Legge della Torah e legge del Vangelo
La legge della Torah e legge del Vangelo sono due norme di fede e morale, l'una descritta nel Pentateuco e l'altra nei Vangeli e in altri documenti delle origini cristiane. Si tratta dell'essenza dell'ebraismo e del Cristianesimo. Poiché come è noto il Vangelo spesso si appella all'Antico Testamento e poiché cristianesimo ed ebraismo, quando non contendono, tendono almeno a differenziarsi o vengono superficialmente ritenuti opposti, si domanda quale siano le coincidenze e le differenze tra le due leggi.
Israele racconta. Prima oralmente, poi trascrivendo. Poi - nei secoli - producendo tutta una Tradizione vitale: Nasce la Torah. In mezzo a popolazioni idolatre e politeiste, Israele - senza ritenersi da ciò impoverito, sapendo anzi di aver fatto una conquista grande - dice che c'è un Dio solo. E da qui viene la grandezza di Israele in quanto capace di universalità a tutti i livelli: se c'è un Dio solo, questo è il Dio di tutti. Un Dio "uno" che non è un "uno" matematico, ma l'unico, totalmente trascendente. Intuizione tanto più straordinaria quanto più si avverte che essa nasce in un contesto di popoli che concepiscono divinità immanenti, idoli che hanno bisogno di essere costruiti da mano d'uomo.
L'altra sconvolgente particolarità d'lsraele è che narra di un Dio che si coinvolge nella storia dell'umanità. La novità è sconcertante soprattutto se la si proporziona alla piccolezza di questo "non ancora popolo". Commentatori come Abraham Joshua Heschel approfondiranno questo concetto qualificandolo come: Dio alla ricerca dell'uomo.
Non è più l'uomo che cerca Dio: su questo concetto si sono costruite tutte le grandi culture antiche. La grandiosità e novità dell'intuizione di Israele è che Dio si mette alla ricerca dell'uomo. Israele non tenta di dire chi è Dio: Israele racconta come agisce Dio.
Questo Dio è un "Tu" che interpella l 'uomo. Un Dio Persona, essere di relazione, al punto che si crea un interlocutore. E arriva sulla terra l'uomo. E arriva come essere capace di scelta, chiamato alla conoscenza, alla lode, all'amore, alla condivisione. Libero di dire sì o no. Per questo uomo Dio costruisce il cosmo come casa e gliela affida. Secondo la tradizione ebraica Dio ha creato il meno possibile perché I'uomo fosse suo collaboratore nel compimento del mondo. L'esperienza tutta ci insegna che se e quando l'uomo si inserisce nel disegno di Dio nel mondo c'è armonia e altrimenti è il disastro. Un uomo chiamato all'amore. Dalla cultura ebraica ci viene con forza il concetto dell'amore. Si pensi Levitico 19, 17 e 9: "Amerai il tuo prossimo come te stesso", “Amate dunque il forestiero, poiché anche voi foste forestieri nel paese d'Egitto" (Deuteronomio 10,19 Un uomo fatto per lo Shalom, per il tempo e la modalità messianica della vita. Quando la Bibbia parla di messianismo pensa a questo: ad una comunità e ad un tempo nel quale ci sia da parte di tutte le creature la realizzazione piena del disegno di Dio che è un disegno d' amore
Essenza della legge del Vangelo
modificaÈ difficile, meglio impossibile, per la legge evangelica discostarsi dalla visione religiosa della Torah.
Dai vangeli risulta che Gesù non venne per abolire ma per completare la legge, cioè la Torah e il Vangelo (Lc 16,17. Ebbene, se il nucleo centrale della Torah sta nell'amare Dio sopra ogni cosa con tutto il cuore... e il prossimo come se stessi, proprio questo afferma Gesù rispondendo allo scriba che lo interrogava (Mt 22,37-39) e con lo stesso motivo invita il giovane che lo interpella (Mt 19,16,19. Anche le Beatitudini del Discorso sulla Montagna (Mt 5,1-7) ripetono ciò che è detto chiaramente nel Levitico (19,18). E altrove Gesù detta anche il modello dell'amore: amare come ama Lui, che offerse la vita per gli altri.
Appunto, questa unione dei due precetti in uno solo (amore a Dio e amore al prossimo) sottolinea e ispira uguaglianza, nelle due leggi, di ideali e di proposte tra le genti e le culture. Torah e Vangelo si fondano sullo stesso concezione dell'amore al prossimo: l'uomo è degno di Dio perché creato ad immagine di Dio. Quale, dunque, la comune prospettiva di ebrei e cristiani? Intanto ebrei e cristiani sentono il dovere di accettarsi reciprocamente in sempre più convinta riconcialiazione anche per diventare, come suggeriscono gli appelli profetici e i dichiarati scopi dei documenti del dialogo ebreo-cristiano, “luce” al mondo proponendo la fede in un unico Dio che vuole essere adorato in nessun altro modo che nella unione dei due precetti dell'amore a lui e a tutti gli uomini.
Un tempo si pomeva l'accento sulla polemica tra Gesù e l'eccesso legalistico dei farisei con il risultato che Gesù appariva come colui che impedisce la libertà. Meschino questo Gesù! Dello stesso tenore erano la teologia intorno al tempio o altre particolarità ebraiche problematizzate nei vangeli.
