Lettura del pentagramma
Introduzione: un po' di storia
modificaI nomi delle note musicali usati in italiano e altre lingue sono originate dal beato Guido d'Arezzo, monaco benedettino, attorno all'anno 1000, il quale compose un canto latino in onore di San Giovanni Battista che si intitolava: Ut queant laxis e le sillabe iniziali dei versi di questo canto rappresentavano appunto le nostre note attuali (do, re, mi, fa, sol, la, si). L'unico cambiamento approntato nel corso dei secoli fu che Ut, sillaba un po' scomoda da pronunciare, fu cambiata in Do dal fiorentino Giovan Battista Doni (cosa realizzata probabilmente in proprio onore nel 17° secolo).
- ut queant laxis
- resonare fibris
- mira gestorum
- famuli tuorum
- solve polluti
- labii reatum
- sancte Iohannes
Traduzione:
"Affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o Santo Giovanni, dalle loro labbra indegne".
Il suono
modificaLa musica è il risultato sonoro di una o più vibrazioni e le sue caratteristiche sono appunto: l'altezza, l'intensità e il timbro. Per altezza s'intende che un suono potrà essere più o meno grave o più o meno acuto il che dipende dal numero di vibrazioni che tale suono avrà e quindi dalla sua frequenza. Per intensità s'intende invece la forza che tale suono avrà: piano, forte, fortissimo etc. Per timbro (o colore) s'intende la tipologia di suono che viene emesso, che sarà poi la caratteristica che ci indicherà quale strumento sta emettendo il suono.
Una curiosità |
Più una nota è bassa, più armonici conterrà. |
La dinamica del suono
modificaPer dinamica s'intendono i vari gradi di intensità del suono. Ogni suono emesso è costituito da una determinata ampiezza e da una determinata intensità. Con questo s'intende che più forte il suono sarà, maggiore sarà il numero di decibel ad esso attribuito.
Andiamo adesso a vedere i segni che indicano l'intensità del suono, si tratta dei segni dinamici:
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Forte fortissimo (o Più che fortissimo)
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Fortissimo
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Forte
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Mezzoforte
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Mezzopiano
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Piano
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Pianissimo
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Piano pianissimo (o Più che pianissimo)
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Sforzando
Segni dinamici graduali
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Crescendo
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Decrescendo o diminuendo
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Accelerando
Un consiglio |
Come non confondere il crescendo con il decrescendo: osservate la forbice del crescendo, inizia da piccolo e finisce grande aprendosi, per il decrescendo è il contrario: inizia da grande e si chiude. |
Il pentagramma
modificaIl pentagramma, come dice la parola stessa ha 5 righi e 4 spazi.
Per memorizzare con maggiore facilità righi e spazi, immaginiamo (come in figura) che ogni dito della mano corrisponda appunto ad uno dei righi e che lo spazio che intercorre fra un rigo e l'altro sia appunto il famoso spazio.
Ciò, diversamente dal tabulato (tablature) che ha 6 righe, che sono la rappresentazione grafica delle 6 corde della chitarra.
Il pentagramma è normalmente singolo ma potrà anche accadere a strumenti come il pianoforte che leggono 2 chiavi, che il pentagramma sia doppio,
triplo come per l'organo o multiplo a seconda del numero delle voci che concorrono al brano. Il nostro per chitarra sarà sempre singolo.
Il primo simbolo che troviamo sul pentagramma è la chiave, il suo compito è quello di indicare la posizione delle note sul pentagramma stesso.
Pentagramma vuoto
modifica[[File:Papier à musique.pdf|px|Papier à musique
Le chiavi musicali e la chiave di violino
modificaPensiamo al pianoforte: certamente le cinque righe e i quattro spazi del pentagramma non bastano a contenerle tutte. Si possono scrivere quindi le note anche al di fuori del pentagramma utilizzando i cosiddetti tagli addizionali, ma più di tanto non si può, altrimenti la lettura diventerebbe difficile. Ecco allora intervenire le chiavi. La chiave di Sol (detta anche chiave di violino o chiave di canto), stabilisce che la nota SOL si trova sul secondo rigo poiché il "ricciolo" interno della chiave taglia a metà il 2° rigo come fa il sol, così è possibile sistemare le altre note in conseguenza. C'è da dire che la chiave di violino, a differenza delle altre, non ha sottochiavi, si tratta di una chiave unica.
