Metodi correttivi dell'ipovisione
Metodi correttivi
modificaNei casi di ipovisione lieve è possibile il miglioramento della messa a fuoco da lontano applicando anteriormente all'occhio un foro stenopeico, che riduce però il campo visivo. I metodi correttivi utilizzati seguono due criteri principali:
- Ridotta acuità visiva, in presenza della quale si utilizzano ausili ottici e non ottici per ingrandire le immagini.
- Riduzione del campo visivo, in presenza della quale si utilizzano ausili ottici che permettono un apparente ampliamento dell'angolo.
Ridotta acuità visiva
modificaVengono utilizzati ausili ingrandenti, capaci di aumentare le dimensioni dell'immagine. Per aumentare l'ingrandimento si agisce con tre metodologie diverse:
- Ingrandimento della distanza relativa, attraverso ausili ottici
- Ingrandimento angolare, attraverso ausili ottici
- Ingrandimento di grandezza relativa, attraverso ausili non ottici.
Ingrandimento della distanza relativa
modificaQualsiasi oggetto osservato a minore distanza forma sulla retina un'immagine di dimensioni maggiori. Partendo da questo presupposto, gli ausili ottici utilizzati con questa metodologia sono generalmente lenti positive.
L'ingrandimento è dato dal rapporto tra le distanze di osservazione (con e senza ausilio). Ad esempio: la distanza di osservazione è pari a 30 cm, con l'ausilio a 3 cm: I=d/d' (con d espresso in metri). Dunque, la formula è la seguente: I=0,30/0,03=10X.
Il potere diottrico necessario per creare questo ingrandimento è dato dall'inverso della distanza espresso in metri: Template:Sic Per determinare l'ingrandimento necessario per ottenere l'acuità visiva richiesta, è possibile rapportare questa con l'abituale. Ad esempio: acuità visiva abituale 2/10, acuità visiva richiesta 4/10 I=4/2=2X.
Ingrandimento angolare
modificaPer approfondire questo argomento, consulta la pagina Telescopio. |
L'ingrandimento angolare è dato dal rapporto tra i due angoli sottesi dall'oggetto osservato e dalla relativa immagine fornita dagli ausili ottici. I principali utilizzati sono:
- telescopio galileiano
- telescopio kepleriano
- telescopio ad occhio d'ape
- sistemi ipercorrettivi per lettura
Il telescopio galileiano è un sistema ottico semplice, composto da una lente anteriore, che funge da obiettivo e è positiva e da una lente posteriore, che funge da oculare negativo. La lunghezza focale dell'obiettivo deve essere pari a quella dell'oculare sommata alla distanza. Da questo si evince che il potere diottrico della lente negativa è decisamente superiore. I vantaggi sono nella praticità dell'ausilio utilizzato (con la limitazione ad un basso numero di ingrandimenti).
Il telescopio kepleriano si differenzia da quello galileiano per la presenza di due lenti entrambe positive, distanziate da una distanza pari alla somma delle due lunghezze focali. Con questo ausilio si aumenta notevolmente l'ingrandimento e la percezione periferica, anche se l'immagine viene capovolta. La lunghezza dell'ausilio risulta quindi maggiore rispetto al telescopio galileiano, per la presenza di un prisma raddrizzatore dell'immagine.
Il telescopio ad occhio d'ape è composto da tre telescopi affiancati. Con questo metodo si aumenta notevolmente l'ingrandimento.
I sistemi ipercorrettivi per lettura sono tecnicamente dei microscopi semplici, ovvero delle lenti positive che sfruttano l'ingrandimento angolare. Per approfondire seleziona sistemi ipercorrettivi per lettura
Ingrandimento di grandezza relativa
modificaConsiste nel sovradimensionare l'oggetto considerato. Gli ausili non sono ottici, ma utilizzano strumentazioni capaci di rendere ingrandita l'immagine attraverso un monitor.
Ridotto campo visivo
modificaNei casi in cui si verifichi una riduzione dell'angolo del campo visivo bisogna considerare che gli ausili che consentono di aumentarlo tendono a ridurre l'acuità visiva. I sistemi impiegati sono essenzialmente i seguenti:
Il telescopio invertito generalmente utilizzato è quello galileiano visto in precedenza, avente modesto ingrandimento.
I prismi, solitamente a struttura di Fresnel si applicano su un occhiale, aventi le basi direzionate dallo stesso lato dell'anomalia, per stimolare zone retiniche ancora funzionali.
Gli specchi, o a riflessione totale o semitrasparenti vengono posizionati dal lato opposto dell'anomalia del campo visivo. Applicati anch'essi ad un occhiale.
Le lenti anamorfiche sono lenti oftalmiche cilindriche accoppiate, capaci di comprimere la dimensione orizzontale dell'oggetto esaminato, mantenendone inalterata l'altezza.