Aldilà delle talmudiche intrusioni contro i cristiani e le accuse contro gli ebrei, da parte cristiana, di avere fatto uccidere Gesù, resta il fatto che Gesù e gli w:apostoli si sentono membri della comunità israelitica e non rinnegano nulla di questa comunità. Anche l'accusa di deicidio, viene già relativizzata nel Nuovo Testamento stesso: con Pietro che dice: avete agito per ignoranza e gli evangelisti che registrano la frase di Gesù Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. E' principio teologico e di fede, ben più solido del dato storico, che la morte di Gesù è il prodotto del peccato universale e dell'amore di Dio... Tutto ciò abbatte e fa vedere sotto altra luce la l'intervento dei capi giudei per eliminare Gesù.
Sintetico confronto tra le due leggi
modifica- Stessa fede in un Dio
- Stessa fede in un Dio creatore
- Stessa fede in un Dio che si rivela per amore
- Stessa fede in un Dio unico per tutti li uomini
- Stesso universalismo, cioè il messaggio delle due leggi è per tutti gli uomini
- Stesso comandamento che unifica l'amore a Dio e amore al prossimo
- Stessa concezione riguardo alla presenza di Dio nella storia
- Stessa concezione di Dio che giudica e salva
Diversità più apparenti che reali
modifica- Nella legge evangelica è più esplicitata la sopravvivenza individuale, che del resto è presente nella letteratura dell'ultimo periodo di Israele, come rilevabile nei libri Sapienza e Maccabei, anche se non biblici per gli ebrei, ma figli della cultura ebraica
- Nella legge evangelica è più esplicitato il perdono ai nemici, ma sulla stessa linea veterotestamentaria
- Nella legge evangelica la volontà salvifica di Dio si manifesta in una persona divina incarnata, Gesu Cristo, sulla linea di ciò che Dio fa per Israele
- Nella legge evangelica è più esplicitato il concetto che la esteriorità dei precetti vale meno del sacrificio del tempio. E Dio stesso mostra di non gradire il sacirficio. Come si sa, per il cristianesimo vi è un unico definitivo sacrificio in cui la vittima e l'offerente sono la persona di Gesù Cristo.
La differenza che divide ma non separa
modificaSi ouò esprimere questo concetto con il ritratto, esplicito e inconfondibile, che di Gesù fa il famoso rabbino intellettuale Jacob Neusner. Questi immagina che un rabbino vada ad intervistare Gesù e ritorni a riferire al collegio dei rabbini. Questo sottolinea che le due leggi, cioè la Torah e il Vangelo, sono uguali, E allora Qual è la differenza?, ci si domanda.
E' lui stesso!, si conclude.
Infatti Gesù parla e agisce in un solo modo: come se fosse Dio! (A Rabbi Talks with Jesus (1993). Un rabbino parla con Gesù).
Si dice “divide ma non separa” perché questo accade per gli ebrei messianici che vivono il loro ebraismo nella fede cristiana.
Bibliografia
modifica- Jakob J. Petuchwski e Clemens Thoma (a cura di), Lessico dell'incontro cristiano-ebraico, Queriniana, Brescia 1992
- Elio Toaff, Perfidi giudei, fratelli maggiori, Mondadori, Milano 1987
- Lea Sestieri e Giovanni Cereti (a cura di), Le Chiese cristiane e l'ebraismo (1947-1982), Marietti, Casale Monferrato 1983.
- Gesù do Nazaret di Benedetto XVI
- Jacob Neusner, A Rabbi Talks with Jesus. An Intermillennial, Interfaith Exchange. N.Y., 1993.
- Avril A.C. - Lenhardt P., La lettura ebraica della Scrittura, Qiqajon, Magnano 1995
- Bottoni G., Nason L. (a cura di), Secondo le Scritture. Chiese cristiane e popolo di Dio, EDB, Bologna 2002
- Buber M., Il cammino dell'uomo, Qiqajon, Magnano 1990
- Rossi De Gasperis F.., Paolo di Tarso evangelo di Gesù, Lipa, Roma 1998
- De Benedetti P., Introduzione al giudaismo, Morcelliana, Brescia 1999
- Fabris R., L'ulivo buono, Morcelliana, Brescia 1995
- Flusser D., Jesus, Morcelliana, Brescia 1997
- Heinemann J., La preghiera ebraica, Qiqajon, Magnano 1986
- Heschel A.J., Il sabato, Garzanti, Milano 1999
- Kolitz Z., Yossl Rakover si rivolge a Dio, Adelphi, Milano 1999
- Lohfink N., L'alleanza mai revocata, Queriniana, Brescia 1991
- Martini C.M., Israele radice santa, Vita e Pensiero - Centro Ambrosiano, Milano 1993
- Rendtorff R., Cristiani ed ebrei oggi, Claudiana, Torino 1999
- Sestieri L., Ebraismo e cristianesimo. Percorsi di mutua comprensione, Paoline, Milano 2000
- Stefani P., Luce per le Genti, Paoline, Milano 1999
- Arcidiocesi di Milano - Ecumenismo e dialogo
- Sofia Cavaletti, Ebraismo e spiritualità cristiana, Studium, Roma, 1966