Le note che possiamo sistemare sul pentagramma coprono circa tre ottave. Quando ci troviamo nella necessità di scrivere note più gravi appartenenti dunque ad altre ottave inferiori, si cambia chiave e si utilizza quella di FA o chiave di basso. Essa stabilisce che la nota FA si trova sul quarto rigo, laddove nella chiave di SOL si trova un RE. Dunque su questo pentagramma scriveremo note le cui ottave sono più basse, ma la posizione delle note è diversa,essendo praticamente scalate di un rigo o di uno spazio rispetto alla chiave di Sol. Diciamo poi che la chitarra legge soltanto la chiave di violino e non le altre chiavi. Tale chiave viene messa sul pentagramma, all'inizio di un qualsiasi spartito per un qualsiasi strumento che legga detta chiave. Globalmente ci sono 7 chiavi: quella di violino (SOL), quella di soprano (DO), di mezzosoprano (DO), di contralto (DO), di tenore, di baritono (FA) e di basso (FA) e queste sette chiavi si chiamano appunto setticlavio. La chiave di FA, viene chiamata chiave di basso perché è usata per la scrittura della musica per la voce di basso e per gli strumenti con registro grave. Dicevamo appunto che la chiave di violino non ha sottochiavi, la chiave di FA contiene invece due sottochiavi, quella di basso appunto e quella di baritono; quest'ultima può essere indicata molto più spesso come chiave di FA ma anche come chiave più grave di DO. Invece la chiave di DO (che è una chiave "antica") contiene 4 sottochiavi, quella di soprano, mezzosoprano, contralto e tenore ma talvolta la chiave di baritono viene posizionata anziché in chiave di fa, in chiave di do ma come dicevamo è la stessa cosa. Ognuna di queste chiavi si legge in maniera diversa. Non fa parte del setticlavio ma merita menzione anche la chiave di percussione.
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Chiave di SOL o di violino o di canto
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Chiave di FA o di basso
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Chiave di FA o di baritono
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Chiave di DO o di alto o di viola
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Chiave di DO o di soprano
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Chiave di DO o di tenore
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Chiave di percussione
- baritono e basso 174,6 hz;
- soprano, mezzo soprano, contralto e tenore 261,6 hz;
- violino 415, 3 hz;
L'evoluzione delle chiavi musicali: un po' di storia
modificaL'evoluzione del segno grafico della chiave di SOL
Le ottave
modificaCome sappiamo, le note sono sette, ma se guardiamo la tastiera di un pianoforte ne vediamo molte di più. In realtà sono sempre quelle sette che si ripetono passando dai toni gravi a quelli acuti. Ogni gruppo di 8 note (dal DO al DO successivo) viene chiamato ottava.
La chitarra (dal Mi basso a vuoto al MI cantino premuto al 12° tasto) ha un'estensione notevole di note, tuttavia per scriverne la musica si utilizza un pentagramma con chiave di Sol. È importante sapere che le note scritte, in realtà sulla chitarra, suonano un'ottava più bassa: in altre parole il Mi con tre tagli in gola non corrisponde al MI basso della chitarra, ma al Mi che si trova sulla quarta corda al secondo tasto.
L'estensione della chitarra sul pentagramma
Spesso per rimediare a ciò si mette sotto la chiave di Sol un numerino, l'8, che indica che le note scritte vanno in realtà suonate un'ottava più bassa.
Allo stesso modo quando abbiamo bisogno di suonare note più alte di quelle indicate il numerino si mette sopra la chiave ad indicare che le note vanno suonate un'ottava più alta di quanto indicato.
