Pittura tardoantica
Si conosce assai poco della pittura del IV secolo. Si deve comunque ammettere la presenza di grandi decorazioni, nelle nuove chiese romane, destinate ad occupare le absidi, e, in effetti, gli storici dell'arte si stanno sforzando di disegnare delle ricostruzioni delle pitture della basilica di San Giovanni in Laterano e di quella di San Pietro in Vaticano, ma i risultati non ci sono utili per ricostruirne lo stile. Quanto alla composizione, vale la pena d'osservare che, probabilmente, la maiestas Domini e il Cristo che insegna agli Apostoli nel Concilio Celeste, sui sarcofagi di Milano, sono stati pensati per un'abside.
I mosaici della chiesa di Santa Costanza, il mausoleo di Costantina, la figlia di Costantino, deceduta nel 354, sono in parte conservati, ma l'antica decorazione della cupola, quella che c'interessa più di tutto, non c'è nota se non per copie, che non c'informano però sul valore artistico dell'originale. Allo stesso modo, le illustrazioni dei manoscritti, come il Calendario del 354, l'Italia di Berlino, le Aratea di Leiden, le illustrazioni delle commedie di Terenzio, tutte senz'eccezione molto interessanti, non hanno per il nostro fine che un'importanza limitata.
Ci resta ancora da dire alcuni frammenti d'affreschi provenienti dagli scavi alla cattedrale di Treviri che sono tra le pitture più importanti dell'epoca di Costantino. Esse appartenevano ad una sala demolita nel 326 per far posto ad una nuova costruzione. La decorazione era articolata in scomparti con busti femminili alternati a coppie d'Eroti con significato allegorico: rappresentavano i benemeriti del governo imperiale. Lo stile è dichiaratamente classico.