Premi e punizioni in equitazione

lezione
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Premi e punizioni in equitazione
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Equitazione
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Ricompense e punizioni

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I principali mezzi attraverso i quali l’addestratore fa capire al cavallo che non ha nulla da temere quando si trova sotto il suo controllo sono carezze e altre ricompense. Il cavallo è timido e ansioso per natura, il primo passo nel suo addestramento è dargli fiducia in sé e fargli capire che non andrà incontro a nulla di dannoso. Quando si riesce ad ottenere questo il cavallo è ammansito. Tuttavia, non conosce ancora nulla. Il suo addestramento procede attraverso ricompense quando fa bene e punizioni quando rifiuta di fare qualcosa che gli è già stato insegnato.

La carezza può essere fatta con la sola mano o con la voce o da entrambe in comunione. All’inizio dell’addestramento è meglio utilizzare entrambe così che ognuna aiuti a rendere comprensibile l’altra. Dopo che il cavallo ha capito è meglio usarne solo una alla volta.

Di solito quando l’uomo è a terra accarezza il cavallo passandogli la mano sulla fronte sotto il ciuffo sempre nella direzione del pelo. Ma il cavallo dovrebbe venire abituato ad essere accarezzato su altre parti del corpo- collo, spalle, fianchi, addome, cosce e gambe. Le dita dovrebbero essere tese e dovrebbe essere utilizzata l’intera mano, non solo le punta delle dita. Il cavallo è riconoscente di una carezza generosa fatta col cuore.

D’altra parte non bisogna dare una pacca troppo forte al cavallo. Soprattutto un animale nervoso è probabile che la interpreterebbe come un rimprovero. Accarezzare con la voce è solo questione di dolcezza di tono. L’animale non conosce il significato delle parole.

Quando il cavallo è in movimento, al passo, al trotto o al galoppo, ogni qualvolta che il cavaliere lo senta diventare preoccupato a causa di qualche oggetto sconosciuto o di qualche rumore o esitante davanti ad un ostacolo da saltare usa comunemente la voce per tranquillizzare o incoraggiare l’animale, dal momento che le mani sono occupate con le redini. Ma da fermo o in movimento ogni qualvolta che il cavaliere può gestire le redini con una sola mano, la mano libera dovrebbe accarezzare la parte del corpo specifica che ha obbedito ai segnali del cavaliere o è stata protagonista nel movimento. Se è stato impegnato principalmente il collo, accarezzare il collo. Se è stata impegnata la groppa, accarezzare le cosce o i fianchi. In questo modo il cavallo viene addestrato ad associare gli aiuti e i segnali del cavaliere con le parti del corpo che devono eseguire il comando.

In genere una ricompensa elargita durante l’atto di obbedienza è più efficace di una somministrata più tardi. Per questo è spesso saggio ripetere un movimento anche se già eseguito correttamente, in modo da essere sicuri di poter dare la carezza durante lo svolgimento dell’esercizio. Ma dopo un movimento difficoltoso è spesso meglio smontare, togliere la briglia, dare una carota, una mela, o uno zuccherino e congedare l’allievo in scuderia.

Le punizioni, nell’educazione del cavallo, non sono meno importanti dei premi. Queste devono essere sempre somministrate equamente e giustamente, con decisione, ma senza spazientirsi, con calma e autocontrollo e con sincero dispiacere da parte dell’uomo.

I mezzi di correzione sono quattro: gli speroni (dei quali si tratterà successivamente), la frusta, la voce e la mano. La frusta è particolarmente efficace. È usata con un colpo secco ma non intenso su qualsiasi parte del corpo, ma mai sulla testa. Una volta che l’addestramento avrà fatto qualche progresso l’effetto della frusta viene rinforzato se, insieme al colpo, l’addestratore usa un tono di voce secco e gutturale. Una persona che fa lavorare il suo cavallo da terra può fare una forte impressione guardando l’animale dritto negli occhi, con espressione severa, mentre gli parla duramente. Dopo questo, la frusta può essere eliminata e il rimprovero può essere somministrato attraverso un forte colpo con la mano accompagnato da un tono di voce minaccioso. Lo stesso metodo può essere quindi utilizzato nel lavoro montato. Quando il cavallo ha imparato ad aspettarsi una punizione quando si comporta male e ricompense quando fa bene e ad aver fiducia nel suo cavaliere è sulla giusta strada per una educazione in evoluzione e precisa.