Esiste anche il caso in cui si debba salire o scendere di due ottave, il che verrà indicato in spartito col numero 15.
La battuta o misura
modificaVediamo adesso la battuta: la suddivisione tipica del pentagramma è la battuta (o misura) ed è rappresentata da una stanghetta verticale chiamata spezzabattute. La stanghetta doppia, invece, cioè una linea sottile e una doppia, si mette alla fine di una parte importante del brano. La doppia stanghetta finale rappresenta infine la fine del pezzo.
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spezzabattute o stanghetta
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stanghetta doppia
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doppia stanghetta finale
Per imparare a leggere il pentagramma, conviene considerarlo come portatore di "eventi" che si ripetono in maniera regolare nel tempo.
Per indicare questi eventi si usano le figure musicali, in altre parole le note. Le figure, oltre ad indicare la nota, indicano anche quanto deve durare il suono nel tempo. Vale a dire che hanno un valore. A seconda della durata che deve avere il suono, cambia l'aspetto della nota.
Come nota di riferimento usiamo quella da 1/4 (vedi sotto). Prendiamo un metronomo e facciamolo oscillare: ad ogni tic e ad ogni tac corrisponderà una nota da 1/4.
Abbiamo così ottenuto un primo movimento ritmico.
Notiamo però che il metronomo può essere fatto oscillare più velocemente o più adagio. Questo significa che le figure non indicano un tempo assoluto (per es. 1 secondo), ma relativo. La figura non dice quanto veramente dura il suono; questo il musicista lo desume da una indicazione posta all'inizio del pentagramma: sarà una notina seguita da un numero che indica i battiti per minuto (Bpm).
Se ad esempio troviamo 60 Bpm, significa che ogni nota da1/4 dura 1 sessantesimo di minuto, cioè 1 secondo. Se troviamo 120 dura mezzo secondo e così via. Lo schema ritmico sopra riportato può quindi essere eseguito a velocità diverse, l'importante è che sia mantenuta sempre regolare la scansione tra una nota e l'altra. Se andiamo a 60 Bpm deve sempre passare un secondo tra un tic e il successivo tac; se andiamo a 120 deve passare mezzo secondo e così via.
Possiamo riportare la figurazione ritmica sopra illustrata sulla chitarra. Scegliamo una corda a vuoto e pizzichiamola col plettro dando alla nostra mano una oscillazione regolare in su e in giù (stiamo in pratica realizzando la pennata alternata): tic pennata in giù, tac pennata in su. Cominciamo con un tempo lento e poi acceleriamo fino alla massima velocità che ci è possibile raggiungere senza commettere errori.
Il valore delle note
modificaConsideriamo le note come valori frazionali, partendo dall'intero e dividendo successivamente sempre a metà, praticamente ogni volta che si passa consequenzialmente da una frazione all'altra si va (naturalmente quando si sale) sempre più veloce del doppio.
- All'intero corrisponde la nota detta semibreve che dura quanto 4/4, cioè 4 note da 1/4, dunque il suo valore sarà 4/4. Se il tempo è 60 Bpm la semibreve durerà 4 secondi.
- La metà della semibreve è la minima che dura quanto 2 note da 1/4 dunque il suo valore sarà 2/4 e su un tempo di 60 bpm la minima durerà 2 secondi, praticamente la minima raddoppia la velocità rispetto alla semibreve.
- La metà della minima è la semiminima cioè la nota da 1/4 che abbiamo già visto. I quarti si suonano in corrispondenza col battere/click del metronomo, praticamente la semiminima raddoppia la velocità rispetto alla minima.
- La metà della semiminima è la croma che vale 1/8. Gli ottavi si suonano così: colpo col battere del metronomo, colpo prima del battere/click successivo del metronomo, praticamente la croma raddoppia la velocità rispetto alla semiminima..
- La metà della croma è la semicroma che vale 1/16. I sedicesimi si suonano così: primo colpo sul battere, 3 colpi sul levare prima del battere/click successivo del metronomo.
