Nynorsk, bokmål e dialetti
Questa lezione riguarda la suddivisione della lingua norvegese in nynorsk e bokmål e i suoi dialetti.
Nynorsk e bokmål
modificaUna questione difficile da capire per noi italiani è la definizione del norvegese. Noi siamo abituati al concetto di un italiano corretto, in scrittura e parlata; il norvegese, invece, ha una definizione più intricata. È bene sapere che i norvegesi possono avere opinioni molto forti ed emotive sull'argomento.
La lingua nazionale è stata ed è un oggetto di dibattito politico, e ha in alcune occasioni portato a rivolte di strada, come per la rinomina di Trondhjem a Nidaros (il nome antico), poi commutata in Trondheim.
Ci sono due forme scritte, bokmål e nynorsk. La prima è un'evoluzione del danese usato fin dai tempi della dominazione danese, mentre il nynorsk è una lingua sintetizzata da Ivar Aasen, una figura di primo piano nella linguistica scandinava, a partire dai dialetti norvegesi, in particolare dalla Vestlandet (Bergen, Stavanger), dal 1830. Il motivo per cui un giovane studioso si mettesse in viaggio per sintetizzare una nuova lingua era dovuto essenzialmente alla necessità di trovare una lingua nazionale che non fosse una copia del danese (i vecchi dominatori).
Ufficialmente, bokmål e nynorsk sono due lingue paritetiche, e l'istruzione nelle scuole è nell'una o nell'altra a seconda della zona di istruzione; il nynorsk è generalmente associato alle zone interne, soprattutto alla Vestlandet; il bokmål è praticamente senza opposizione a Oslo e nella Østlandet. Gli studenti devono comunque avere una conoscenza almeno passiva dell'altra forma di scrittura. Il "nynorsk som sidemål" (nynorsk come lingua affiancata) è una materia odiata a scuola dagli allievi di Oslo quanto lo è il latino agli allievi italiani, per esempio, del liceo scientifico.
Dialetti
modificaIl norvegese parlato è una pletora di dialetti. Non esiste un norvegese standard, ma è ritenuto accettabile per tutti parlare il proprio dialetto. I norvegesi vanno fieri della loro ricchezza di dialetti, sebbene essa sia di gran lunga inferiore a quella italiana: ne è prova il fatto che, a parte alcuni rari dialetti particolarmente ostici, tutti i norvegesi si capiscono tra loro, con poche difficoltà. Il fenomeno è comunque piuttosto irritante per gli studenti stranieri di norvegese, che devono però guardarsi dal chiedere ai norvegesi di parlare "norvegese, non dialetto": non poche persone prenderebbero una simile osservazione come un attacco alla loro identità culturale.
Per un norvegese è fonte di grande imbarazzo non riuscire a capire il dialetto di un altro norvegese; si potrebbe produrre in una serie di "Come?" o "Puoi ripetere?", ma mai potrebbe, come un italiano, alterarsi se la persona che ha di fronte si rifiutasse di parlare una lingua standard.
In pratica, alcuni dialetti, come quello di Oslo, si discostano dal bokmål di misura infinitesima, se se ne discostano in qualche misura. Altri, come il trøndersk (Trondheim), sono facilitati dalla parlata tipicamente lenta. In generale, le regioni isolate tendono ad avere dialetti più marcati.
L'uso di così tanti dialetti causa un interesse dei norvegesi per il luogo d'origine delle persone con cui parlano, e molto spesso la domanda "Di dove sei?" precede "Come ti chiami?". La provenienza geografica è per i norvegesi un argomento di conversazione comunissimo per "attaccare bottone" con estranei.