La rapida successione di immagini diverse fra di loro e organizzate secondo una scansione spaziale preordinata produce l'illusione del movimento. L'animazione.

lezione
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L'animazione
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Poetiche del video

Il fenomeno è determinato dalla persistenza retinica delle immagini. Chi la prima volta non è rimasto stupito dal movimento illusionistico del flip book?

Quando il tempo di persistenza retinica viene superato dalla frequenza del cambio delle immagini osservate, il cambiamento medesimo non viene più percepito, e si ha la sensazione della continuità, del movimento.

Se cambiamo un disegno sotto i nostri occhi almeno sedici volte ogni secondo avviene questo divertente miracolo. Il cinema cambia 24 fotogrammi al secondo, i monitor e gli schermi del video li cambiano 25 volte con il sistema PAL[1] e 30 volte con il sistema NTSC.[2]

Le tecniche per ottenere una animazione classica sono molteplici a seconda dei mezzi utilizzati per la produzione e il cambio delle immagini, ma tutte quante sfruttano l'ottica e la ripresa con un unico principio di base: l'imbroglio della retina dell'occhio umano.

Il disegno animato è il modo più antico e più conosciuto per produrre l'animazione. Dalla carta alla matita, dai numerosi sistemi di riproduzione allo sfruttamento della velocità del computer e alle sue possibilità di elaborazione delle immagini, fino alla produzione di immagini sintetiche in 2D e in 3D, anche se come sorgente usano fotografie o riprese ottiche.[3]

Il disegno animato è usato spesso dagli artisti per costruire i propri racconti, che cambiano le loro modalità espressive a seconda della quantità dei cambi di immagine che propongono o dei modi di produrre i loro disegni.
Marco Raparelli per esempio, pur nel racconto demenziale, usa la tecnica classica del cartoon, rendendo minimale il segno e la scenografia, vedi Ristorante Italia, 2007 4'32"
Diversamente Marta Roberti usa la carta carbone per produrre i suoi disegni, fino a renderla esausta e quindi ad ottenere un effetto flou molto delicato come in Lacuna, 2008 5'15" oppure usa l'acquarello per riprodurre un effetto visivo morbido in Neotenica, 2009 2'38"
All'opposto, indifferente alla fluidità della motion, Elena Arzuffi lavora più sulla libera associazione mentale che ciascuno si costruisce con le immagini offerte dalle sue opere, che sulla persistenza retinica delle figure proposte, ottenendo la medesima efficacia narrativa, come in From Here to There, 2004 6'40" o in Indoor Sowing 2004, 4'24"

Un altro sistema molto usato è lo stop motion[4] su modellini tridimensionali, che cambiano la modellazione della plastilina, vedi Rita Casdia, Piccole donne crescono, 2006 4'56"

Molti artisti come Cuoghi Corsello, Barbara Brugola, usano Flash Animation un software gratuito per animazioni come Rebecca Agnes, vedi A short trip on the Other Side of the Galaxy, 2006 6'40" oppure
anche Miele. 2010 4'02". Per Barbara Brugola vedi Fingertips 2, 2009 2'25"

Grandissimo esempio di animazione classica con il disegno sono i magnifici lavori di William Kentridge, un artista sudafricano attivo dal 1989. Il suo modo di produrre l'animazione è quello di sistemare la telecamera davanti ad un foglio di carta in formato A2 e di scattare 2 fotogrammi per ogni piccola modifica del disegno tracciato con il carboncino. Il risultato straordinario è quello di rendere nel video finale la memoria delle cancellature e delle modifiche fatte di volta in volta. E fin qui la tecnica, ma forte e straziante la sua poetica che coraggiosamente e in tempi non sospetti rivendica la parità dei diritti per le persone di colore del suo Paese sottoposte all'Apartheid. Vedi Johannesburg, 2nd greatest city after Paris, 1989 8'. Interessante anche l'introduzione nell'animazione di inserti presi da film o dalla televisione. Vedi Ubu tells the Truth, 1997 7'23", o l'introduzione del colore, vedi Felix in Exile, 1994 8'40"

  1. Sistema video usato prevalentemente dagli europei
  2. Sistema video usato prevalentemente da americani e giapponesi
  3. Vedi la lezione sul video sintetico
  4. Tecnica da noi chiamata Passo uno

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