- La metà della semicroma è la biscroma che vale 1/32. I trentaduesimi si suonano così: colpo in battere sul click del metronomo, 8 colpi prima del click/battere successivo del metronomo.
- La metà della biscroma è la semibiscroma che vale 1/64; la sua velocità di esecuzione è talmente elevata che non viene quasi mai usata (a meno che il chitarrista non si chiami Paco de Lucia!).
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32/4 - Massima (in disuso)
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16/4 - Lunga (in disuso)
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8/4 - Breve (quasi in disuso)
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4/4 - semibreve
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2/4 - minima
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1/4 - semiminima
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1/8 - croma
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1/16 - semicroma
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1/32 - biscroma
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1/64 - semibiscroma
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1/128 - fusa
Forti di quanto appena appreso, suoniamo ritmicamente sulla chitarra lo schema seguente. Posto che il tempo sia 60 Bpm la nota da 4/4 durerà 4 secondi, e quindi quattro oscillazioni della mano. Attenzione: solo la prima oscillazione colpirà la corda, le altre tre saranno a vuoto. Per le note da 1/8 dovremo suonare due note nel tempo di 1 secondo e così via come abbiamo visto ( possiamo aiutarci contando mentalmente ). Possiamo (e dobbiamo) provare altre combinazioni a nostro piacimento.
Nota: il valore delle note all'interno di una battuta, non potrà mai superare il tempo scritto in chiave.
Come è composta la nota
modificaAnalizziamo adesso come è composta la nota:
- 1.Uncino (opzionale);
- 2.Gambo (opzionale);
- 3.Testa (piena, vuota o contornata)
Il gambo della nota va verso l'alto se la nota sta al di sotto del 3° rigo, va verso il basso se la nota si trova al di sopra, questo perché si cerca di mettere sempre il gambo all'interno del pentagramma (e si cerca di disegnare la gambetta che non ecceda i 3 righi).
Il punto di valore
modificaLe note seguite dal punto, aumentano della metà del valore della nota il valore della nota stessa. Anche a una pausa può seguire un punto con la stessa funzione.
La differenza con la legatura è che con questa figura si è limitati a far aumentare il valore della nota della sola metà del valore della stessa, non di più. Con la legatura si può invece realizzare quello che si vuole.
Il punto di valore serve per costruire note con durata diversa da quella standard: ad es. da 3/4, 6/4, 3/8, 3/16, 3/32, etc.
La legatura di valore
modificaCon la legatura si allunga il suono di una nota che viene rappresentata da una curvatura posta ad unire due o più note al di sotto o al di sopra di esse. Si tratta appunto della somma di due valori di note musicali.
Se si legano più di due note vanno unite una alla volta e non con un segno unico.
La legatura si utilizza quando non è possibile utilizzare il punto.
Essa differisce dalla legatura di portamento con la quale si legano due note di altezze differenti suonate senza stacchi, sequenzialmente.
E differisce ancora ulteriormente dalla legatura di frase.
Lo staccato
modificaCon lo staccato praticamente si fa una piccolissima pausa fra una nota e l'altra il che le rende all'orecchio appunto come se fossero staccate l'una dall'altra.
Le note sul pentagramma e la notazione inglese
modificaOltre a conoscere le i nomi delle note in italiano, risulterà molto comodo conoscere anche quelle Pre-giudoniane (cioè quelle introdotte da Guido D'Arezzo nel 1000) erroneamente indicate come anglofone. Il sistema che Guido D'Arezzo "aggiornarà" con le famose note: Do, Re, Mi etc. era quello antico di derivazione pitagorica che prevedeva come prima nota la lettera A e, a seguire, le altre, B, C, D, E, F e G. Ne consegue che alla nota A coinciderà il "La". Non è un caso che, ancora oggi, gli strumenti musicali (non traspositori) si accordano con il La e non con il Do, come si potrebbe pensare visto che, nella consueta notazione, quest'ultimo è la prima nota della scala. Ricordiamo qui ciò che abbiamo già spiegato nella sezione dell'accordatura:
Ecco nello schema qui sotto riportato le note sul pentagramma, conoscerle ci aiuterà a memorizzarne la posizione sul pentagramma, poiché si può realizzarne un acronimo.
