inizio ad orari stabiliti, con punti di partenza segnalati sulla carta: presso la Necropoli di San Cerbone e la Necropoli delle Grotte. Il Centro Visita offre un’esauriente documentazione, con pannelli che spiegano la storia del luogo, degli scavi archeologici e degli usi delle antiche popolazioni locali. Tra le cose particolarmente interessanti del Centro Visita c’è il corredo completo di una tomba della necropoli delle grotte, collocato dentro una teca così come è stato ritrovato dagli archeologici. I servizi del Centro sono completati da un negozio dove si possono acquistare libri, videocassette e gadget, un punto ristoro e una sala multimediale. Dopo una mezzora di sosta nel centro ristoro, all’arrivo della guida, ci siamo diretti a piedi verso la Via delle Cave, che permette di percorrere la parte alta del Parco, con un sentiero circolare che inizia al Campo dell’Arpia e conduce attraverso il bosco alla scoperta delle cave etrusche di calcarenite (pietra da costruzione detta anche “panchina”). Tutta l’area è stata utilizzata in età ellenistica (IV-III sec. a.C.) per ricavarvi tombe a camera, necropoli delle Grotte, (tombe cosiddette “limitrofe”, Tomba della Protone. Durante questo sentiero abbiamo potuto ammirare le tombe che gli etruschi vi scavarono, tra le quali, le tombe a schiera nella macchia attorno alle cave e la Tomba del Corridietro, che prende il nome dalla delicata decorazione a forma di onda che ne impreziosisce la camera. Nella necropoli di Populonia sono presenti quasi tutte le tipologie dell’architettura funeraria etrusca: tombe a tumulo, a edicola, a cassone, sepolture scavate nella roccia e vere e proprie tombe rupestri. Nell’area bassa del Parco è situata la necropoli del Casone (VI-V secolo), con alcuni tumuli a pseudo-cupola, tombe a edicola, come la bellissima Tomba del Bronzetto di Offerente, e tombe a cassone. In prossimità del Centro Visita si trova la necropoli di San Cerbone e la tomba delle Pissidi Cilindriche (VII-VI secolo). Dopo aver terminato la visita di questa necropoli, durata due ore, abbiamo proceduto verso la Via del Ferro, che mette in collegamento la parte bassa del Parco con il Centro di Archeologia Sperimentale attraverso i resti di antichi edifici legati all’attività siderurgica, vicino ai quali è stata riscontrata traccia di nuclei abitativi. Gli edifici industriali rimasero in funzione dalla seconda metà del VI sec. all’inizio del III sec. a.C. quando furono distrutti e al loro posto vennero ad accumularsi le scorie che, con il passare del tempo, coprirono anche le vicine necropoli, come quella del Cerbone. Al termine della seconda parte della visita abbiamo raggiunto i pullman e siamo partiti per fare ritorno al nostro istituto scolastico, dove siamo arrivati alle 17.15. La visita al Parco archeologico di Baratti e Populonia è stata una lezione molto interessanti e pratica, che ha permesso a noi studenti di consolidare le conoscenze apprese in modo teorico a scuola.