Nella prima figura si può farsi aiutare da questo acronimo:
- E very
- G ood
- B oy
- D oes
- F ine
E gli anglofoni dicono che questo pentagramma "rhymes with lines", cioè: fa rima con le linee, ovvero, la nota è tagliata a metà dalla linea).
Nella seconda figura, è ancora più facile, come già leggerete: F A C E, cioè face, faccia in inglese, e gli anglofoni dicono: face rhymes with space, cioè: faccia fa rima con spazio, ovvero queste note sono negli spazi. Oppure si può usare la frasetta italiana: FA LA DO MI corrispondente a "FA LA DO MI" per le note negli spazi.
RHYMES WITH SPACE
I tagli addizionali
modificaPer noi italiani le note sono Do, re, mi, fa, sol, la, si. Le note che si trovano oltre le righe del pentagramma si avvalgono dei tagli addizionali per essere rappresentate. Praticamente la loro funzione è quella di estendere il pentagramma e di rendere possibile di rappresentare suoni più alti o più bassi rispetto a quelli all'interno del pentagramma stesso e non si va mai oltre i 4 tagli addizionali per chiave. I tagli addizionali possono essere di due tipi: in testa se la nota è attraversata al centro e in gola se il rigo passa sotto o sopra la nota. I tagli addizionali si aggiungono a partire da quello "in gola".
Le pause
modificaAd ogni tipo di nota è abbinato anche un determinato tipo di pausa.
Ecco la rappresentazione delle pause.
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Semibreve, 4/4, valore: intero
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Pausa della semibreve
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Minima, 1/2, valore: metà dell'intero
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Pausa della minima
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Seminima, 1/4, valore: quarto dell'intero
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Pausa della semiminima
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Croma, 1/8, valore: ottavo dell'intero
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Pausa della croma
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Semicroma, 1/16, valore: sedicesimo dell'intero
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Pausa della semicroma
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Biscroma, 1/32, valore: trentaduesimo dell'intero
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Pausa della biscroma
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Semibiscroma, 1/64, valore: sessantaquattresimo dell'intero
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Pausa della semibiscroma
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Fusa, 1/128, valore: centoventottesimo dell'intero
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Pausa della fusa
Le alterazioni o accidenti (diesis, bemolli e bequadri)
modificaLa nota viene "alterata", ovvero abbassata/alzata di un semitono tramite dei segni che si chiamano appunto alterazioni o accidenti:
- il diesis : alza la nota di un semitono;
- il doppio diesis: alza la nota di un tono;
- il bemolle: abbassa la nota di un semitono;
- il doppio bemolle: abbassa la nota di un tono;
- il bequadro: riporta la nota allo stato naturale;
- il doppio bequadro: riporta uno nota alterata due volte allo stato naturale;
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Diesis
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Doppio diesis
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Bemolle
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Doppio bemolle
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Bequadro
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Doppio bequadro
L'alterazione, sul pentagramma, precede la nota, anche se quando la leggiamo, la diciamo dopo di essa.
Le alterazioni possono essere di 2 tipi:
- le alterazioni in chiave (o fisse): ovvero le alterazioni costanti che sono inserite in armatura di chiave e che permangono durante tutto il brano, e in tutte le ottave, a meno che un bequadro non intervenga a modificarle. Esse definiscono la tonalità;
- le alterazioni transitorie: ovvero le alterazioni che appunto alterano solamente una determinata nota all'interno del brano musicale e sono appunto riferite solamente all'ottava all'interno della quale sono inserite;
Il tempo
modificaIl tempo, cioè, la velocità alla quale potrà andare un brano è indicata all'inizio del brano stesso; se poi intervengono cambiamenti, allora ciò dovrà essere indicato altresì. Indipendentemente dalla velocità del brano, i rapporti interni di velocità tra una nota e l'altra rimarranno comunque invariati. Bpm vuol dire battiti per minuto e si riferisce al tempo indicato dal metronomo. Quindi se un determinato artista vuole che il suo brano venga riprodotto ad un preciso tempo, potrà indicare i bpm.
Andamento | Tempo (battiti per minuto) | Tipologia |
---|---|---|
Largo | 40 - 60 bpm | lento |
Larghetto | 60 - 66 bpm | lento |
Adagio | 66 - 76 bpm | lento |
Andante | 76 - 108 bpm | medio |
Moderato | 108 - 120 bpm | medio |
Allegro | 120 - 168 bpm | veloce |
Presto | 168 - 200 bpm | veloce |
Prestissimo | 200 - 208 bpm | veloce |
A tempo | bpm specifico |
Ma ogni battuta ha una sua precisa durata che è stabilita dalla frazione posta all'inizio di qualsiasi brano, laddove il numeratore, cioè la parte di sopra, rappresenti in numero dei tempi, ovvero quanti battiti ci sono in ogni battuta, e il denominatore, cioè la parte di sotto rappresenti la durata di ogni tempo, ovvero che tipo di note prende quella battuta.
4 ---> quanti battiti al massimo in ogni battuta - 4 ---> che tipo di note prende la battuta
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Cut time: 2/2
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Common time: 4/4
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1/4 audio
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2/4 (o 1/2)
-
2/4 audio
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3/4
-
3/4 audio
-
4/4
-
4/4 audio
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5/8 audio
-
6/8
Facciamo un esempio di canzoni applicati a queste suddivisioni:
- 4/4: Last kiss dei Pearl Jam
- 3/4: Happy birthday;
- 6/8: You and me dei Lifehouse;
E come si contano questi tempi? Facciamo un esempio i quarti si contano: uno, due, tre, quattro. Gli ottavi invece, prendendo in prestito il sistema anglosassone si contano: one and two and three and four and.
Tempi semplici e composti
modificaIl tempo può essere:
- binario (2 tempi): è composto da un accento forte e uno debole (esempio: marcia militare);
- ternario (3 tempi): è composto da un accento forte e due deboli (esempio: valzer);
- quaternario (4 tempi): è composto da un accento forte e tre deboli, anzidetto per distinguere il primo davvero forte e il 3° meno forte: 1 forte, 1 debole, 1 mezzoforte e uno debole (esempio: tango);
- quinario (5 tempi)
- senario (6 tempi)
- settenario (7 tempi)
I tempi possono poi esser suddivisi in:
- tempi semplici: i tempi semplici sono quelli che hanno al numeratore (e cioè nella parte superiore della frazione che indica il tempo): 2, 3, 4 o 5. Sono quindi tempi binari, ternari o quaternari. Essi hanno sempre 2 suddivisioni.
- tempi composti: i tempi composti hanno al numeratore: 6, 9, 12 o 15. Tali tempi hanno 3 suddivisioni.
TEMPO | Binario | Ternario | Quaternario | Misto |
Semplice | 2/1, 2/2, 2/4, 2/8, 2/16, 2/32, 2/64 | 3/1, 3/2, 3/4, 3/8, 3/16, 3/32, 3/64 | 4/1, 4/2, 4/4, 4/8, 4/16, 4/32, 4/64 | 5/1, 5/2, 5/4, 5/8, 5/16, 5/32, 5/64 7/1, 7/2, 7/4, 7/8, 7/16, 7/32, 7/64 |
Composto | 6/2, 6/4, 6/8, 6/16, 6/32, 6/64 | 9/2, 9/4, 9/8, 9/16, 9/32, 9/64 | 12/2, 12/4, 12/8, 12/16, 12/32, 12/64 | 15/2, 15/4, 15/8, 15/16, 15/32, 15/64 21/2, 21/4, 21/8, 21/16, 21/32, 21/64 |
Gli accenti dei tempi
modificaTipo di tempo | Tempo | Accenti |
---|---|---|
Binario | 2/4 | 1F 1D |
Quaternario | 4/4 | 1F 3D |
Ternario | 3/4 | 1F 2D |
Binario composto | 6/8 | 1F 2D; x2 |
Ternario composto | 9/8 | 1F 2D; x3 |
Quaternario composto | 12/8 | 1F 2D; x4 |
- La duina o doppietta è un gruppo irregolare di 2 note suonate in un tempo ternario.
- La terzina (in inglese triplet) è un gruppo irregolare di 3 note che occupano di fatto lo spazio di 2.
Il ritmo è costituito dalla successione di una serie di accenti. Ci sono una serie di tipologie di accenti:
- accento metrico o di misura: si tratta della tipologia di accento che cade sul primo movimento di ogni misura. È un accento che non si indica perché è sottinteso, ovvio. Si tratta di un'accentazione forte seguita da una debole: battere e levare.
- accento tetico: si tratta di un accento che si concretizza se il ritmo comincia in battere, cioè sul primo tempo forte della battuta.
- accento anacrusico: si tratta di un accento che si concretizza quando il ritmo comincia sul tempo debole, cioè in levare.
- accento acefalo: si tratta di un accento che si concretizza quando il ritmo inizia sull'accento forte ma con una pausa.
La sincope è costituita dallo spostamento dell'accento dal tempo forte al tempo debole. Ci possono essere alcuni tipi di sincope:
- sincope regolare: è considerata regolare quando essa si trova tra 2 note o 2 pause di pari valore alla stessa;
- sincope irregolare: è considerata irregolare quando essa si trova tra 2 note o 2 pause di valore diverso dalla stessa;
Un esempio di sincope può essere ascoltato in "Satisfaction" degli Stones. Ad ogni modo, la sincope può contemplare o una pausa o una nota accentata.
Gli abbellimenti
modificaGli abbellimenti, come lo dice la parola stessa, sono appunto delle "decorazioni" della melodia o di un accordo. Si possono chiamare anche fioriture, fioretti, ornamenti. Nel corso dei secoli si sono modificati ed alcuni sono attuali mentre altri non lo sono più oppure sono applicati principalmente ai brani di musica classica.Vediamoli.
L'acciaccatura
modificaL'acciaccatura acciacca la nota principale nel senso che le toglie una piccola parte della sua durata.
È come un'appoggiatura molto veloce.
L'acciaccatura sul pentagramma
Essa può essere semplice, doppia o tripla.
L'appoggiatura
modificaL'appoggiatura è un abbellimento col quale si va a dimezzare il valore della nota a cui tale abbellimento si "appoggia". Si tratta di una piccola nota che precede la nota stessa.
L'appoggiatura sul pentagramma
Si tratta praticamente di una nota piccolina che precede sul pentagramma la nota in oggetto.
L'arpeggio
modificaL'arpeggio è un abbellimento con cui si "spezza" un accordo, ovvero non lo si esegue suonando tutte le note che lo compongono simultaneamente, ma in successione.
Il glissando (o slide)
modificaIl gruppetto
modificaIl gruppetto, rappresentato come una specie di S rovesciata, è un abbellimento secondo il quale si esegue una nota, ma prima di eseguire quella seguente in spartito, dovremo eseguire delle note di passaggio.
Si distingue fra gruppetto diretto e gruppetto rovesciato.
Il mordente
modificaIl mordente è un segno musicale che ha la forma dello zig zag e viene posto sopra o sotto la nota e si tratta di uno scambio molto veloce con la nota subito superiore. Se lo zig zag ha due punte è un mordente semplice, se le punte sono 3, il mordente è doppio ed è un doppio scambio con la sopra citata nota superiore.
Esso può essere semplice o doppio.
Il mordente sul pentagramma.
Il primo è il mordente superiore, il secondo è il mordente inferiore.
Il tremolo
modificaIl trillo
modificaIl trillo, che viene indicato con la sigla "tr", è uno scambio continuo con la nota immediatamente superiore a quella che si suona.
Esso può essere diretto o indiretto (anzidetto rovesciato).
Le abbreviazioni e le ripetizioni
modifica-
Ripeti
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Da capo
-
Da Capo al fine
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Da Capo al coda
-
Dal segno
-
Dal segno
-
Coda
Gli accordi sul pentagramma
modifica-
DO sul pentagramma
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MI5 sul pentagramma
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SOL7 sul pentagramma
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La minore sul pentagramma
-
LA min 7 sul pentagramma
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DO7+ sul pentagramma
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MI7#9 sul pentagramma
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DOmaj13 sul pentagramma
-
DO13 sul pentagramma
Introduzione al solfeggio
modificaIl solfeggio è una pratica musicale con la quale si legge a tempo ad alta voce uno spartito musicale. Ci sono due tipi di solfeggio: quello ritmico che consiste solamente nel leggere a tempo lo spartito appunto a voce alta e quello cantato che consiste nel cantare a tempo lo spartito.
Come solfeggiare
modificaQuando andremo a solfeggiare distenderemo la la mano sinistra dando il palmo verso l'alto e la mano destra un poco più in alto che forma una specie di becco e solfeggeremo. Vedremo che a volte la mano dovrà spostarsi a sinistra sul secondo movimento mentre altre volte a destra, vediamo perché: il primo tempo è il più importante e va sempre al centro, mentre l'ultimo va sempre a sinistra, ciò sposterà i movimenti in mezzo. Vedremo che ogni movimento è a sua volta scomposto in due parti, questo perché si solfeggiano il battere e il levare.
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Posizione mano sinistra
-
Posizione mano destra
4/4
modificaPer solfeggiare il 4/4 si distende la mano sinistra dando il palmo verso l'alto e la mano destra un poco più in alto che forma una specie di becco e si solfeggia:
- 1° movimento: U-NO cioè la mano destra a becco va verso la mano sinistra, cioè verso il basso ed è "U" , poi ritorna verso un centro immaginario ed è "NO" ;
- 2° movimento: DU-E, cioè la mano destra a becco va verso sinistra ed è "DU" , poi torna verso il centro immaginario ed è "E" ;
- 3° movimento: TRE-E, cioè il becco va verso destra ed è "TRE" , poi torna verso il centro immaginario ed è "E" ;
- 4° movimento: QUAT-TRO, cioè il becco va verso l'alto ed è "QUAT" , poi torna verso il centro immaginario ed è "TRO" ;
Quando si solfeggia il 4/4 si usa chiamarlo fare la croce perché l'insieme dei movimenti realizza una specie di croce appunto.
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4/4
3/4 o 3/8
modificaPer solfeggiare il 3/4 sempre con la solita impostazione della mano spiegata in precedenza andiamo a solfeggiare nel seguente modo:
- 1° movimento: U-NO cioè la mano destra a becco va verso la mano sinistra, cioè verso il basso ed è "U" , poi ritorna verso un centro immaginario ed è "NO" ;
- 2° movimento: DU-E, cioè il becco va verso destra ed è "DU", poi torna verso il centro immaginario ed è "E";
- 3° movimento: TRE-E, cioè il becco va verso sinistra ed è "TRE", poi torna verso il centro immaginario ed è "E";
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3/4 o 3/8
Movimenti solfeggio
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2/4 o 2/2
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6/8
Solfeggiare le pause
modificaLe pause si solfeggiano contando: una pausa da 4/4 viene solfeggiata contando fino a 4, una pausa da 3/4 si solfeggia contando fino a 3 etc.
Esercizi
modificaIl consiglio tecnologico
modificaSe leggere il pentagramma vi è ostico, vi fa fatica, quale miglior modo di impararlo se non tramite un gioco? Se possedete un tablet o uno smartphone potete scaricare gratuitamente l'applicazione "mynotegames" che vi guiderà nota per nota nell'apprendimento di tutto il pentagramma.
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